Gallinari: "La Nba è quasi un altro sport"
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Gallinari: "La Nba è quasi un altro sport"

La stella della Nazionale e dei Denver Nuggets è stato a Torino per la fase finale del tour Nba 3X

A Torino, nella centralissima piazza San Carlo, teatro qualche mese fa della doppia festa dei tifosi bianconeri e granata, si è concluso il tour italiano della Nba, a caccia di numeri e applausi con canestri e campioni nell'ambito dell'iniziativa "Nba 3X". Ospiti d'onore del pomeriggio di pallacanestro a due passi dalla Mole, due pezzi da Novanta del basket made in Italy, Nicolò Melli, classe '91, ala grande della rinnovatissima Olimpia Milano, e Danilo Gallinari, stella tra le stelle dei Denver Nuggets, squadrone che negli ultimi playoff Nba è stato bloccato sul 4 a 3 dai Los Angeles Lakers.

I due giocatori griffati Adidas si sono concessi al pubblico torinese, che ha dimostrato di gradire parecchio la loro presenza. Il tempo di qualche foto, di un paio di palleggi sotto canestro, poi spazio alle domande della stampa, che è corsa in forza per approfittare dell'occasione di parlare di persona con uno dei tre campionissimi di casa nostra che hanno fatto fortuna negli Stati Uniti. Melli e Gallinari, seduti uno di fianco all'altro sotto il sole inatteso di un settembre particolarmente generoso rispondono con la consueta disponibilità alle domande dei giornalisti.

Cominciamo da quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi nella pallacanestro italiana. Siena ridimensionata, Olimpia Milano sempre più forte. Dopo 6 stagioni di dominio toscano, sarà la volta buona per i colori biancorossi?

Melli: "Certamente, noi speriamo di sì. Vero, sono arrivati tanti nuovi giocatori e le premesse per fare bene ci sono tutte. Ora è importante fare in modo che le tante nuove pedine lavorino assieme per raggiungere l'obiettivo".

Gallinari: "Io non posso che augurare loro ogni bene. Come sapete, oltre a essere un ex sono anche un grande tifoso dell'Olimpia, per cui spero di cuore che sia la stagione giusta. Prima ho detto a Nicolò che stavolta non si può sbagliare. Faranno bene, ne sono sicuro".

Gallinari, il presidente Meneghin è pazzo di lei. Raggiunta la qualificazione agli Europei ha detto: "Gallo è stato un esempio per applicazione e dedizione alla causa. Si è messo a disposizione della squadra con umiltà e determinazione, è un grande!". Quando ha accettato di unirsi alla Nazionale credeva davvero che ci fossero i presupposti per fare così bene?

Devo ammettere che non mi aspettavo sicuramente di chiudere le qualificazioni con un 8 a 0. Ma le cose sono arrivate da sé, partita dopo partita, successo dopo successo. Sono contento di come siano andate le cose. Felice per tutto. Per la squadra, per i tifosi, per il presidente. E' una grande gioia per me essere riuscito a contribuire a portare l'Italia alla fase finale dell'Europeo.

L'Italia non è l'America. Anche e soprattutto nella pallacanestro. Le differenze del campo le conosciamo. Quelle fuori, un po' meno...

Beh, posso dire che la differenza più evidente è legata al fatto che in Nba si giocano 3-4 partite alla settimana. Cambiano i tempi, cambia l'organizzazione, cambiano le distanze. Insomma, è davvero tutto un po' diverso. Pure le regole del gioco. E' quasi come giocare un altro sport...

Qual è la tua giornata-tipo a Denver? Ti capita di uscire spesso con i tuoi compagni di squadra?

Di solito, gli allenamenti iniziano alle 11. Io però arrivo in palestra intorno alle 9 per lavorare sulla preparazione. Nel pomeriggio, ma soltanto quando non sono previste trasferte o partite, siamo generalmente liberi. Ho legato un po' con tutti nello spogliatoio, di volta in volta si organizzano uscite a seconda di quanto si pensa di fare. Ciò detto, è innegabile che nel corso della stagione abbia frequentato di più i tanti ragazzi europei che fanno parte del roster.

La nuova stagione della Nba prenderà il via il prossimo 30 ottobre. Ancora qualche giorno di vacanza in Italia e poi sarai costretto a tornare negli States per riprendere gli allenamenti...

Sì, fra poco si parte. Aspetto una chiamata dagli Usa per capire come e quando muovermi. Fra poco si ricomincia, non vedo l'ora...

L'obiettivo dei Nuggets? Contro i Lakers siete arrivati vicinissimi a fare un grande risultato. Sotto 3 a 1, avete ceduto soltanto in gara 7...

Sì, è stato un grande recupero, ma poi non c'è stato niente da fare. Per quest'anno, non possiamo che augurarci di ripeterci per tornare a qualificarci ai playoff. Anche se le cose saranno sicuramente più difficili. Le squadre della Western Conference si sono rinforzate parecchio, difficile dire come andrà a finire.  

Sei arrivato all'Olimpo del basket pro. Ma sognare non costa nulla. Quali sono i tre giocatori con i quali vorresti dividere lo spogliatoio?

Gioco nei Nuggets e divido lo spogliatoio con tantissimi campioni. Non potrei chiedere di meglio. Diciamo che mi accontento così, per il momento, poi vedremo...

Da quelle parti non sono concessi passi falsi e la pressione è sempre altissima. Mai pensato nemmeno per un momento di tornare a giocare in Italia?

Sì, è vero, le pressioni sono altissime, ma io ho la fortuna di aver fatto diventare la mia passione un lavoro e non potrei proprio lamentarmi. La tensione si sente, chiaro, ma fa parte del gioco. Se non sei capace di reggerla, meglio che scegli di fare altro. No, proprio no, felice di stare là, anzi spero che l'esperienza in Nba prosegua il più a lungo possibile. Per tornare in Italia, c'è sempre tempo...

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Dario Pelizzari