Renzi tassa il calcio per pagare la Polizia, non per la sicurezza negli stadi
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Renzi tassa il calcio per pagare la Polizia, non per la sicurezza negli stadi

Ecco perché il futuro contributo dall'1 al 3% a carico dei club previsto dal governo è solo populismo. Come la polemica sugli steward a Bergamo

Chissà se lo scorso 3 maggio, pagando gli straordinari agli oltre mille agenti schierati intorno all'Olimpico, il calcio italiano poteva evitare la vergogna della trattativa con Genny 'a carogna in mondovisione. Forse sarebbe bastato che Renzi, Grasso, Malagò o gli altri vertici dello Stato presenti in tribuna e impotenti, avessero alzato il dito e fatto capire che no, le istituzioni non si potevano piegare al ricatto. Invece all'Olimpico è andata come tutti sanno e adesso Governo e club di serie A tornano in rotta di collisione per quel piccolo emendamento approvato dalle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera che inserisce nel decreto stadi il concetto che siano le società a pagare per la sicurezza pubblica intorno agli stadi. Non tutta, ovviamente, ma solo parte di quella eccedente, gli straordinari che nel 2013-2014 sono costati allo Stato circa 25 milioni di euro.

Una tassa che il calcio italiano rifiuta e che rischia di pesare per 2-6 milioni di euro (la forbice va dall'1 al 3% dell'incasso al botteghino) impoverendo ulteriormente bilanci già in difficoltà e che avrebbe un impatto pesantissimo se passasse l'emendamento Pd che punta a calcolarla sull'intero fatturato, per arrivare ai fatidici 25 milioni. Renzi e la sua maggioranza, però, sanno bene di giocare una partita vinta in partenza. Il messaggio che "i ricchi club non vogliono pagare per la sicurezza", infatti, è altamente impopolare in un momento in cui tutto viene tassato anche alle famiglie normali. Dunque non esiste mossa più populista che addebitare i costi ai cattivi di turno e raccogliere gli applausi. Non a caso, Renzi lo aveva annunciato con ancora le immagini della vergogna dell'Olimpico a fare il giro del mondo: "Faremo pagare ai club le spese per gli agenti impegnati negli stadi". Detto e fatto.

Una mossa senza senso (se non quello della propaganda) perché basta ricordare come il calcio italiano versi ogni anno un miliardo in tasse per capire quanto lo Stato ci guadagni dall'attività professionistica del pallone. Non solo, proprio il football muove la quasi totalità del mondo delle scommesse sportive su cui l'Erario incassa centinaia di milioni di euro restituendo quasi nulla a chi produce lo spettacolo. Tema caro a Tavecchio e alla Figc, pronti a battere cassa per chiedere di essere pagati come ogni altra attività economica. Non risulta, poi, che chiunque organizzi manifestazioni pubbliche in Italia, da concerti e cortei, scioperi e incontri politici o sindacali, sia chiamato a provvedere di tasca propria alla gestione dell'ordine pubblico sulla quale, tra l'altro, non ha voce in capitolo.

Il nostro, però, è un Paese particolare, dove si accetta che mezzo Governo assista inerme alla resa dello Stato davanti a Genny 'a Carogna (salvo poi smentire tutto) e si scambi per un gesto di violenza il suggerimento di buon senso di uno steward che consiglia a un padre di coprire la maglia (della squadra avversaria) con cui il figlio sta entrando in uno stadio. Certo, piacerebbe a tutti che non fosse così e che ognuno potesse circolare liberamente nelle vicinanze delle curve italiane, ma a quelli che si riempono la bocca del mitico 'modello inglese', salvo poi scandalizzarsi per i fatti di Bergamo, sarebbe utile ricordare che in Inghilterra un tifoso straniero non viene nemmeno fatto entrare nello stadio se ha in mano un biglietto di un settore diverso da quello 'ospiti'. Anche se è in giacca e cravatta. Basta l'accento diverso e il prezioso tagliando viene stracciato. Tutto in nome della tolleranza zero che Malagò e gli altri - i più rapidi nella gara al populismo del giorno dopo - dovrebbero almeno conoscere prima di proporre come soluzione ai mali italiani.

Accettare che siano i club a stipendiare gli agenti di polizia fuori dagli stadi equivarrebbe, insomma, ad autorizzare chiunque a partire dai comuni a fare lo stesso in ogni occasione per mandare vigili urbani o camion della spazzatura. E di questo passo anche la sciura Maria che abita in un quartiere 'a rischio' un giorno potrebbe vedersi chiedere un contributo per sovvenzionare la pattuglia che passa sotto casa. Magari dall'1 al 3% della sua, già bassa, pensione. Ma questo Renzi non lo farà perché, oltre che ingiusto e insensato, sarebbe anche fortemente impopolare. Meglio prendersela con il calcio. Vuoi mettere quanti voti porta fare a pugni con Lotito e Zamparini?

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Giovanni Capuano