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ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Fair play e giocatori da vivaio: il nuovo calcio italiano del vecchio "Tav"

A dispetto di polemiche e scandali, Tavecchio sta vincendo le sue scommesse. A patto che le regole siano poi fatte rispettare

Un anno dopo l'estate di Opti Pobà e delle richieste di farsi da parte, Tavecchio ha definitivamente recuperato il rapporto con l'informazione sportiva italiana che si è abituata ai suoi modi, a volte esageratamente pop, ma soprattutto ha dovuto fare i conti anche con alcuni innegabili dati di fatto. E' vero che il calcio italiano a livello di credibilità vive una delle sue stagioni peggiori, tra scandali, partite comprate, dirigenti (anche federali) compromessi e crisi economica; però buona parte di questa situazione è ereditata dal passato e a Tavecchio viene ora riconosciuto di essersi mosso quasi subito, prima ad esempio che scoppiasse il caso-Parma, per trovare i correttivi.

Il fair play all'italiana: pregi e rischi
L'esempio migliore è il fair play finanziario all'italiana. Voluto da Tavecchio, è stato accolto con scetticismo diffuso come fosse un pannicello caldo applicato a un malato terminale. E invece la sua forza dirompente è ora sotto gli occhi di tutti. La Figc sa e dice ad alta voce che, applicando quei parametri, oggi solo cinque club potrebbero iscriversi alla serie A: c'è un quadriennio di tempo per mettersi a posto, ma la riforma è culturale prima ancora che finanziaria. Unica avvertenza: nel 2007 la soluzione davanti al disastro fu cancellare le norme per evitare che mezza serie A (12 società su 20) fossero bocciate. Il capo della Federcalcio deve allora garantire che questa volta non finisca così.

Quella regola sul "made in Italy"
A proposito di rivoluzioni fatte dal 'vecchio' Tav, occhio poi a quella delle rose a 25 giocatori con obbligo di inserire i provenienti da vivaio italiano (e dal 2016 dal vivaio di ciascun club): quando l'ha fatta passare, in tanti hanno fatto spallucce, mentre a due mesi dalla fine del mercato sono solo due le squadre che rispettano quei criteri e ad agosto assisteremo a un febbrile lavoro di tagli da parte di ds e presidenti per allinearsi.

Tirando una riga a un anno dalla sua elezione, Tavecchio ha portato la Figc più vicino all'Europa che nel passato. Il giorno in cui parlò di Opti Pobà nessuno ci avrebbe scommesso. Se riuscirà a cacciare dal tempio corrotti, corruttori e presenze ingombranti, il quadro sarà completo. Anche a costo di rompere con chi lo ha sostenuto per tentare di ripresentarsi tra un anno senza aver bisogno di dipendere da nessun gruppo di potere.

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Giovanni Capuano