La sfida senza tempo di Josefa
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La sfida senza tempo di Josefa

A 47 anni cerca ancora una medaglia olimpica dopo aver sfiorato l'oro a Pechino. Con 8 partecipazioni è la donna più presente ai Giochi di tutti i tempi. Lasciare? "Non garantisco che non mi rivediate anche nel 2016"

L'unica promessa impossibile da farle fare è che la prossima sfida sia l'ultima. La prossima Olimpiade, la gara che arriva o anche solo il progetto che ha in mente e che insegue con una determinazione rara. Impossibile e inutile perché Josefa Idem che entra nei Giochi di Londra con l'età in cui una donna avrebbe il diritto di non chiedere più miracoli al suo fisico ha già il mirino puntato oltre e non se la sente di assicurare che non ci sarà una prossima volta.

Eppure le primavere cominciano a pesare perché ormai sono 47 (quasi 48) e il palmares è talmente ricco da giustifica una serena vecchiaia sportiva. Guai a dirglielo. Lei spiana il suo solito sorriso e tira dritto. Senza nascondere le rughe che incorniciano il suo volto, ma anche evitando accuratamente di fare promesse. Fosse arrivato l'oro invece di un bronzo beffardo per 4 millesimi di secondo a Pechino nel 2008 (finale del K1 500) forse adesso sarebbe seduta su un divano oppure a Londra ma nella veste di commentatrice. Invece il destino si è fatto beffe del suo sprint e allora lei ha deciso di sfidarlo nuovamente.

Con i cavalieri Piero e Raimondo D'Inzeo è l'atleta italiana con il più alto numero di partecipazioni olimpiche: ben otto di cui due (Los Angeles 1984 e Seul 1988) sotto la bandiera della Germania prima di conoscere e sposare il suo allenatore Guglielmo Guerrini, fare coppia con lui non solo in acqua e alla fine scegliere la strada della naturalizzazione. Da noi si è trovata così bene da decidere di diventare italiana non unicamente per il passaporto. E' una di noi. Tedesca nella testa ma azzurra nell'anima.

La lista delle sue vittorie è impressionante. Ci sono 4 medaglie olimpiche (un oro, 2 argenti e un bronzo), 10 mondiali (quattro volte sul gradino più alto) e 5 europee. Il racconto delle sue imprese 'umane' ancor di più. Ha avuto il carattere di allenarsi e tornare ai vertici a soli quindici mesi dal parto a quarant'anni compiuti nel 2004. Nessuno le dava la chance di essere ancora vincente e tutti dovettero ricredersi vedendola in acqua ad Atene e poi sul podio con neonato al collo. Ha scelto di mettere insieme sport ed impegno sociale misurandosi anche con la vita politica: assessore allo sport del Comune di Ravenna dal 2001 al 2007.

Esperienza che non conta di ripetere perché dotata di poca diplomazia, ha spiegato. Anche questa, però, è una promessa che non necessariamente dovrà rispettare nella sua prossima vita. Quella che inizierà una volta abbandonata la pagaia. Quando? Forse dopo Londra, ma non scommettetici troppo.

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Giovanni Capuano