MotoGp, Gp Francia - Pedrosa doppietta, Rossi flop
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MotoGp, Gp Francia - Pedrosa doppietta, Rossi flop

Per il pilota Honda, nuovo trionfo dopo la vittoria a Jerez. Benissimo fanno anche Crutchlow (2°), Marquez (3°) e Dovizioso (4°). Per la Yamaha, giornata nerissima con Lorenzo e il Dottore lontanissimi dal podio. LE PAGELLE

8 - Dani Pedrosa. Servita la doppietta che non ti aspetti. Ancora lui, un altro trionfo, a meno di quattordici giorni dal precedente, confezionato sulla pista di Jerez de la Frontera. Dani di Sabadell partiva in sesta posizione a causa di una prova così così nelle qualifiche. Lo diceva lui, "con il bagnato qui è difficile, perché c'è pochissimo grip, ma con l'asciutto posso fare bene". Qualcuno da lassù deve averlo ascoltato. Perché, pronti e via e la pioggia comincia a diminuire di intensità fino a scomparire completamente a metà gara. 

Problemi per tutti, a causa delle gomme che rischiavano di trasformarsi in briciole, tranne che per il fuoriclasse della Honda, che infila un avversario dietro l'altro e si gode l'ultima parte della corsa in completo relax, distante anni luce, forse più, da chi lo segue. Da applausi il sorpasso su Dovizioso, vittima designata eppure eroica. Dopo quattro gare, Dani il magnifico viaggia in solitaria al primo posto in classifica generale con sei punti di vantaggio sul compagno di squadra Marquez. Tanta, tantissima roba. 

8 - Andrea Dovizioso. Vero, a Le Mans le Ducati hanno sempre fatto bene e pure la pioggia ha fatto il suo, mescolando le carte e attenuando le differenze tra le moto più veloci e quelle meno. Epperò, Dovizioso fa il fenomeno in qualifica con la pista asciutta, guadagnandosi un terzo posto in griglia che la dice lunga circa i contorni dell'impresa, che tra l'altro non era mai riuscita a Valentino Rossi in due anni di Ducati. E non è finita qui. Perché la gara comincia con la pista bagnata e pure tanto. E il pilota forlivese si supera. 

Parte benissimo e ingaggia da subito un corpo a corpo da trattenere il fiato con Pedrosa, che non riesce a staccarlo per tredici giri. Dovizioso al comando della gara, e chi ci credeva? Forse, nemmeno a lui, che però si batte come un leone fino al traguardo per salire sul podio come meriterebbe. Tuttavia, prima Crutchlow, poi Marquez lo passano a pochi giri dalla conclusione. Prova straordinaria la sua. Per impegno, dedizione e coraggio. 

8 - Cal Crutchlow. D'accordo, il pilota della Tech 3 sarà un mezzo matto, perché in corsa firma dei numeri da mamma mia. Eppure, numeri alla mano, con il secondo posto di oggi si trova sul gradino numero quattro della classifica generale dietro al trio di spagnoli tutta birra. Ma davanti a Rossi e a Dovizioso, che hanno una moto ufficiale, mentre lui, disperato e triste (ma anche no), dalla Yamaha continua a ricevere pacche sulla spalla e poco altro. 

In più, va detto che Cal è salito sulla moto con i cerotti a causa del ruzzolone di ieri, che gli ha provocato la frattura del piatto tibiale destro. Come dire, non proprio una passeggiata in serenità. Ciò detto, il britannico che tanto ricorda l'ex Take That, Robbie Williams, fa come se niente fosse. E macina giri veloci con una facilità disarmante. Partiva quarto, è arrivato secondo, dopo aver passato, nell'ordine, Rossi e Dovizioso. Rischia nel finale di essere raggiunto da Marquez, ma gli va bene.

7 - Marc Marquez. Le attenuanti del caso c'erano proprio tutte. L'enfant prodige della Honda non aveva mai corso sotto la pioggia in MotoGp. E non è proprio un dettaglio da nulla. Quando si spengono i semafori, si capisce perché. Tempo un paio di minuti, forse tre, e Marquez, che partiva dalla pole, si ritrova in ottava posizione. A lottare per sopravvivere. Macinando una fatica del diavolo per tenere la moto in pista. Le cose cambiano quando la pista comincia ad asciugarsi e Marc il terribile si ritrova a uno sbuffo il suo nemico numero uno Jorge Lorenzo, in viaggio di piacere nelle retrovie della gara. 

Si accende la lampadina e inizia per il giovanissimo della Honda una nuova corsa. Marquez mette le ali alla sua moto e recupera posizioni su posizioni. A meno quattro giri dal traguardo, gli capita di sentire il puzzo del carburante di Crutchlow, che suda freddo per la paura che qualcuno gli porti via il secondo posto. E' un attimo. Marc corre e sbuffa come un ossesso, ma poi si arrende quando capisce che non c'è più nulla da fare. Che recupero. Che grinta, che spettacolo.

5 - Jorge Lorenzo. Una sofferenza lunga una gara. Da chiudere gli occhi e sperare che tutto finisca il prima possibile. In effetti, il campione del mondo in carica della Yamaha gli occhi sembra chiuderli davvero per buona parte della corsa. Dopo essere stato inforcato da Pedrosa, che gli strappa il secondo posto in un amen, è una caduta libera che pare non avere fine. Lorenzo soffre e crolla. Perdendo posizioni su posizioni. Si assesta da metà gara in ottava posizione, che diventa settima per gentile concessione di Bradl e Rossi. Yamaha nei guai. E Mondiale tutto in salita. 

5 - Valentino Rossi. Sembrava fosse amore invece era un calesse. Certo, le qualifiche non erano andate benissimo, tutt'altro (ottavo posto in griglia), ma si sapeva che il Dottore aveva dei problemi a produrre giri veloci alla bisogna. Insomma, bene lo stesso. Perché Vale in gara va fortissimo. Ipotesi confermata da un inizio scoppiettante, dove il missile di Tavullia guadagna ben quattro posizioni e si mette all'inseguimento del trio dei soliti spagnoli. Passa anche Lorenzo, che non ha la forza di reagire. E' podio. Da conservare con cura. 

Ma al giro numero dodici arriva Crutchlow, che lo riporta con i piedi per terra. Fino all'episodio che pone fine alla sua gara. Giro numero 17. Hayden gli fa sentire il fiato sul collo e lui scivola fuori pista. Stop alle telefonate. Riuscirà a riportare la moto sul cemento, ma giusto per fare numero e arginare la disperazione. Chiuderà dodicesimo, tra lo sgomento della Yamaha e la conferma che la nuova avventura non è cominciata come era lecito attendersi. Si può dare di più. Molto di più.

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Dario Pelizzari