La domenica dei duelli ritrovati. Cuore Toro (e viola), solito Benitez
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La domenica dei duelli ritrovati. Cuore Toro (e viola), solito Benitez

Una bella settimana di campionato per dimenticare la vergogna del caso Parma. Perdono le milanesi, si riaccende la corsa alla Champions e Roma-Juve...

Schiacciato tra la vergogna del caso-Parma e il fascino di un match scudetto, il nostro campionato ha offerto una domenica per nulla banale. Gli incroci tra le belle d'Europa, reduci dalla manita che ci ha rimesso in corsa anche a livello d'Europa League, hanno regalato alcuni verdetti: la Fiorentina può sognare in grande (come la Lazio), il Toro è fatto di acciaio come tradizione (e Ventura si conferma grande tecnico), l'Inter per una volta può anche sorridere malgrado la sconfitta e il Napoli è sempre identico a se stesso, incostante nel rendimento e, dunque, destinatoa soffrire. Verdetti che si proiettano sul finale del torneo nel quale, scudetto a parte, abbiamo ritrovano una serie di duelli che temevamo persi. La promessa è, insomma, di poterci divertire fino a maggio, dimenticando le cose brutte che il nostro sistema continua ad offrire in quantità. Tra le perle aggiungiamo anche la qualità di alcuni gol visti, da Muriel a Felipe Anderson. Servivano, dopo tanto arrossire di vergogna.

La settimana decisiva del Parma

Archiviato il week end del pallone i riflettori torneranno ad accendersi sul Parma. Come andrà finire? Vale tutto, compresa l'ipotesi che Manenti ha lasciato aperta di cedere il club "a patto che qualcuno presenti un'offerta" ma - ha precisato - "dopo aver sistemato la cosa del fallimento". Il sindaco Pizzarotti lo ha fulminato: "Credo che sia ancora molto confuso". Difficile dargli torto e ancor più complicato immaginare un finale diverso di questa vicenda dall'eutanasia della società. Spiace, ma è nella logica delle regole e della situazione che si è venuta a creare. In ogni caso sarà bene restare collegati perché si attendono novità e svolte, non solo in campo sportivo. Sarebbe anche bello che si declinasse in fretta come cambieranno le norme e perché quelle vecchie vennero cancellate in tutta fretta nel 2007. Per chi avesse la memoria corta ecco un breve riassunto...

Maggio 2007, quando furono cambiate le regole su pressioni di...

Se anche il Cesena nel suo piccolo si incazza...

Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi circa la difficoltà estrema dell'operazione salva-Parma (e non solo per questioni economiche), sono state sufficienti le parole del presidente del Cesena, Lugaresi, a sollevare il velo. In estrema sintesi il numero uno ha detto che non avrebbe mai autorizzati i suoi a iniziare con un quarto d'ora di ritardo, che l'assocalciatori sta facendo danni e che Donadoni e i giocatori avrebbero dovuto denunciare tutto per tempo. Non adesso che è troppo tardi. Al di là dell'asprezza, alcune motivazioni del dissenso, che non è limitato al solo Cesena, andranno analizzate a freddo. L'impressione è che oggi si punti a salvare il salvabile evitando penali e penose figuracce. Ma anche il doppio rinvio accordato dalla Figc è uno strappo alle regole che sancisce un precedente pericolosissimo...

Roma-Juve, avanti c'è posto

Comunque vada a finire il match scudetto tra Roma e Juventus, il dato che dovrebbe far riflettere è il mancato tutto esaurito al botteghino. In linea teorica è il meglio che il calcio italiano possa mettere in vetrina e una vittoria dei giallorossi terrebbe in vita anche la volata per il titolo. Eppure all'Olimpico resteranno invenduti parecchi tagliandi e chi comanda il sistema farebbe bene a domandarsi il perché. Risposta numero uno: tutta colpa del lunedì sera che tiene molti lontani dallo stadio. Risposta numero due: è l'ulteriore segnale di una disaffezione ormai cronica. Tanto per chiarire i termini, le prime 249 partite del campionato (manca Parma-Udinese) hanno fatto registrare una media di 21.074 spettatori con un calo dell'8,4% sui 23.011 di un anno fa. Tutto chiaro no?

