Roma contro Juve, due stili e due mister a confronto
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Roma contro Juve, due stili e due mister a confronto

Conte contro Garcia, due sponde del calcio e due opposti che si scontrano

Divisi da un punto, Rudi Garcia e Antonio Conte non sono solo gli allenatori della prima e della seconda in classifica. Sono il simpatico e l’antipatico, lo straniero e l’italiano, il Sud trasferito al Nord e il Nord al Sud. Formalmente cordiali e però presto nemici. Perché fino allo scontro diretto del 6 gennaio divideranno l’Italia, alimentando una rivalità, quella tra Juventus e Roma, che ha fatto la storia del pallone. Due sponde del calcio e due opposti che si scontrano.

Il simpatico dà un punto all’antipatico
Rudi Garcia fa di tutto per sembrare simpatico. Per vincere la diffidenza con cui è stato accolto ha tirato fuori il rosario del perfetto novizio: a partire da un italiano con inflessione franco-romanesca.
Antonio Conte di sé ha detto: «Non sono simpatico». Magari nella realtà lo è, ma non fa niente per esserlo. Calato alla perfezione nel ruolo di allenatore che si identifica con il potere, convinto che tanto sarebbe antipatico lo stesso.

Opposti in panchina
Rudi Garcia sulla panchina è immobile: nella prima giornata, con il cellulare si scambiava sms con il suo secondo che stava in tribuna. Ora mastica un chewing-gum e prende appunti. Stop.
Antonio Conte si agita, urla, mostra il pugno ai suoi giocatori. Sprona, incita, esulta... sulla panchina l’allenatore della Juventus è tarantolato.

Monosillabi e metafore
Rudi Garcia al microfono sa sempre cosa dire e come dirlo. «Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio». La frase dopo la vittoria nel derby era preparata nel contenuto e nella forma. E ha fatto salire alle stelle l’indice di gradimento.
Antonio Conte parla a monosillabi, risponde per dovere e mai per piacere. Non fa mai battute, non svicola con l’ironia. Non prepara nulla. Nelle interviste è istintivo, passionale, combattivo.

Totti «contro» la squadra
Rudi Garcia considera Francesco Totti un totem, viene prima di tutti, compreso l’allenatore. Daniele De Rossi subito dopo, Miralem Pjanic lo segue. Gli altri s’arrangino: sappiano che ci sono le stelle e i gregari.
Antonio Conte, l’allenatore della Juve, motiva i suoi giocatori facendoli sentire tutti uguali, nessuno più importante dell’altro, nessuno privilegiato rispetto agli altri.

Rafting vs fatica
Rudi Garcia. Chi ha visto il ritiro della Roma ha assistito a strani movimenti con corde elastiche alla vita dei giocatori e una seduta di rafting su un torrente alpino: team building, l’ha definito Garcia, che snobba l’allenamento tradizionale.
Antonio Conte spreme i suoi calciatori fino all’ultima goccia di sudore. Convinto che la fatica e il lavoro fisico portino al risultato. Un innovatore tradizionalista: la preparazione atletica e il pallone.

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Giuseppe De Bellis