MotoGp, Gp Silverstone: Lorenzo firma il miracolo su Marquez
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MotoGp, Gp Silverstone: Lorenzo firma il miracolo su Marquez

Lo spagnolo della Yamaha riesce ad avere la meglio sul leader del mondiale al termine di un duello lungo una gara. Impeccabile, maestoso, perfetto: il migliore Lorenzo della stagione. Pedrosa terzo, Rossi quarto. LE PAGELLE

10 – Jorge Lorenzo. Semplicemente, straordinario. Sapeva che per avere la meglio sul satanasso di Cervera avrebbe dovuto fare una gara impeccabile, perfetta e pure di più: ha fatto addirittura meglio. Già dalla partenza, scavalcando il suo diretto avversario sulla Honda con il piglio del fuoriclasse che non ha alcuna intenzione di beccarsi le pernacchie da un giovincello. Spalla a spalla al via della corsa. Spalla a spalla per tutta la gara. Lorenzo davanti e Marquez dietro di uno sbadiglio. Tanto che i tecnici Yamaha a bordo pista non hanno mai dovuto cambiare i numeri sul cartellone per raccontare un distacco inesistente: +0. Per la serie, pensaci tu. Altro non si può fare.

L’aveva detto alla vigilia: “Se perdo anche qui, posso dire addio al Mondiale”. Lorenzo non poteva permettersi un altro passo falso. Non era possibile. Fosse successo, Marquez avrebbe avuto la strada spianata per un titolo da leggenda. E non è detto che così non sia comunque, perché il secondo posto garantisce al marziano sulla Honda un vantaggio tutt’altro che disprezzabile sui suoi diretti inseguitori. Eppure, qualcosa è cambiato. Provate voi a correre per 20 giri 20 con il fiato sul collo di un fenomeno che non ha paura di alcunché perché tanto, comunque, vada, andrà bene.

Al giro numero 17, prendono forma i fantasmi di Brno. Marquez attacca e vince. Lorenzo passato, ma non sconfitto. Tempo qualche istante e l’uomo Yamaha restituisce la cortesia. Non è finita. Ancora una volta, Marquez su Lorenzo. A uno sbuffo dal traguardo, la zampata che fa entrare il gp di Silverstone nella storia delle prove più belle della stagione. Lorenzo, di potenza, mira al petto dell’avversario e spara. Applausi a scena aperta. Il re non è morto. Lorenzo c’è. Lorenzo c’è.

9 – Marc Marquez. Dicono con il sorriso che l’abbia fatto apposta. Che sia caduto nelle prove generali della mattina a 300 km/h per annullare il vantaggio su Lorenzo e Pedrosa, sofferenti da settimane per i noti guai fisici. Alla fine, però, a lui è andata decisamente meglio. Il medico gli ha riscontrato una lussazione alla spalla e niente più. Un male cane, intendiamoci, da urlare in direzione delle stelle a ogni curva, ma poteva finire peggio, molto peggio.

Tanto che al via, tutto sembra già risolto. Come se non fosse successo niente, Marquez prende a braccetto Lorenzo e insieme prendono il largo in un amen. Il leader del mondiale si mette comodo sulle spalle dell’avversario e lì rimane per tre quarti della corsa, pizzicandolo di tanto in tanto giusto per dargli fastidio e per fargli capire che non poteva sbagliare nemmeno a battere le ciglia. Poi, l’assalto, come da copione. Una lotta tra giganti. Infinita, bellissima, attesa eppure sorprendente. Oggi ha vinto Jorge, ma domani…

8 – Dani Pedrosa. Se non ci fosse, sarebbe un bel guaio. Allo spagnolo della Honda spetta ormai sempre più spesso il compito di mettere sale a un campionato che altrimenti sarebbe una lotta a due al limite del noioso. A Silverstone, Pedrosa non sbaglia un colpo.  Dal secondo giro comincia a inanellare giri veloci con la continuità di un supereroe. Passa Rossi, quindi Bradl, e in un niente annulla il vantaggio di 2,5 secondi che la coppia di testa gli aveva assegnato. Il resto, una piacevolissima abitudine. Pedrosa si piazza dietro al compagno di squadra e osserva da vicino le scaramucce tra i due extraterrestri. Il terzo posto sul traguardo è il miglior risultato possibile.

7 – Valentino Rossi. Certo, fa male sentire il Dottore che sorride per un sesto posto sulla griglia di partenza. Perché le attese per il suo ritorno tra i grandi erano altissime a inizio stagione. Sappiamo tutti come vanno le cose. Rossi fa fatica a prendere le misure a una moto che non gli permette di guidare come vorrebbe. E poi, le nuove qualifiche, che lo penalizzano non poco. Insomma, dopo le prime gare tutto è diventato chiaro e trasparente. Rossi avrebbe lottato per stare davanti al gruppone dei piloti di seconda fascia. Lasciando al trio di spagnoli le battaglie più avvincenti. Il quarto posto di oggi, la conferma che tutto torna. Valentino partiva sesto e come al solito ha impiegato la prima metà della corsa a prendere coscienza di cosa stava capitando. Quindi, ha dato gas all’acceleratore e ha iniziato il recupero. Bellissimo il ira e molla con Bradl, lungo e difficile il confronto con Bautista. Non benissimo, ma bene.

7 – Alvaro Bautista. Con Cruthlow e Bradl (a proposito, il tedesco della Lcr è tra le migliori rivelazioni del mondiale) compone il trio delle meraviglie della Serie B. Mentre Lorenzo, Marquez e Pedrosa sgomitano per il gradino più alto del podio e Rossi si arrampica sugli specchi per non fare brutte figure, Bautista, Crutchlow e Bradl si dannano l’anima per acciuffare un posto al sole tra coloro che non hanno il piacere di pilotare una moto “ufficiale”. Spesso, ci riescono. Prima uno, poi l’altro, in allegra alternanza. Bautista oggi chiude quinto, come al Sachsenring. E soltanto perché il Dottore lo mette sotto a pochi metri dall’arrivo.

6 – Cal Crutchlow. Il voto va all’uomo, più che al pilota. Dopo i due ruzzoloni del sabato, fuori pista pesanti che l’hanno obbligato a passare un paio di orette in infermeria per farsi sistemare le ossa, il britannico ha avuto il coraggio e la generosità di rimettersi in moto per acciuffare un terzo posto in qualifica che ha quasi del miracoloso. Ma la gara è un’altra storia. E infatti Cal il magnifico fa del suo meglio per stare al passo con i migliori, finché capisce che il settimo posto non è poi così male considerando le avventure poco gradevoli del giorno precedente. La Yamaha ha deciso di fare a meno di lui. Probabile che si pentirà.

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Dario Pelizzari