La coerenza di Benitez

Dopo aver perso contro la Juventus per un gol in sospetto fuorigioco di Caceres, che però ancora non è stato chiarito, Benitez aveva coniato il "ci può stare" che doveva scaricare dalle spalle del Napoli il peso di una partita dominata dai bianconeri. Poi erano arrivate vittorie in serie, qualche aiutino arbitrale e lo spagnolo aveva messo su la maschera di quello che non si occupa mai delle decisioni arbitrali: sorpreso e arrabbiato che in Italia si puntasse sempre e solo a fare la moviola per analizzare le partite. E' bastato che il Napoli rivedesse Torino (granata) e di nuovo perdesse perché Rafa sia tornato alla versione precedente. Questa volta se l'è presa con l'ottimo Irrati: "Ci sono stati episodi che non mi sono piaciuti e sono stufo di parlare di queste cose". La moviola dice che il direttore di gara aveva ragione, ma allo spagnolo interessa poco; meglio discutere di un fallo di mano che non c'è piuttosto che chiedersi del perché il Napoli non riesce mai a fare il salto di qualità. Colpa dell'arbitro, mai di Rafa.

Orgoglio viola e cuore Toro: la volata per l'Europa

Dedicato a quelli che sostengono che il doppio impegno, in particolare con l'Europa League, condiziona in maniera esagerata le stagioni. La Fiorentina ha chiuso in nove uomini a San Siro, soffrendo e sbandando davanti all'incalzare dell'Inter (comunque viva malgrado il Celtic) e ha strappato vittoria e ottavo risultato utile consecutivo che la proietta addirittura a meno 3 punti dalla zona Champions. La striscia positiva del Toro è addirittura lunga 12 giornate, che diventano 15 inserendo anche l'impegno europeo. Settimana di soddisfazioni per Ventura e Cairo dopo un autunno di grandi contestazioni, quando sembravano responsabili di un omicidio sportivo avendo accettato di cedere Cerci e Immobile per la bella cifra di 40 milioni. Con Quagliarella, Amauri e Maxi Lopez si può fare calcio lo stesso. Adesso anche quelli che #Cairobraccino se ne saranno convinti.

La continuità del Milan e di Inzaghi

C'è un aspetto ancora più sconcertante degli stessi risultati sportivi che accompagna il tramonto del Milan. E' la scelta di Pippo Inzaghi di arroccarsi dietro imprbabili analisi del momento della sua squadra. Dopo aver spiegato che il Milan aveva fatto un'impresa a pareggiare in casa contro l'Empoli, ecco il post-Chievo (gara da zero in tutto tranne i punti): "Difficile venire qui a dominare... E' il terzo risultato utile consecutivo... Sono due partite che non prendiamo gol". Empoli-Cesena-Chievo è il mini ciclo cui si riferisce Pippo, che in 25 giornate ha messo insieme 35 punti, uno in meno dell'odiato Seedorf nel girone di ritorno. Ma snocciolare numeri non serve. Al massimo basta sottolineare gli 11 palloni ricevuti da Destro in 65 minuti. Abbandonato a se stesso, l'immagine del progetto che Inzaghi e il Milan non hanno forse mai avuto in testa. Volete un altro numero? Torres+Pazzini+Destro = 3 gol (in tre). Once were forward.

Il valore aggiunto di Pioli

A Reggio Emilia la Lazio è partita con il tridente Felipe Anderson-Mauri-Keita. Poi ha inserito Candreva e Klose a gara in corso e ha sempre Djordjevic ai box a causa del grave infortunio che lo ha tolto di mezzo. Questo per dire che considerarla non competitiva addirittura per una volata-Champions sarebbe un grave errore: ha una rosa profonda e qualitativamente di alto livello, di sicuro non inferiore a quella delle dirette avversarie. Il valore aggiunto, però, è Stefano Pioli, allenatore che ha il pallino del bel gioco e che a inizio stagione ha rischiato proprio per questo. Poi ha un po' riequilibrato la squadra e i risultati sono arrivati: il quarto posto non è casuale ma frutto degli investimenti e dell'idea di insistere anche nei momenti difficili.

La lotta per non retrocedere aperta

Chiusura dedicata alla parte bassa della classifica. Alle 16,30 della domenica sembrava tutto finito: Cesena retrocesso, Cagliari quasi e le altre vicine alla salvezza. Poi la Samp e i romagnoli hanno ribaltato il piccolo mondo della provincia del calcio italiano, aprendo una corsa che pareva chiusa. Al di là della lettura numerica della graduatoria, vale la pena leggere le tendenze delle squadre coinvolte. L'Atalanta ha perso la quarta partita consecutiva e in casa ha fatto solo un tezo dei punti disponibili, il Cesena post-mercato invernale è al terzo successo nelle ultime 6 (più il pari con la Juve), il Cagliari pare in rottura e il Chievo non decolla. Segnali che potrebbero essere tutti decisivi in un senso o nell'altro. Stay tuned.

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Giovanni Capuano