Var serie a arbitri moviola in campo
TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/Getty Images
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La Var al Mondiale Under 20: due casi che fanno discutere

La moviola in campo testata in Corea del Sud, ma non tutto fila liscio. E dall'anno prossimo il rischio di nuove polemiche

Il nuovo sistema di assistenza arbitrale (Var) viene sperimentato online nel corso del Mondiale Under 20 in Corea del Sud. Si tratta di un'ulteriore passo avanti verso il lancio che partirà a settembre in Italia e via via nei principali campionati con l'obiettivo di arrivare a piena operatività per il Mondiale di Russia 2018. Il primo con l'aiuto degli arbitri dietro a un video.

Non tutto, però, sta filando liscio in Corea del Sud e le prime decisioni prese fanno discutere. Errori o, semplicemente, applicazioni del protocollo sperimentale che aprono nuovi temi sull'uniformità del giudizio davanti al video. Ecco le riflessioni di Luca Marelli che su Panorama è titolare di una rubrica in cui analizza ogni settimana i casi da Var della Serie A.


Martinez colpevole di una gomitata/sbracciata ai danni di Tomori in Argentina-Inghilterra. Azione non vista in campo e segnalata dal Var. Si pone il tema dell'uniformità della segnalazione: accadrà per tutti gli episodi ella stessa tipologia?

Per quanto, a mio parere, la decisione nel caso specifico sia da condividere in toto, il tema della valutazione soggettiva di contrasti del genere andrà approfondito.

Nel caso specifico è corretta la segnalazione da parte del VAR di un episodio necessitante la rivisitazione da parte dell’arbitro.
Attenzione e ribadisco: da parte dell’arbitro!

Il motivo è presto detto: un episodio del genere appare abbastanza semplice, dato che il regolamento chiaramente si esprime per l’espulsione nel caso in cui un calciatore colpisca o tenti di colpire volontariamente un avversario. Nel caso specifico il colpo arriva a segno (fortunatamente non “pieno” ma solo di striscio, evitando al calciatore dell’Inghilterra danni ben più seri) ed il linguaggio del corpo fornisce tutti gli elementi per valutare la fattispecie come condotta violenta (in particolare la mano destra del calciatore argentino si stringe “a pugno”, tipico gesto di chi si prepara ad allargare il braccio coll’intento di colpire l’avversario).

In questo caso non ho avuto alcuna remora nell’affermare che si sia trattato di un ottimo utilizzo del VAR ed ho notato (con estrema soddisfazione) che le proteste (latamente ridicole) del calciatore siano state immediatamente placate dagli stessi compagni di squadra, evidentemente consci del fatto che, davanti alla prova televisiva immediata, non ci fosse alcun motivo di lamentela.

Italia-Uruguay - Rigore concesso un presunto fallo di Scalera su un avversario. Azione 'chiamata' dal Var e valutata poi dall'arbitro centrale tra le proteste degli azzurrini.

Presupposto: siamo ancora in fase di sperimentazione, per quanto la VAR venga utilizzata in modalità online per i mondiali Under 20 in corso di svolgimento in Corea del Sud.  

Sulla base di questa premessa, l’episodio che ha visto coinvolta l’Italia farà molto discutere e dovrà essere oggetto di scrupoloso approfondimento. Andiamo per ordine:
- tra l’episodio e l’interruzione del gioco passa quasi un minuto, con l’Italia che guadagna un calcio di punizione dai 30 metri. Decisamente troppo. La VAR, per funzionare, non può avere tempi così lunghi.
- il calcio di rigore è totalmente inesistente. Il difensore italiano è bravissimo a compiere un gesto tecnico furbo ma regolarissimo che è quello di indietreggiare per togliere l’appoggio all’avversario che si sta coordinando per tirare in porta. Gesto per nulla antisportivo ma che denota, al contrario, una preparazione tecnica già avanzata del giovane difensore.

Ciò che lascia veramente di stucco, in questo caso, è che la valutazione del campo fosse stata perfetta e che il VAR abbia non solo deciso di segnalarlo all’arbitro centrale ma anche sia stato in grado di convincerlo a concedere un rigore per un fallo mai commesso. Le proteste dei calciatori italiani sono state non solo educate ma anche legittime.

Ma c’è qualcosa, a mio avviso, di ancora più grave.
- L’arbitro centrale non ha visto le immagini riproposte con la moviola. Questo aspetto, a mio parere, è assolutamente inaccettabile.

Sul terreno di gioco una componente fondamentale dell’arbitro chiamato a dirigere è da individuare nella valutazione soggettiva. Nel caso di specie dobbiamo pensare non al fallo da rigore in sé ma all’episodio in generale: non deve interessarci, per comprendere il problema, se il rigore fosse legittimo o meno. Il punto da focalizzare è che non possiamo nemmeno ipotizzare che, su un episodio avvenuto in campo, possa decidere un arbitro posto in cima ad una postazione. L’episodio del rigore, in particolare, doveva e dovrà essere rivisto dall’arbitro, arbitro che dovrà decidere in totale autonomia e sulla base della propria interpretazione. Se dovesse passare il concetto di “episodi dubbi decisi da terzi”, grave sarebbe il rischio di vedere gare arbitrate in modo totalmente incoerente, col risultato di veder valutati episodi identici in modo differente, magari perché occorsi in zone diverse del terreno di gioco.

Pertanto una chiosa: ben venga la VAR (avrei pagato di tasca mia per averla ai tempi in cui ero in attività) ma non usata in questo modo...

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Luca Marelli

Arbitro dal 1994 al 2010, alla CAN (Commissione Arbitri Nazionale Serie A) dal 2005 al 2009. Avvocato, appassionato di regolamento, amante di calcio e basket con un insano innamoramento per l'Olimpia Milano. Il regolamento del calcio come unico punto di riferimento nel giudizio, l'obiettività assoluta come obiettivo.

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