Maccio Capatonda e il successo delle web series
Televisione

Maccio Capatonda e il successo delle web series

Il comico, il cui vero nome è Marcello Macchia, cliccatissimo dagli Internauti, presenta la nuova serie Babbala e il ragazzo idiiota in onda su Flop tv. E sui social network dice che..

Il suo vero nome è Marcello Macchia, classe 1978, ma è universalmente conosciuto soprattutto tra gli internauti come Maccio Capatonda, il suo più celebre personaggio, gratificato da milioni di clik. Protagonista di tanti programmi tv come Mai dire goal, Tatami, Marcello Macchia è oggi uno dei più singolari ideatori di web-fiction di enorme successo. La sua ultima serie dal titolo Babbala e il ragazzo idiota sarà presentata domani 3 ottobre, al RomaFictionFest. Andrà in onda su Flop tv entro fine anno. Panorama.it ha incontrato in anteprima Maccio Capatonda che spiega i motivi del successo travolgente, soprattutto negli ultimi anni, della web fiction. Motivi legati anche alla degenerazione della tv tradizionale e non solo.

Professionalmente, lei nasce come comico in trasmissioni di Italia 1 come Mai dire goal. Poi la svolta verso il web. Come mai?

Innanzitutto io stesso sono un grande appassionato di serie televisive, sia generaliste sia fruibili su Internet. Però, il web non l'ho scelto, è stata una conseguenza logica del mio lavoro, iniziato proprio con Mai dire goal. Allora Internet non era ancora sviluppato come oggi, man mano, però, che You tube cominciava ad affermarsi, le mie gag sono approdate sul web quasi in maniera spontanea ed è stato il passaparola tra giovani a decretarne il successo.

Come spiega il gradimento di pubblico conquistato dalle web serie e dalle sue in particolare?

Sono stati i media tradizionali con la loro omologazione a determinati schemi spesso obsoleti, a spingere i giovani verso prodotti alternativi. Le web series sono divertenti, fanno il verso a molti atteggiamenti della fiction tradizionale, hanno una durata limitata, E sono fruibili in qualsiasi momento. I ragazzi cerano sul web quel che maggiormente li aggrada e sono diventati loro stessi video maker, creativi e creatori. Nel senso che Internet fornisce molte opportunità di lavoro e tanti giovani si sono creati attraverso il web, un vero e proprio lavoro.

E' davvero tutto così facile?

Attenzione: sul web c'è di tutto, è una vera e propria pattumiera nella quale bisogna rovistare e cercare con pazienza. Ma non sempre è andata così bene. Ci sono anche casi in cui il web travel basato sulla creazione di idee originali, è fallito. Dipende dalla originalità di quello che si vuole raccontare. I giovani internauti sono esigenti e smaliziati.

Lei al RomaFictionFest presenta la serie Babbola e il ragazzo idiota. Di che si tratta?

E' la parodia di un telefilm che seguivo quando ero bambino, dal titolo Bigfoot and wild boy. Raccontava di un ragazzo cresciuto in maniera selvaggia, al quale io ho sostituito un ragazzo idiota. Era un prodotto non realizzato bene che mi colpì molto e che oggi ho rivisitato con la consapevolezza dell'età adulta e dei mutamenti della società.

Lei fa parte del cast?

Si, io sono Babbola, lo scimmione. Di solito mi ritaglio sempre un ruolo nelle serie che sono tutte realizzate dalla Shortcut production. Naturalmente giriamo con pochissimi mezzi a disposizione e in grande economy. Ma cerchiamo attraverso le battute e il senso comico di inviare con la medesima intensità un messaggio propositivo. Credo sia questo uno dei segreti del successo. Babbola andrà in onda presto su Flop tv, in dieci puntate di circa tre, quattro minuti ciascuna. E' la prima volta che presentiamo alla manifestazione romana una serie completa.

Su quali argomenti si basa la sua comicità?

Su tutti i luoghi comuni, dalla parodia degli errori della lingua italiana, alla parodia di reality, pubblicità, soap opera, trailer cinematografici, trasmissioni televisive. Insomma tutto quanto può fare tendenza per i ragazzi che usano il computer

Crede alla sinergia tra web e tv?

La tv non può assolutamente fare a meno del web. Quasi tutte le trasmissioni hanno un sito web nel quale riversano i loro prodotti rendendoli così accessibili sempre. Ed è proprio questa la richiesta del popolo del web: vuole fruire di un prodotto quando vuole, con la certezza di trovarlo sempre a disposizione. Dirò di più: i contenuti di trasmissioni come ad esempio Le Iene, molto amata dai giovani, tendono ad accorciarsi sempre di più, proprio per dare la possibilità di una maggiore fruizione sul web

Vuol dire che agli internauti non interessa il contenitore, ma il prodotto?
Esatto. Chi sta al computer non vuole sapere in quale trasmissione sono andati in onda determinati sketch, l'importante è che li trovi su Internet. E' la nuova moda di servirsi della tv attraverso il computer,

Cosa pensa della smania odierna di essere sempre connessi?

C'è una vera e propria dipendenza da Internet. Oggi comunque, si deve stare dinanzi al computer che sta quasi cannibalizzando la vita di ognuno. Essere connessi è diventato quasi un dovere sociale

E i social network?

Personalmente li uso solo per lavoro. Non riesco a capire la dipendenza di troppe persone dai social network, utilizzati per comunicare ogni azione della giornata e per postare foto, video che li riguardano. Si, i social network sviluppano l'egoismo. Sotto questo aspetto, bisognerebbe rivederne la fruizione

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Marida Caterini.