Zeman, ultima corsa: esonerato dal Cagliari (e sono dieci)
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Zeman, ultima corsa: esonerato dal Cagliari (e sono dieci)

Il boemo scaricato da Giulini che l'aveva voluto in Sardegna. Storia di un allenatore che divide: amato o odiato, senza vie di mezzo

Fine della corsa. Il luna park Zeman a Cagliari è durato solo 16 domeniche, il tempo per far intravvedere qualcosa di bello (ad esempio i poker di gol a San Siro ed Empoli), ma anche per mostrare le solite insormontabili difficoltà di un tecnico che prova ad insegnare calcio, ama vedere i suoi attaccare e raramente trova gli equilibri giusti. Prendere o lasciare. Il problema è che più spesso i suoi l'hanno lasciato a metà strada, annacquando così quelle stagioni meravigliose in cui con il Foggia degli sconosciuti prima, e con il Pescara dei giovani fenomeni poi, il boemo ha lasciato tracce di sè. L'esonero dal Cagliari è arrivato dopo l'ultima figuraccia casalinga contro la Juventus. Una sconfitta nemmeno pesante nel passivo, ma segnata dall'abiura di Zdenek, passato a un 4-4-2 iperdifensivo davanti alla Vecchia Signora che non è servito a nulla, visto che i bianconeri erano avanti col doppio vantaggio dopo un quarto d'ora, ma che soprattutto ha lasciato l'idea di un certo scollamento con squadra ed ambiente.

Zeman se ne va con il Cagliari virtualmente retrocesso (se la stagione finisse oggi), ma con la macchia di un incredibile zero alla casella delle vittorie al Sant'Elia. Come tradizione della casa, lascia un attacco a livello delle migliori in classifica (21 gol fatti) e allo stesso tempo una difesa troppo spesso perforabile: 29 reti incassate, peggio di lui solo Parma e Cesena che non a caso seguono nella corsa per evitare la scivolata in serie B. Club e Zeman hanno parlato a lungo nel week end e a un certo punto sembrava anche che la situazione si fosse risolta e che al boemo fosse data una nuova chance dopo le vacanze di Natale per provare a rimettere in piedi la stagione. Non è stato così e l'ultimo allenamento prima del rompete le righe si è trasformato anche in un addio.

Per Zeman è il decimo esonero di una carriera tormentata e con pochi sprazzi. Prima le cacciate da Foggia e Parma a metà degli anni Ottanta, poi la Lazio nel 1996-1997 quando la sua parabola sembrava in crescita tanto da occupare stabilmente la panchina di una delle due romane per un lustro. Gli anni Duemila non gli hanno portato fortuna: Napoli, Fenerbache, Salernitana, Lecce, Stella Rossa Belgrado fino ad arrivare allo strappo dalla Roma del febbraio 2013, dopo il suicidio casalingo contro il Cagliari (gli scherzi del destino) e con i dirigenti affannati a cercare di contattarlo via cellulare per annunciargli la svolta mentre lui stava su un campo di golf.

Una carriera segnata da Calciopoli e dalle polemiche durissime contro la Juventus della Triade. Zeman non ha mai fatto marcia indietro, pur cercando di spiegare mille volte le sue parole, ma del suo ultimo fallimento godranno soprattutto i detrattori, quelli che non mancano di sottolineare come dopo il 2006 - con Moggi fuori dal calcio italiano - le fortune di Zdenek siano rimaste alterne tendenti al brutto. A Pescara si era rivista Zemanlandia (Verratti, Immobile e Insigne ringraziano). A Cagliari la luce si è spenta di nuovo.

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Giovanni Capuano