F1, Gp Ungheria - Vince Hamilton, Alonso allunga
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F1, Gp Ungheria - Vince Hamilton, Alonso allunga

Il pilota della Ferrari chiude la gara al 5° posto e aumenta il suo vantaggio su Webber, secondo in classifica. Bene le McLaren, benissimo le Lotus. Ma che noia...

Il ragionier Alonso ci aveva visto giusto. Su una pista “da kart” (parola del pilota di Oviedo) come quella ungherese dell’Hungaroring - tante, tantissime curve e un solo rettilineo più o meno significativo – non c’erano i margini per scalare posizioni e raggiungere il podio. E se al termine delle qualifiche di ieri, l’obiettivo del numero 1 della Ferrari era sistemarsi a breve distanza dalle prime 3 posizioni, “perché non si può vincere sempre” e soprattutto “perché non abbiamo la macchina più veloce”, in gara le cose sono andate addirittura meglio del previsto.

Sì, perché Il ferrarista ha tagliato il traguardo al quinto posto, dietro il vincitore Hamilton, che ha fatto fruttare al meglio l’ennesima pole della sua carriera (22^), le due Lotus di Raikkonen e Grosjean, compagni di scuderia ma sempre pronti a darsi battaglia al limite del possibile, e il campione del mondo 2011, Sebastian Vettel, tedesco della Red Bull. Quattro piloti davanti, dunque, ma l’importante, per Alonso (a proposito, auguri al fuoriclasse spagnolo, che oggi compie 31 anni), era riuscire a tenere a bada l’altro uomo Red Bull, vale a dire Mark Webber, secondo in classifica generale e avversario diretto per il titolo.

Bene, Webber chiude la corsa in 8^ posizione (partiva dall’11° posto), incassando la miseria di 4 punti, 6 in meno di quanti invece ne riceve Alonso, che parte per le vacanze estive con la nuova fidanzata 22enne con il sorriso sulle labbra. Più 40 punti di distacco tra lui e Webber a meno 9 gare dalla fine. Non poteva proprio andare meglio di così sulla pista ungherese, la più noiosa in assoluto del calendario della Formula 1. Come si diceva, tante curve, tanta strategia, ma sorpassi che alla fine si contano sulle dita di una mano. Almeno a Montecarlo ci si consola con il paesaggio.  

Hamilton aveva promesso battaglia già dalle prime libere del venerdì. La McLaren è la macchina da battere, in questo momento, per velocità e capacità di stare in pista. Il pilota britannico ha controllato la corsa dall’inizio alla fine, ma ha dovuto costantemente guardarsi alle spalle dagli assalti prima di Grosjean, poi di Raikkonen, che terminerà la gara a 1 secondo dal vincitore. Lotus ancora una volta protagoniste: quadrate, efficienti, efficaci. Raikkonen merita un applauso per la solita rimonta che è stato capace di realizzare pronti e via. Grosjean per l’entusiasmo che gli permette di premere sull’acceleratore quanto basta per sperare prima o poi di mettere la firma sulla prima vittoria della sua carriera.

L’opinione diffusa: se Raikkonen avesse trovato il modo di andare veloce già nelle qualifiche, per partire in posizione favorevole e non essere costretto ogni volta a rincorrere chi gli sta davanti, oggi potremmo parlare probabilmente di un altro Mondiale. Perché le Lotus, insieme con le McLaren e le Red Bull, hanno i numeri per puntare in alto e lo dimostrano dall’inizio della stagione. E’ cosa nota: il guerriero di ghiaccio finlandese, simpatia zero ma classe infinita, è un pilota con i fiocchi, tanto che pare che la Ferrari abbia aggiunto anche lui nel lungo elenco di coloro che potrebbero prendere il posto di Massa (9°) dal prossimo anno. Un ritorno in rosso che farebbe certamente la gioia dei tifosi di Maranello. Due assi al volante e via con il valzer del piacere.

Meno male che c’è la Red Bull. Una delle pochissime scuderie ad animare, pure se in modi assai discutibili, questa seconda parte del Mondiale. Pare che la Fia abbia di nuovo tirato le orecchie agli ingegneri della monoposto “energetica”. Questa volta perché avrebbero sfruttato un meccanismo per modificare le sospensioni anteriori manualmente. C’è chi pensa che sia un complotto per screditare una delle macchine più veloci della F1. C’è chi pensa, come Chris Horner, team principal Red Bull, che sia tutta una questione di “indivia. Se gli altri si lamentano, è perché la nostra vettura è veloce”. Ennesima tirata d’orecchie e poi fine, basta, tutto come prima, nessuna sanzione. Difficile da interpretare le logiche della Federazione internazionale.

Red Bull protagonista fuori e dentro la pista. Perché oggi Vettel ci ha riprovato. A una decina di giri dal termine, con Grosjean staccatissimo e inavvicinabile, il pilota tedesco è stato richiamato ai box per cambiare le gomme e tentare il colpaccio. Che quasi non gli riesce. Rientra in gara davanti ad Alonso e poi recupera giro dopo giro sul collega della Lotus. Tanta roba, insomma. Per l’ennesimo tentativo di andare oltre alle attese e sperare in un passo falso degli avversari. Ora Vettel è terzo a meno 42 da Alonso, a più 5 da Hamilton e a più 6 da Raikkonen.

Classifica cortissima, dunque. Giochi aperti e Ferrari che non può non tornare a lavorare per restare al passo delle grandi. Parola del Fernando di Spagna: “Dobbiamo andare in vacanza con la convinzione che è necessario fare un passo in avanti, perché ciò che possiamo fare oggi in pista non è sufficiente. Sono in programma delle modifiche, sono ottimista. Il Mondiale? Dipende soltanto da noi”.

Così sul traguardo del Gran premio d’Ungheria (prime 10 posizioni):

1 .Hamilton (McLaren), 2. Raikkonen (Lotus), 3. Grosjean (Lotus), 4. Vettel (Red Bull), 5. Alonso (Ferrari), 6. Button (McLaren), 7. Senna (Williams), 8. Webber (Red Bull), 9. Massa (Ferrari), 10. Rosberg (Mercedes).

La classifica piloti (prime 10 posizioni):

1. Alonso (Ferrari), 164 punti; 2. Webber (Red Bull), 124; 3. Vettel (Red Bull), 122; 4. Hamilton (McLaren), 117; 5. Raikkonen (Lotus); 6. Rosberg (Mercedes), 77; 7. Button (McLaren) e Grosjean (Lotus), 76; 9. Perez (Sauber), 47; 10. Kobayashi (Sauber), 33.

La classifica costruttori:

1. Red Bull 246 punti, 2. McLaren 193, 3. Lotus 192, 4. Ferrari 189, 5. Mercedes 106, 6. Sauber 80, 7. Williams 53, 8. Force India 46, 9. Str 6.

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Dario Pelizzari