Thohir, i numeri del bilancio e il dovere della chiarezza
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Thohir, i numeri del bilancio e il dovere della chiarezza

"Quanto perde davvero l'Inter?" è solo la prima di una serie di domande alle quali i tifosi hanno diritto ad avere risposta

Erick Thohir non ha mancato ad alcuno degli obblighi di legge che regolano la vita dell'Fc Internazionale Spa pubblicandone i conti senza l'allegato bilancio consolidato della galassia di società che ruotano intorno al club. L'Inter non è quotata in Borsa e laddove necessari per le norme, ovvero in Figc, i documenti sono stati spediti per intero. 

Però non si può fare a meno di sottolineare un senso di disagio nel mettere insieme le tessere del puzzle necessario per arrivare alla reale situazione di una delle società più antiche e popolari d'Italia. Il -140,4 milioni scovato in due righette di un faldone di 64 pagine preoccupa e induce a riflessioni.

La prima è che, anche depurandolo dei costi extra caricati per toglierli dalla lente di ingrandimento dell'Uefa dopo il 30 giugno 2016, rimane un passivo-monstre, lontano dall'equilibrio finanziario e dall'obiettivo del -30 che Thohir deve rispettare, pena le sanzioni europee. Questo, però, è tema che il proprietario indonesiano, i soci e il management 'british style' conosce e, dunque, bisogna fidarsi della garanzia messa nero su bianco che i paletti saranno rispettati.

Poi c'è il rapporto di fiducia tra Thohir e il popolo nerazzurro. Di una Spa l'azionista di maggioranza fa quello che vuole, questo è pacifico. Ma una società di calcio come l'Inter deve anche rispondere ai milioni di tifosi (a loro modo soci sostenitori) sparsi in tutto il mondo, verso i quali è obbligatoria un'operazione chiarezza che con la pubblicazione del bilancio non c'è stata.

Ci sono domande inevase che meritano risposte. Quanto è il reale debito che grava sulle spalle dell'Inter intesa come galassia di società: più o meno dei 412 milioni del 30 giugno 2014? Thohir rivorrà i soldi prestati (104 milioni in un anno) alla scadenza del finanziamento nel 2020 o li lascerà in società? L'Inter è in grado di sostenere il rimborso del finanziamento di UniCredit e Goldman Sachs che ha cominciato a pagare il 1° luglio (dunque fuori da questo bilancio) e che peserà per altri 12 milioni all'anno con maxi rata nel 2019 da 184? Il piano B evocato in caso di mancato ingresso continuativo in Champions League prevede un drastico ridimensionamento? La convivenza con Moratti rappresenta oggi un valore aggiunto o un ostacolo a una campagna di investimenti reali nel club?

Questioni difficili da eludere. Figc e Covisoc hanno in mano parte delle risposte e, considerate le cattive esperienze dell'ultimo anno, c'è da augurarsi che il controllo - grazie anche alle nuove norme - sia ferreo. Non per creare problemi a una società che cerca la strada dell'equilibrio, ma per preservarne il patrimonio di storia e consenso. E' un obbligo morale verso l'Inter, i suoi soci e quegli azionisti invisibili che sono milioni di tifosi ovunque.

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Giovanni Capuano