Special Mou, l'uomo da un miliardo di euro
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Special Mou, l'uomo da un miliardo di euro

Tanto ha fatto spendere ad Abramovich, Moratti e Perez in dieci anni tra stipendio e mercato. Adesso ci riprova... - Calciomercato in diretta

Quando pronunciò le (prime) parole che lo hanno reso famoso José Mourinho aveva qualche chilo in meno rispetto ad oggi, meno capelli bianchi ma, certamente, anche un conto in banca infinitamente meno ricco di quello che lo accompagnerà nel suo ritorno a Londra. Io giorno in cui disse "I think I'm special one" (2 giugno 2004) Mourinho era già un tecnico vincente avendo appena sollevato la Champions League con il Porto, però non era ancora il Re Mida che ha occupato la scena del calcio europeo per il decennio successivo arricchendo se stesso e facendo spendere ai suoi presidenti una vera fortuna tra mercato e stipendi.

Da allora sono passati nove anni e il contratto che Mou ha strappato al Chelsea per tornare nel posto del cuore ("Là dove mi vogliono bene" ha detto) è di quelli top class malgrado l'ultima stagione sia stata la peggiore della sua carriera, chiusa senza titoli in bacheca e con il pubblico di Madrid diviso tra fischi (molti) e applausi (pochi). Ha firmato un quadriennale che i ben informati raccontano da 10 milioni di euro netti più bonus che lo fanno salire quasi in automatico oltre gli 11: 30.000 euro al giorno, vacanze e festivi compresi.

Segno che la sua parabola ascendente non si è ancora interrotta. Se tutto andrà bene, a maggio Mourinho potrà tranquillamente dire di aver sfondato quota 100 milioni di euro di guadagni in dieci anni. Un record. La prima volta al Chelsea gli era valsa un assegno da 5 milioni netti, diventati poi 6 e 7,5 con il passare delle vittorie e delle stagioni fino alle dimissioni nel settembre del 2007. Moratti gli passava 9 milioni netti nel primo anno in nerazzurro e 12 in quello del Triplete, dopo avergli ritoccato la busta paga per non perderlo nel corso dell'estate. Il Real Madrid ufficialmente si è fermato a 10 milioni, ma le ultime classifiche internazionali lo accreditavano di stipendi da 13,5 e incassi complessivi superiori ai 15 milioni netti a stagione.

Un'autentica macchina da soldi. Un'industria che ha anche fatturato molto in termini di vittorie anche se, negli ultimi nove anni, ha centrato una sola volta la Champions League, la competizione di cui Mou passa per essere uno specialista ma che a Londra e Madrid non sono riusciti ad accarezzare. Malgrado tutto passa per essere il migliore (o quasi) e come tale viene pagato. Guai a toccare l'argomento con lui. A Milano è celebre la risposta piccata a un giornalista che gli chiedeva conto del gioco non entusiasmante dell'Inter a fronte del suo stipendio: "Sei male informato. Nove milioni? Sono 11 e con i bonus salgono a 14". Vero? L'Inter dovette precipitarsi a smentirlo per evitare problemi.

Il ritorno a Londra, se resisterà come promesso firmando il contratto fino al 30 giugno 2017, gli porterà in banca altri 44 milioni di euro. Provando a fare un calcolo a spanne si attesterà tra 120 e i 150 a partire dall'estate del 2004, quella del primo passaggio alla corte di Abramovich. Al lordo delle tasse fanno quasi 300 da aggiungere ai 725 spesi in nove campagne acquisti di Chelsea, Inter e Real Madrid, dai 161 certificati di quell'estate dello "I'm the special one" fino agli ultimi 33 per Modric in Spagna. Le prossime settimane faranno girare ulteriormente la ruota. Chissà se Mou conierà un nuovo termine. Special One? No, chiamatelo Billionare.

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