La mafia? Va forte in Tv
Televisione

La mafia? Va forte in Tv

Lo scrittore Alessandro D'Avenia: "La sceneggiatura deve però sottolineare le azioni di chi combatte per la giustizia"

La mafia va forte in tv. Soprattutto tra i giovani. Non siamo in grado di dirvi se sia una notizia buona o cattiva, ma forse più che dare subito risposte e meglio iniziare con qualche domanda. Partiamo dai dati: La fiction Mediaset Squadra Antimafia 4, appena conclusasi con un finale sospeso che lascia presupporre una continuazione, ha registrato picchi di ascolto tra uomini dai 20 ai 24 anni (32,6%) e donne dai 20 ai 24 (32,9%) e dai 25 ai 34 (32,5%).

Sono soprattutto ragazzi, quindi, a fermarsi davanti allo schermo per seguire le gesta della criminale Rosy Abate (Giulia Michelini) e del fascinoso (e sempre insanguinato) commissario Calcaterra (Marco Bocci). Giovani spettatori anche per Ris3, che nell’ultima puntata ha dato del filo da torcere a Caro amico ti scrivo, omaggio a Lucio Dalla condotto da Massimo Giletti in onda su Rai Uno. A seguirlo, in media, sono soprattutto uomini tra i 20-24 (19,3%) e donne dai 20 ai 24 (27,7%) e dai 25 ai 34 (25,2%).

E anche il successo sui social network, che conferma il grande seguito giovanile, è notevole. La pagina ufficiale Mediaset di Squadra Antimafia ha circa 180mila fan.

Non si può più ignorare, quindi, che i ragazzi siano attratti da una tv fatta di pistole, rapine, rapimenti. Abbiamo interpellato, per capirci qualcosa di più, Alessandro D'Avenia uno scrittore che di giovani se ne intende: l’insegnante e autore dei best seller Cose che nessuno sa e Bianca come il latte rossa come il sangue (entrambi Mondadori), dal quale è stato tratto un film, che sarà nelle sale italiane il 4 aprile.

Queste fiction, considerando il numero di giovani che le segue, saranno educative?

"Dipende da come sono costruite le storie - dice D’Avenia - Il Padrino, pur restando un capolavoro cinematografico, consacrò una visione romantica ed eroica del boss mafioso. I mafiosi stessi vi si identificarono. L’importante è che risulti chiaro dalla narrazione che lottare per la giustizia non è lo stesso che fare il contrario. Ci sono fiction e film che lo hanno fatto in modo encomiabile: mi vengono in mente quella su Borsellino interpretato da Giorgio Tirabassi, o Alla luce del sole sulla figura di don Puglisi".

C’è bisogno di eroi, insomma. E se sono soprattutto le ragazze ad amare la grinta di Rosy Abate di Squadra Antimafia, eroina con la pistola, è perché, forse, sentono il bisogno di mordere la propria vita e sentirsi meno vittime.

"Un tempo c'erano l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide. Oggi l'epica si è rifugiata nelle serie tv (basti pensare all'attuale successo di prodotti come Walking Dead in USA) e in grandi film epici come Guerre Stellari o Braveheart. Abbiamo bisogno di emozioni forti e di eroi senza paura che salvino il mondo, ora più che mai, in un momento di crisi nazionale e globale. I santi di Rai Uno e gli eroi antimafia di Mediaset, in fondo, sono una versione italiana di Spiderman e Batman d’oltreoceano".

Sete di emozioni, ma anche di verità. Sarebbe questo il motivo per cui queste fiction piacciono tanto ai ragazzi (e non solo). "In tv come nella vita, piace gente che si impegni, lotti, si batta per per il bene, per la giustizia". Se in più ci sono gli effetti speciali dei Ris, il cocktail per restare incollati allo schermo è presto fatto.

Dati fonte Mediaset

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Lorenza Sebastiani