Il fantasma di Robben e la Germania troppo stanca
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Il fantasma di Robben e la Germania troppo stanca

Nell'Olanda sconfitta a sorpresa dalla Danimarca l'ennesimo flop di un campione che manca gli appuntamenti decisivi. Il blocco-Bayern senza gambe e idee. Allarme errori arbitrali

C'è un fantasma che si aggira per l'Europa e da ieri sera ha gli occhi ancora più persi nel vuoto e il volto scavato dalla delusione. E' il fantasma di un giocatore dalla classe purissima presa a schiaffi da un destino impietoso. Vederlo seduto lì in mezzo al prato di Kharkiv con la testa china e intorno i danesi a festeggiare ha ricordato a molti una scena già vissuta negli ultimi anni. Arjen Robben ha fallito l'ennesimo aggancio con la storia e, se il pronostico della vigilia non risulterà sbagliato, il ko dell'Olanda contro la Danimarca equivale all'addio degli 'orange' dall'Europeo che sognavano di vincere.

Robben ha 'bucato' ancora una volta la partita. Gli era già capitato in altre occasioni. Risultare abulico e decisivo (ma al contrario) mentre tutti gli chiedevano di essere trascinatore. E' vero, il palo basso alla destra di Andersen colpito pochi minuti dopo il vantaggio danese può essere imputato alla sfortuna e nulla più. Però l'attaccante olandese del Bayern Monaco è stato il peggiore della linea offensiva di Van Marwijk: peggio di Afellay, Van der Vaart, Huntelaar e Sneijder (il migliore). Peggio forse anche di Van Persie la cui delusione è direttamente proporzionale ai 30 milioni di euro della valutazione data dall'Arsenal. Contro la Germania sarà uno spareggio disperato con poche chance di rimanere dentro la manifestazione. All'Olanda, per paradosso, potrebbero anche non bastare due vittorie contro tedeschi e portoghesi.

Robben incassa un nuovo fallimento. Aveva mancato gol e prestazione nella finale di Champions League a Madrid contro l'Inter nel maggio 2010. Un mese più tardi aveva messo sul fondo a tu per tu con Casillas il pallone recapitatogli da Sneijder che avrebbe regalato il Mondiale sudafricano all'Olanda. Quest'anno era già uscito a capo chino due volte. In aprile dopo aver calciato sul portiere il rigore del pareggio nella sfida-scudetto contro il Borussia Dortmund (1-0 per i gialloneri e titolo volato via) e, soprattutto, nella notte amara della finale nel giardino di casa contro il Chelsea. Era un mese fa: tempi supplementari, penalty per i tedeschi, tiro di Robben e parata di Cech. Cosa avrebbe potuto essere la carriera di Robben senza questi errori non è dato saperlo. Però il suo fantasma da ieri serasi aggira per Kharkiv e l'Europa.

FATTORE STANCHEZZA - Piccola considerazione dopo aver visto la Polonia deludere, l'Olanda crollare e la Germania battere il Portogallo con una prestazione non eccelsa. Sarà un Europeo condizionato dalle fatiche della stagione appena conclusa. Non è un caso che la nazionale tedesca che ha superato i portoghesi avesse in campo ben sette giocatori del Bayern Monaco. Ha vinto lasciando una certa sensazione di affaticameno esattamente come la Polonia dei talenti che giocano in Bundesliga e l'Olanda scoppiata del debutto.

Le scorie di campionati e Champions League si stanno facendo sentire. Lo ha detto anche lo staff medico azzurro e lo stesso Del Bosque teme per i la condizione fisica e psicologica dei reduci del duello tra Barcellona e Real Madrid. Il Bayern ha chiuso la stagione il 19 maggio (così come il Chelsea). In Spagna la finale della Copa del Rey è stata giocata la settimana successiva. Troppo vicine al via dell'Europeo. Soprattutto in queste prime giornate occhio alle sorprese.

TRAVERSA, LINEA, NON GOL - I tifosi portoghesi non ce ne vogliano, ma salutiamo con gioia la traversa-linea-non gol su tiro a colpo sicuro di Pepe che ha castrato le ambizioni lusitante. In Polonia e Ucraina non ci sono ancora le sbandierate tecnologie sui gol fantasma, ma Lannoy e assistenti (compresi i giudici di porta) non hanno sbagliato chiamata. Da matita blu, invece, l'errore di Skomina sulla sbracciata di Jacobsen nel finale di Danimarca-Olanda. Era rigore netto. Gli 'orange' protestano furiosamente e Collina apra una riflessione: due giornate e due errori gravi. Troppo. Urge correre ai ripari.

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Giovanni Capuano