Iacchetti: "Che spettacolo questi 60 anni"
(ufficio stampa)
Televisione

Iacchetti: "Che spettacolo questi 60 anni"

Il comico tra due mesi festeggerà il traguardo importante ma prima si concede ancora delle soddisfazioni: un disco d'oro, lui che cantante non lo è mai stato

Non succede quasi più a nessuno. Se si escludono Vasco, Ligabue, Tiziano Ferro e la Pausini, vendere 10 mila copie, 10 mila cd, al giorno d'oggi è un gran risultato per ogni cantante di medio livello. Ma se a venderne 35 mila e a portarsi a casa un disco d'oro è un comico, per di più con un disco benefico ('Acqua di Natale', uscito lo scorso novembre) allora il risultato è di quelli da festeggiare. Per questo Enzo Iachetti (ad agosto 60 anni) ha deciso di riunire amici e addetti ai lavori mercoledì sera al Yacout di Milano per una cena e un live show di presentazione della parte più ludica del progetto. Dopo aver raccolto fondi per costruire una diga in Africa, ha infatti pensato di divertirsi un po' con l'amico Eraldo Moretto, in arte La Cesira, nota Drag Queen italiana, cantando e recitando nel videoclip di 'Non sono mica Lady Gaga'. Un omaggio, imprevedibile e colorato, a quanti l'hanno sostenuto in questi mesi di fatica, se non fisica, per lo meno emotiva. Come testimoniano le fotografie - mai viste prima - del suo viaggio in Africa.

Un gran bel risultato ricevere un disco d'oro, per un non-cantante professionista.

Per questo disco d'oro mi hanno aiutato tanti nomi di calibro come Mina, Baglioni, il povero Lucio Dalla - che credo sia l'ultima canzone che abbia inciso - e ancora Enrico Ruggeri, Vecchioni, Covatta, Maria De Filippi... Insomma tutti quelli che hanno aiutato ad ottenere, insieme al pubblico che si è fidar di Enzino, questo importante risultato per Amref: sono tornato da poco dal Kenya, sono andato a vedere la diga che abbiamo costruito, sperando che piova in modo da dare da bere a 4 mila persone nei villaggi lì vicino. appena avrò i filmati li metterò sul mio Facebook e su Youtube così tutti potranno vedere dove sono finiti i soldi del loro disco.

Ci ha regalato qualche scatto privato del suo viaggio. Ma qual è la fotografia che si porta dentro di questi villaggi keniani?

Le fotografie non danno l'idea della miseria di questa gente. Quando sono andato si sono vestiti a festa, mi hanno festeggiato come se fossi un imperatore e mi son trovato in imbarazzo, in realtà. Però loro non hanno le scarpe, non hanno l'acqua, non hanno il cibo, hanno delle capre che se soffiasse un po' di vento le butterebbe a terra. Ho provato a vedere dove dormono, quanti chilometri fanno al giorno per recuperare 5 o 6 litri d'acqua che noi buttiamo via facendoci la barba, per esempio... E quindi sono tornato con parecchie considerazioni che non mi ero previsto di fare, tornerò senz'altro giù quando magari la diga sarà piena e troveremo nuovi obiettivi e andremo avanti, al posto di quel potere politico che potrebbe tirarli fuori dalle malattie con un semplice vaccino.

Lei è un uomo di spettacolo, di paillettes e lustrini. So che, oltre all'impegno umanitario, questo è un momento particolare di riflessione anche nella sua vita privata: queste due cose l'hanno cambiata? Hanno modificato il rapporto con il suo mondo?

Io non ho mai amato il mondo dello spettacolo, ho amato lo spettacolo. Questo mestiere io lo sognavo fin da piccolino, da quando avevo 6 anni e mi figuravo con il microfono in mano. A 9 anni avevo già una chitarra tra le braccia, a 11 già suonavo con un complessino... Insomma, volevo fare questo lavoro ma poi - da dentro - mi sono accorto che è una bolla di sapone che scoppia per un nonnulla, la gente è avida di se stessa, si vuole mettere in mostra. Non tutti, ma la maggior parte degli artisti sono insopportabili. Io ho pochi amici che fanno il mio mestiere: uno è Ezio (Greggio) che ha una vita privata molto  protetta ed è un uomo generoso e buono. Un altro è Eraldo, che conosco da 25 anni, fa tutt'altro e anche se può sembrare un artista anomalo è un bravissimo attore, e poi... pochi altri. Mi piace conoscere giovani, invece, e dare loro una mano perché il futuro della televisione,  che sta morendo, è nel web.

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Per questo ha messo in piedi un concorso per giovani talenti dedicato a Pepi Morgia?

Quest'anno non ci sarà il concorso, ma solo una due giorni di amici che vogliono ricordarlo, cantando e facendo cabaret. Era un uomo lieve, di grande cultura, che lavorava dietro le tende e spesso non ha ricevuto quel che meritava. Andiamo tutti gratis, ip compreso, ad omaggiarne la memoria nel suo comune....

I suoi amici più cari sono ancora i compagni di scuola di Luino, la città dov'è cresciuto. Tra loro c'è Patrizia, che è misteriosamente scomparsa da casa nel settembre del 2009 e per la quale si è esposto pubblicamente.

