Hamilton-Rosberg: a chi la gara più importante?
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Hamilton-Rosberg: a chi la gara più importante?

Davide Valsecchi, ex-pilota della Lotus, non ha dubbi: "Il britannico ha più possibilità, ma a patto che vada ad Abu Dhabi per vincere il Gp"

Lewis Hamilton o Nico Rosberg, chi la spunterà? A una gara dalla conclusione del campionato, il pilota britannico ha un vantaggio di 17 punti sul suo compagno di squadra. E il 23 novembre la Formula 1 fa tappa sul circuito di Marina Bay per l'epilogo che vale doppio. Cinquanta punti per chi vince il gran premio contro i 25 di consuetudine: uno scivolone e addio titolo. "Alla fine Hamilton farà suo il mondiale, ma faticherà non poco", spiega a panorama.it l'ex pilota della Lotus, Davide Valsecchi, che il prossimo 3 dicembre volerà negli Stati Uniti per un provino che potrebbe aprirgli le porte dell'Indycar. Signore e signori, lo spettacolo è servito.

"E' una battaglia bellissima. Anche e soprattutto perché la sfida tra i due piloti Mercedes è stato l'unico motivo di interesse delle ultime gare. All'inizio del campionato ero straconvinto che Hamilton avrebbe distrutto Rosberg. All'interno del paddock è considerato il pilota più forte, non avevo dubbi che ce l'avrebbe fatta a battere il suo compagno. Invece, devo ammettere che il pilota tedesco ha fatto bene fino a due-tre gare fa, quando ha commesso una serie di errori grossolani. La staccata della prima curva di Sochi, il punto più basso, un errore gravissimo. Era in testa e ha distrutto la sua possibilità di vittoria".

In Brasile, il britannico ha commesso un errore che poteva costargli carissimo. Come spiegare la sua disattenzione?
"Secondo me è andata così: Rosberg entra ai box per il cambio gomme ed Hamilton, che sente di essere più veloce, decide di rimanere fuori ancora un giro. Ci vede giusto, perché in quel giro fa il record della corsa. Stava volando. E pensa che se rimane fuori ancora un altro giro, considerando che Rosberg nel frattempo è uscito ed è nel traffico, ha la possibilità per scavalcarlo. Rimane fuori e si prende il rischio. Spinge come un matto e le gomme, ormai consumate, lo tradiscono. E' un errore grave, certo, ma capisco le sue ragioni. Ha sbagliato perché voleva vincere e ci ha provato. Vero, ci poteva lasciare il mondiale. Se ci fosse stata la sabbia, ora sarebbe secondo dietro a Rosberg".

La sensazione è che negli ultimi giri non ci abbia provato davvero a passare Rosberg.
"Sono d'accordo. La strategia di rimanergli attaccato per 20 giri non è condivisa da nessuno nella F1. Se avesse voluto vincere davvero, avrebbe fatto in un altro modo. Avrebbe attacco subito dopo il pit-stop, oppure sarebbe rimasto distante un secondo e mezzo e ci avrebbe provato negli ultimi giri. Ha scelto invece di francobollare Rosberg, ma così ha rovinato le gomme anteriori. Gli ingegneri glielo avranno ricordato sicuramente. Non ha alcun senso".

Si dice "Hamilton ha il braccino corto: quando ha in mano le carte giuste per vincere la partita gli viene la tremarella". Condivide?
"I risultati dicono anche questo. Dicono che è un campionissimo e su questo non si discute, ma dicono pure che nelle due occasioni in cui si è giocato il mondiale una volta l'ha perso e l'altra l'ha vinto ma quasi più per fortuna che per meriti di pista. Non ci fosse stata la cortesia di Glock, le cose sarebbero andate diversamente. Se vuole dimostrare davvero di essere un campione, dovrebbe andare ad Abu Dhabi e fare pole, vittoria e giro veloce. Soltanto così zittirebbe tutti. Se invece si dovesse accontentare del secondo posto, be', sarebbe quasi un disonore e un po' mi deluderebbe. Per come vedo io lo sport, sarebbe fantastico se Hamilton facesse vedere in gara di che pasta è fatto, senza badare troppo alla strategia".

Rosberg ha suonato la carica: "Se sbaglia, io non mi farò scappare l'occasione", ha detto ieri il tedesco in vista dell'ultima gara della stagione. La pressione è ora tutte sulle spalle del compagno di squadra?
"Dice sempre bene Rosberg. Quest'anno lui ha fatto benissimo. Nessuno pensava fosse così forte. Hamilton ha più immagine, più famoso e più forte. Ma il pilota tedesco ha fatto un capolavoro in Brasile. Sin dalle qualifiche. E' stato un maestro. Ora se la gioca anche sotto l'aspetto psicologico, fa bene".

Il bilancio gare vinte è tutto dalla parte di Hamilton: 10 a 5. Il campione del mondo ha dimostrato in pista di avere qualcosa in più di Rosberg?
"Non accadrà, ma se Hamilton dovesse perdere il mondiale perché arriva terzo con Rosberg primo, significherebbe che le 10 gare che ha vinto sono state soprattutto merito del fulmine di macchina che li hanno consegnato e che se avesse avuto Alonso come compagno di squadra quest'ultimo lo avrebbe disintegrato".

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Dario Pelizzari