Mia figlia? Sarei felice se diventasse velina
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Mia figlia? Sarei felice se diventasse velina

Alessia Merz racconta la sua nuova vita a Bologna accanto ai figli  e al marito, ripercorre la sua carriera e dà un consiglio alle aspiranti veline

Adesso vive a Bologna, è sposata con il calciatore Fabio Bazzani e fa la mamma a tempo pieno. Alessia Merz si presenta nella sua nuova immagine di signora tutta casa e figli che non dimentica il suo passato di show girl e conduttrice al quale non ha chiuso definitivamente la porta. Lei che, come ex velina, ha sgambettato sulla scrivania di Striscia la notizia, non rinnega nulla della sua carriera. Anzi, svela a Panorama.it che l'ha incontrata, è pronta a riappropriarsene appena lo riterrà opportuno.

Non è che anche lei, come tante sue colleghe, è costretta a starsene a casa per mancanza di proposte di lavoro?

Ribadisco subito che non mi considero assolutamente una casalinga disperata. Questa vita me la sono scelta, perché ho sempre desiderato una famiglia ed ho capito, quando ho conosciuto mio marito, che era arrivato il momento giusto. Ho lavorato molto per gratificazione personale e per avere la mia indipendenza economica. Pensi che sono stata inviata di Quelli che il calcio, fino a gravidanza inoltrata quando attendevo il mio primo figlio. Dopo anni  ho potuto fermarmi, ma ho la certezza che, quando sarò stanca di questa routine, potrò tornare in pista. Non ho fretta, però, voglio vedere i miei figli crescere in maniera sana, voglio seguirli e far sentire loro che hanno una vera famiglia, un valore che di questi tempi è in decadimento.

Vivere a Bologna non restringe le possibilità lavorative?

Le restringe perché io non posso assicurare più la massima disponibilità agli spostamenti, avendo due bambini piccoli. Niccolò ha cinque anni e mezzo e Martina solo quattro. Perciò mi limito adesso ad ospitate in alcuni contenitori come Mattino 5, La vita in diretta, Verissimo. Ma, ripeto, quando i bimbi saranno più grandi, vorrei tornare a lavorare. Accetterò soltanto proposte dignitose e professionalmente valide.

Sta seguendo l'attuale edizione di Veline su Canale 5?

Quando posso, la seguo. La scelta di selezionare le ragazze sulle principali piazze italiane è vincente perché coinvolge il pubblico da casa e crea suspense ed emozioni. Io e Cristina Quaranta, veline tra il 1995 ed il 96, siamo state scelte da quello che si chiamava il serbatoio televisivo e direttamente dagli autori di Striscia la notizia perché il concorso non c'era.

Come è cambiata, secondo lei, la rappresentazione della velina negli anni?

Credo che non ci siano differenze, allora come oggi siamo in presenza di una ragazza bella, con un fisico statuario, che però non parla. Ciò naturalmente non significa non avere cervello. Al contrario, come in tutti gli altri campi, esistono donne bellissime e dotate di una grande intelligenza. E molte ex veline si sono dimostrare, poi, donne di grande spessore professionale.

Quali consigli darebbe alle ragazze che stanno concorrendo per diventare veline?

Direi loro di non tralasciare tutto il resto, cioè studio ed eventuali possibilità lavorative. Diventare velina è un punto di partenza, non di arrivo. Sono le medesime raccomandazioni che farei a mia figlia se, un giorno, volesse mettersi alla prova come velina. Ma prima le darei tutto il mio appoggio di madre entusiasta che ha fatto la stessa esperienza. Troppo spesso chi denigra il ruolo della velina è mosso solo da invidia.

Come è stata per lei la vita da velina?

Credo sia per tutte un'esperienza importante, ma impegnativa, in particolare quando si è molto giovani. Si vivono stimoli professionali, si godono i privilegi della popolarità, ma bisogna sempre dimostrare di essere all'altezza del ruolo.

Ha ancora contatti con Antonio Ricci?

Lo incontro quando sono ospite di programmi Mediaset a Milano. Ma spesso ci sentiamo telefonicamente. Per me è rimasto un grande amico e un valido maestro

Lei ha posato anche senza veli per un calendario. Crede che l'ostentazione di un bel corpo implichi la strumentalizzazione della donna?

Dico solo che una donna bella fa più fatica a dimostrare di avere testa. E deve essere sempre molto attenta a gestirsi. Spesso anche un solo vestito sbagliato può annullare anni di lavoro impiegati ad accreditarsi positivamente.

Cosa pensa delle sue colleghe impegnate in televisione?

Le donne che oggi, in tv, hanno potere sono in netta minoranza rispetto agli uomini. Ad eccezione di casi particolari come ad esempio Maria De Filippi e Antonella Clerici, è difficile conquistare un posto al sole per una ragazza giovane, costretta, spesso a ruoli solo di valletta. La gente vuole che una giovane conduttrice oltre che bella sia anche super brava. Gli uomini, invece, sono più avvantaggiati.

Darebbe la medesima valutazione anche al di fuori della tv?

E' complicato coniugare ruoli di responsabilità lavorativi con l'essere donna. In politica come negli stessi uffici, le donne al comando sono in numero minore rispetto ai colleghi maschi. Certo, ci sono delle gratificanti eccezioni, ma quanto hanno dovuto impegnarsi per diventare credibili.

Lei ha iniziato la sua carriera nel 1992, su Canale 5, accanto a Paolo Bonolis in Bulli e pupe. Poi è approdata anche in Rai. Quale programma le ha dato più soddisfazione?

In assoluto l'esperienza di Sanremo giovani del 2004. La trasmissione si chiamava Festival, gruppo di ascolto e andò in onda su Rai Utile, canale dell'allora digitale terrestre e su  RaiSat Extra.  Eravamo in diretta da uno studio-salotto, nel quale un gruppo d'ascolto speciale, composto da giornalisti, esperti, personaggi dello spettacolo e cantanti che avevano già vissuto l'esperienza festivaliera, commentavano  a caldo le serate. Ricordo la mia emozione e soprattutto l'adrenalina a mille

Il programma che più l'ha divertita?

Sicuramente due: Meteore e Candid Angels Alla conduzione di Candid Angels eravamo tre donne, io, Samanta De Grenet e Filippa Lagerback: Abbiamo dimostrato di essere delle vere attrici perchè ci calavamo in ruoli insoliti e in situazioni spesso imbarazzanti. Il programma andò benissimo, conquistava ogni settimana più di 4 milioni e mezzo di spettatori.

Quale programma vorrebbe condurre appena deciderà di rimettersi in pista?

Un talk show nel quale mettere in gioco me stessa e la mia innata loquacità, occupandomi di argomenti importanti.

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Marida Caterini.