Io e i miei amici non ci siamo mai lasciati dopo la scuola, eravamo una classe di fratelli e due volte l'anno ci vediamo ancora per fare una cena. Loro hanno vissuto il mio successo, la mia trasformazione facendo un grande tifo per me, lei compresa... Siccome Patrizia non aveva più parenti, noi eravamo la sua famiglia. Quando è sparita, così all'improvviso, all'inizio davo molto credito alle forze dell'ordine, poi ho cominciato ad arrabbiarmi perché sapevo che non avrebbe mai lasciato casa sua e soprattutto sua figlia che amava sopra ogni cosa. Sappiamo che è uscita dal cancello, chiamata da qualcuno che conosceva, lasciando in casa telefonino, soldi, borsetta... Adesso cominciano a saltar fuori - dopo che mi son esposto a "Chi l'ha visto" - nuovi testimoni e così ho deciso, insieme ad altri compagni, di fare questo comitato come se fossimo parenti stretti che vogliono sapere come mai le indagini in quasi 3 anni non si siano mai mosse.

Riservato eppure in prima linea, per le buone cause, disposto a mettere in campo il cuore. Una domanda a bruciapelo: perché allora nelle conferenze stampa ufficiali, come quella annuale di presentazione di Striscia, sembra sempre così antipatico e sbrigativo?

È un momento allucinante, io non sopporto questi momenti perché ti chiedono delle sciocchezze e poi perché è giusto che parli Antonio Ricci, è lui che conosce quello che andrà a sviluppare nell'edizione. Quindi noi andiamo lì 3 ore, senza dire una parola, poi facciamo le stesse fotografie, le stesse interviste di 18 anni fa e allora... Ogni volta lo prego di lasciarmi a casa, ma lui vuole che ci sia e allora mi trovi un po' scontroso: preferisco fare le interviste come questa perché so che ti interessi solo a me in questo momento.
Allora parliamo del lato goliardico di questo disco d'oro. Di certo, lei non è Lady Gaga...

A me piace provocare, qualche giorno  fa ho preso un premio per la solidarietà in una cattedrale di Bisceglie e mi son detto: "ma questi qui sono impazziti, cosa c'entro io con l'Associazione Papa Giovanni Paolo II visto che sanno che non vado in chiesa? Che non ho la fede?". Poi ho capito che non bisogna averla, ma fare cose buone e credere in quel che si fa. E già mi cantavano il ritornello di Lady Gaga, i ragazzi... Questa cosa che salto da un posto all'altro, prima faccio una canzone di buoni sentimenti poi faccio un video con le drag queen, mi piace moltissimo. Io poi mi sono vestito da donna milioni di volte: da Maria, quando facciamo le veline, le velone io ed Ezio. Ci siamo vestite anche da maiale, ma la nostra è una caricatura, interpreto un ruolo.
Che ruolo le manca di interpretare nella sua carriera?

- Mah, non ho contatti con il cinema che potrei fare benissimo, ma che purtroppo è diventato una prerogativa romana. Se non abiti a Roma e non frequenti quegli ambienti, sei fuori. Solo Claudio Bisio ce la fa, come uomo del Nord, a fare del cinema. Forse ci considerano non facenti parte della città e siccome il cinema è nato lì e la televisione è nata qui, allora ci si è spartiti le professioni. È un'assurdità che in America non esisterebbe, se uno è bravo a teatro e in televisione non è possibile che non lo sia al cinema.
Scenderebbe in politica, come Grillo?

Io sono in antitesi con la partitocrazia e credo che tutti quelli che dicono che Grillo è un qualunquista si stanno mangiando le unghie perché ha scoperto i nervi di una politica molto ammalata. Stiano molto attenti a sottovalutare tutta la gente che è stufa e, anche se a volte Grillo sembra esagerato, io apprezzo le persone che dando il voto al suo movimento hanno detto che sono stanchi dei soldi che ci portano via ogni volta, stanchi dei finanziamenti ai partiti, stanchi di stare sotto la Germania, stanchi di essere presi in giro dalla Francia, stanchi di tutto no? Questa pulizia nel parlamento va fatta e spero che mio figlio, che ha 25 anni, abbia un futuro chiaro dopo questa mini-rivoluzione.

Torniamo, per chiudere, a parlare della sua personale rivoluzione: la costruzione della diga in Kenya.

Loro non sanno chi sono e cosa faccio, sono solo qualcuno che si è occupato di loro. Con la mimica alla Chaplin ho cercato di spiegare come sprechiamo l'acqua qui e li ho anche fatti ridere. Poi anche loro hanno fatto una scenetta su come la usano loro, la poca acqua che hanno. Sono generosi, lo vedi dagli occhi come ti ringraziano, ballano e cantano per festeggiarti. Conoscono Amfer e per loro è una salvezza internazionale, anche in zone difficili ti fanno passare ai posti di blocchi, è la nuova Croce Rossa. Il mio amico Giobbe Covatta mi ha insegnato molto: la speranza è portare alle nuove generazioni l'acqua e la scuola. Basta davvero poco, basta digitare Amref Italia dopo aver finito di leggere questa intervista.

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Roberta Potasso