Forghieri: "Mercedes super ma non imbattibile"
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Forghieri: "Mercedes super ma non imbattibile"

Per l'ex direttore tecnico del Cavallino, il monopolio delle Frecce d'argento potrebbe non durare a lungo. Alonso? "Avrebbe potuto fare di più"

Sulla pista di Austin, sede della terzultima prova del campionato della Formula 1, è andato in scena l'ormai consueto monologo a firma Mercedes. Primo Hamilton, secondo Rosberg, terzo un meraviglioso Ricciardo al volante della Red Bull. Alonso è arrivato sesto, dietro alle due Williams ma davanti alle McLaren. La Ferrari si aggrappa ai bicipiti dello spagnolo per conservare il quarto posto nella classifica costruttori. A due gare dalla conclusione del mondiale, tutto sembra già scritto. O quasi. Ne abbiamo parlato con l'ingegner Mauro Forghieri, numero 1 della Ferrari vincente e convincente degli anni Settanta.

Hamilton ha già il titolo mondiale in tasca?
"Ha un'ottima probabilità di vincere il mondiale, ma non soltanto perché ha 24 punti di vantaggio su Rosberg. Anche ieri ha dimostrato di essere più veloce del suo compagno di squadra. E' stato molto determinato e paziente e ha scelto con attenzione il momento giusto per sferrare l'attacco vincente. La Mercedes avrà detto ai due: siete liberi di combattere, ma non fate cretinate, perché è la squadra che conta alla fine".

Come spiegare il dominio assoluto della Mercedes? Merito di un'ottima programmazione e di brillanti intuizioni o c'è di più?
"La Mercedes ha iniziato due anni fa a studiare il nuovo regolamento e può contare su 200 ingegneri che lavorano sullo sviluppo del sistema ibrido. Per la Formula 1, certo, ma anche per le necessità della produzione su strada. Tuttavia, credo che siano riusciti a fare la differenza con l'elettronica, che governa la macchina in ogni momento della gara. Hanno sviluppato un sistema di guida che si adegua alle necessità del pilota. Può darsi che abbiano qualcosa in più anche in altri reparti, ma non ci giurerei. Tutti si riforniscono dagli stessi fornitori. In più, va detto che la Mercedes è la monoposto con la migliore tenuta di strada, superiore anche alla Red Bull. Parlo di trazione corretta sia a bassa sia ad alta velocità. Si è visto anche ad Austin. All'uscita dei tornanti, avevano una trazione che è qualcosa di incredibile".

Crede che il vantaggio che vanta oggi la Mercedes sulle altre scuderie possa assicurare alla casa tedesca un'altra stagione da super-protagonista?
"Non ne sarei così sicuro. E' indubbio che in questo momento la Mercedes non stia dando il massimo in termini di prestazioni. Probabilmente, perché è costretta a tenere d'occhio come tutte le altre scuderie il livello dei consumi, una regola ridicola. I piloti chiedono ai box: posso usare un po' più di benzina? Non ha alcun senso. Ciò detto, nella Formula 1 le garanzie non esistono. Per nessuno. A mio parere, il punto debole della Mercedes è il cambio. Dovessero usarlo al massimo delle sue possibilità, potrebbero avere dei problemi. Se l'anno prossimo, Red Bull e Ferrari dovessero trovare il modo di mettere le Mercedes sotto stress, be', potremmo assistere a problematiche di affidabilità".

E la Ferrari? Convinto delle ultime mosse fuori e dentro la pista del Cavallino?
"L'arrivo di Vettel è positivo. Ha già corso in Italia (ndr, nel 2008 con la Toro Rosso), conosce lo spirito e il modo di essere di casa nostra, in positivo e in negativo. Può fare buone cose. Alonso? In parte è responsabile del fatto che la macchina non vada bene, perché sono i piloti che misurano le prestazioni della monoposto. Alonso è in Ferrari da 5 anni e la macchina ha sempre gli stessi problemi. Delle due l'una: o non ha saputo dare i suggerimenti giusti a chi di dovere, oppure chi ha ricevuto i suggerimenti non ha saputo interpretarli nel modo opportuno. Per carità, la mia è una sensazione, nulla di più. Ma la Ferrari ha mancanza di trazione da anni e questo è un dato di fatto".

Cosa ne pensa dell'allontanamento 'forzato' di Montezemolo? Scelta giusta?
"Marchionne era già da un po' che lasciava intendere che presto o tardi avrebbe voluto cambiare qualcosa. E' il riferimento unico della nuova grande famiglia Fiat. Hanno deciso di cambiare strada, non posso che prenderne atto. Posso dire però che quando Montezemolo arrivò in Ferrari ricostruì quasi da zero una squadra, grazie soprattutto a Michael Schumacher, che portò con lui gli ingegneri giusti per cambiare l'inerzia della scuderia. Schumacher è stato il più grande professionista che io abbia mai conosciuto in Formula 1. Ecco, con lui lavorare era un piacere. Ti diceva cosa andava e cosa non andava. E' stato un grande collaudatore, come Lauda".


Qual è il segreto per costruire una macchina vincente?
"Prima di tutto, bisogna avere le corrette sensazioni dell'annata precedente. Perché costruire una macchina da zero non è mai semplice. Quindi, è necessario che il pilota di punta della squadra sia anche un collaudatore, capace di suggerire alla scuderia come e dove intervenire per migliorare le prestazioni della monoposto. Infine, è necessario poter contare su tecnici capaci di intepretare al meglio i suggerimenti del pilota per agire di conseguenza, perché altrimenti il lavoro non può essere perfezionato".

A fine gara, Alonso ha dichiarato che "i punti raccolti sulla pista di Austin valgono milioni per il Mondiale". Il suo obiettivo era finire davanti alle McLaren e ce l'ha fatta. Impossibile fare di più?
"Sia chiaro, Alonso è un ottimo pilota. E ha fatto di tutto anche ieri per portare la Ferrari più in alto possibile in classifica. Al contrario di Raikkonen, che invece non è in grado di guidare questa macchina, Alonso è bravo, soprattutto in gara. Staremo a vedere dove andrà nel 2015 e come si comporterà. Difficile pensare che ad Austin avrebbe potuto fare di più".

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Dario Pelizzari