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ANSA/SIMONE ARVEDA
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Milan, tutti i motivi dell'allarme per Montella (sconfitto dalla Sampdoria)

Progetto in ritardo, difesa che sbaglia , cali di tensione e leader sotto tono. Ora Fassone critica squadra e tecnico: rossoneri in tensione

La seconda sconfitta stagionale in campionato dopo il crollo dell'Olimpico fa suonare il campanello d'allarme in casa Milan. Non solo la Sampdoria ha nettamente meritato la vittoria, sovrastando i rossoneri fisicamente e tatticamente fino a costringerli alla capitolazione, ma si sono rivisti limiti e difetti già emersi contro Immobile e compagni.

Non a caso Montella ha parlato di bocciatura per tutti, lui compreso, evitando di minimizzare gli effetti di un ko che come effetto immediato costringe il Milan a rincorrere le altre impegnate nella corsa Champions League. Posizione scomoda e che rischia di minare tutto l'ambiente nell'entusiasmo.

Tutti i limiti del Milan

La sconfitta dell'Olimpico aveva accelerato il cambio di modulo con l'adozione della difesa a tre. La retrogeuardia continua a commettere errori (questa volta singoli secondo Montella) e non ha ancora meccanismi e punti di riferimento. Il che è comprensibile, visto che lo scarso tempo a disposizione per metabolizzare la novità, ma non per questo meno preoccupante.

Bonucci, leader in difficoltà - Nessuno mette in dubbio che l'ex juventino sia un grande difensore, ma il suo rendimento fin qui è stato al di sotto delle attese e dei soldi spesi per portare a Milanello. Anche a Marassi Leo ha commesso un errore. Non si è ancora impadronito nei fatti della guida della difesa e la carenza di leadership si nota.

Difesa a tre, tutti i numeri - Nelle prime 6 partite del campionato la porta di Donnarumma è rimasta inviolata solo contro Crotone e Spal: 8 gol presi quasi equamente divisi tra partite con la difesa a quattro originaria (5) e quella a tre (3). 

Kessie sulle montagne russe - Altro simbolo della difficoltà ad essere continui sono le prestazioni di Kessie, devastante quando sta bene e tra i peggiori nelle giornate no. Essendo il giocatore che deve dare quantità, strappi e copertura in mezzo, la sua incostanza è un lusso che la squadra di Montella non può ancora permettersi.

Suso fuori ruolo - Altro tema è la scelta delle gerarchie davanti. Kalinicè il titolare designato, ma chi insieme a lui? Un'altra punta vera o un adattato come Suso? Lo spagnolo mostra di soffrire la posizione. Ha tempo per crescere, ma essendo stato uno dei punti fermi del Milan della passata stagione è chiaro che oggi sta mancando il suo rendimento. Montella deve sciogliere in fretta il nodo tattico, prima ancora che di nomi.

Fassone, strigliata e ultimatum: cosa ha voluto dire

Il durissimo sfogo post partita di Fassone, che ha attaccato squadra e tecnico, va inquadrato nella necessità del Milan di non staccarsi dalla zona Champions e dall'obiettivo primario della stagione. Una scossa obbligata dopo aver visto la deriva di Marassi che è stata psicologica e nervosa oltre che tecnica.

"Ci sono tante cose da mettere a posto e in fretta, sono certo che Montella abbia la ricetta giusta - ha detto Fassone -. Abbiamo sbagliato atteggiamento, cosa che va cambiata velocemente. Mi aspetto che le partite vengano approcciate diversamente. Qualche campanello d'allarme lo abbiamo avuto, queste sconfitte non devono essere considerate routine. Il Milan non deve abituarsi a perdere e non deve perdere contro avversarie sulla carta più deboli". Messaggio chiarissimo.

Milan, le insidie del calendario

La volata per uno dei quattro posti che porta in Champions League si annuncia serrata. Perdere terreno adesso rischia di avere ripercussioni per tutta la stagione ed è uno scenario che il Milan deve evitare. Però il calendario non è favorevole e Montella sa bene che i rossoneri si giocano molto da qui a dicembre.

Già la sfida contro la Roma a San Siro si carica di pressioni pericolose e lo stesso sarà per il derby dopo la sosta. Poi ci saranno Juventus, Napoli e Torino intervallate da giornate sulla carta meno complicate. L'andamento ad oggi della squadra non autorizza a sottovalutare niente. Perché la Lazio di questi tempi è una grande, ma il modo in cui il Milan è caduto a Marassi dice che anche ad un livello inferiore i rischi si moltiplicano.

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Giovanni Capuano