Ha perso la Roma, per favore lasciate stare la Merkel...
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Ha perso la Roma, per favore lasciate stare la Merkel...

La disfatta contro il Bayern e l'assurda tentazione di spiegarla con lo spread tra Italia e Germania

C'è una sola cosa più insopportabile della figuraccia della Roma, che si è consegnata al Bayern Monaco incassando un Settebello storico: la volontà di leggere il risultato dell'Olimpico come simbolo della differenza tra noi e loro. Calcistica e non solo. Come se in campo fosse scesa una nazione intera e non semplicemente una squadra e come se la sconfitta di Totti fosse la sconfitta di tutti noi. Italia contro Germania, ovvero i nostri limiti contro il loro strapotere. Tentazione ghiotta per troppi gufi del giorno dopo, maestri dello spread al contrario. Quelli che se la Roma vinceva "era una squadra di soli stranieri in mano a un americano" e adesso che la Roma ha perso "è l'immagine del nostro sistema". Lasciamo stare la Merkel, per favore. 

Intanto si potrebbe obiettare che il sacco di Roma è stato fatto da un gruppo di mercenari del pallone che con la Germania hanno poco a che fare: 5 tedeschi, 2 spagnoli e poi giocatori provenienti da Marocco, Olanda, Polonia, Austria, Francia, Brasile e Svizzera. Guidati da un condottiero spagnolo anche lui. Anzi, catalano. E si potrebbe passare ore spiegando che mai un allenatore italiano si sarebbe comportato nella maniera tatticamente sciagurata con cui il francese Garcia ha affrontato i marziani. Si potrebbe, ma ai sostenitori dello spread a tutti i costi forse non basterebbe.

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Allora proviamo prendendo in mano qualche numero per dire con forza che la differenza tra noi e loro non è un 7-1. Il rapporto tra il loro PIL (3,429 miliardi di dollari) e il nostro (2,029) è 1,68, ad esempio. Fosse davvero 7 a 1 noi precipiteremmo al 24° posto tra Norvegia e Polonia. Non è così. Se il 7:1 fosse applicato alla ricchezza pro capite, gli italiani avrebbero il reddito di un abitante della Mongolia o dello Swaziland per reggere il confronto con i tedeschi. Può essere? No. Dunque, niente auto lesionismo tafazziano. Abbiamo perso (male) una partita e basta. La vita reale è altra cosa. A proposito: ieri lo spread tra i nostri titoli di Stato e i loro Bund era 163,53. Scommettiamo che oggi non succederà nulla e non schizzeremo improvvisamente a 700?

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Giovanni Capuano