"Mammoni non è trash, vi spiego perché"
Televisione

"Mammoni non è trash, vi spiego perché"

In attesa dell’ultima puntata Simona Ercolani, autrice e imprenditrice televisiva, ci racconta i lati buoni del chiacchieratissimo programma di Italia Uno

Perché il programma Mammoni fa tanto discutere?

Simona Ercolani è un nome ben noto in tv. Produttrice di Mammoni- Chi vuole sposare mio figlio? e direttore creativo della casa di produzione Stand by me, commenta con noi i motivi che l’hanno spinta a produrre questo programma.

Ma andiamo con ordine. Si tratta di un format internazionale, che prima di essere trasmesso in Italia, ha registrato grande successo anche in Francia e in Spagna. Nelle ultime settimane ‘Mammoni’, ha persino registrato l’interesse da parte della TV pubblica coreana KBS impegnata nella realizzazione di un documentario di approfondimento sul nuovo e inedito fenomeno sociale dei ‘mammoni’ in Corea del Sud, dove la crisi economica sta incentivando i giovani a vivere in famiglia.

Un programma che più attuale non si può, quindi. L’edizione italiana, nonostante le critiche e la contemporanea messa in onda degli Europei di calcio, ha rispettato i dati di ascolto attesi, registrando 1.603.000 spettatori totali e un 9% di share sul pubblico dai 15-64 anni. C’è grande curiosità, quindi, per l’ultima puntata in onda questa sera in prima serata su Italia Uno.

Cosa pensa degli ascolti di Mammoni?

Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti. C’è un dato inaspettato, però. Siamo riusciti a catturare una buona fetta di pubblico femminile, in un panorama difficile come quello di Italia Uno, che ha una programmazione più tipicamente maschile.

Perché, secondo lei, le donne lo guardano?

Questo programma di per sé è pensato per un target femminile. Racconta il rapporto madri di figlio maschio-fidanzate di figlio maschio. Il punto di vista è quello delle ragazze, quindi. O meglio quello dei pretendenti, uomo o donna che siano. Con uno sguardo ironico e autoironico.

Come ha trovato le mamme concorrenti?

Si sono messe in gioco, hanno avuto quel pizzico di ironia che non guasta, sorridendo delle loro debolezze. Ma soprattutto, si sono sentite ‘raccontate’ onestamente.

Mammoni’ rispecchia davvero il paese, con queste mamme invadenti.. ?

Direi di sì. Essendo madre anch’io, in parte le capisco… Certo, nel programma come forse in società, le mamme hanno un po’ esagerato nel proteggere i figli. E i figli hanno un po’ esagerato nel cercare protezione da loro.

Qual è il punto forte del programma?

La formula in sé può ricordare gli speed dating, appuntamenti per conoscere gente nuova, a cui, di questi tempi, partecipano tantissimi giovani. Ma il punto forte è la veridicità. I concorrenti sono davvero dei single che cercano l’amore, quelle sono davvero madri che hanno deciso di seguire i figli in questo gioco e mettersi in discussione insieme a loro. Nessuna di loro vuole farsi notare per diventare famosa…

Qualche concorrente invece, secondo lei, ha partecipato con la mira di sfondare in tv?

Direi di no. Per esempio, alle pretendenti abbiamo mostrato le foto dei ragazzi e hanno scelto quelli più congeniali ai loro gusti, una selezione a carte scoperte. Qui non hanno l’opportunità di ballare o cantare, né di farsi notare come show girl. Al massimo, possono dire la loro su dinamiche familiari o sentimentali. È vero, spesso in altri reality tv, chi partecipa già pensa ai possibili programmi a cui potrà partecipare dopo. Ma non credo sia l’obiettivo primario di chi prende parte a questo format.

L’idea di scegliere un concorrente omosessuale, come Piepaolo Lisca, come vi è venuta?

Sarebbe stato sbagliato non raccontare amori di vario genere, perché in società si trovano normalmente e pertanto meritano una rappresentazione.

Crede che nelle critiche mosse da Codacons e Moige, possa esserci anche questo, come motivo?

Non voglio neanche prendere in considerazione questa ipotesi. Non posso pensare che un’associazione di genitori, come il Moige per esempio, possa portare avanti un’obiezione di questo tipo. ‘Mammoni’ ha un linguaggio molto rispettoso ed educato. Nessuno ha voluto spingere sull’acceleratore gratuitamente. È stata fatta dell’ironia tra rapporto madre-figlio maschio, ma volevamo mettere in risalto anche il rapporto speciale che un genitore può avere con i propri figli. Da madre di ragazze adulte mi sono riconosciuta e commossa.

Cosa risponde alle critiche del Codacons. Il programma sembrerebbe una ‘vetrina per belle ragazze in cerca di visibilità’.

Si tratta di critiche non veritiere. Abbiamo scelto ragazze che lavorano in altri settori, a volte non bellissime e in ogni caso senza aspirazioni televisive. Ripeto, il centro del programma è il rapporto madre e figlio. Anche a livello di minutaggio, il tempo dedicato a questo, è numericamente maggiore rispetto a tutto il resto. La verità è che ‘Mammoni’ è stato colpito da un pregiudizio di fondo. Queste critiche sono nate addirittura prima che andasse in onda il programma.

Le telecamere di Mammoni non indugiano, quindi, ‘su corpi nudi sotto la doccia’, come sostiene il Codacons?

In tutto il programma (130 minuti a settimana), si sono viste solo due

immagini di ‘doccia’. I ragazzi avevano addosso il costume e la scena era

funzionale al racconto.

Quindi le critiche sarebbero uscite prima?

Sì, subito ci è stata data la patente di trash, ma gratuitamente. Vi dirò di più, la nostra edizione è la più casta mai andata in onda.

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Lorenza Sebastiani