Quanto vale l'Italia di Prandelli?
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Quanto vale l'Italia di Prandelli?

E' più anziana ed esperta di quelle che l'hanno preceduta a inizio ciclo per Lippi e Prandelli. Eppure manca qualità in rruoli fondamentali

La domanda è sorta a molti osservando le difficoltà della nazionale di Prandelli contro Bulgaria e Malta. D'accordo la preparazione che manca, come tradizione per il nostro calcio a settembre. Va bene la necessità di provare qualche esperimento di modulo per avere varianti sulla strada di Brasile 2014. Ma questo gruppo che il ct sta cercando di mettere insieme vale davvero quello che ci siamo lasciati alle spalle? Per qualità e quantità non esiste la certezza che Prandelli abbia in mano materiale di primissima scelta anche se il tempo dei bilanci non è ancora arrivato.

Ha detto il tecnico: "Sto cercando di capire quali interpreti ci possono accompagnare in questi due anni così più avanti potremo andare sulle certezze". Obiettivo condivisibile all'inizio di un ciclo a patto di tenere alcuni punti fermi. Il primo è che questa nazionale non è più giovane di tante altre che l'hanno preceduta nelle fasi iniziali di un progetto.

Qualche esempio? Contro Malta c'erano in campo ben 341 presenze in azzurro e altre 38 sono arrivate dalla panchina. Totale: 379 che è un numero superiore a quelle utilizzate da Lippi nel settembre 2004 in Moldova alla seconda gara di qualificazione per Germania 2006 (318 nei titolari e 338 in tutto) e dallo stesso Prandelli contro le Far Oer nel 2010 (270 nei titolari e 325 in tutto). Solo la prima nazionale di Lippi vinto era più vecchia ed esperta: 722 presenze in campo contro la Georgia nel settembre 2010.

Rimasti inamovibili i pilastri Buffon e Pirlo con l'aggiunta di Marchisio e di De Rossi assente a Modena solo per infortunio, resta il contorno e il paragone col passato crea qualche imbarazzo.

CASSANI-PELUSO vs ZAMBROTTA - I problemi cominciano già con gli esterni. Contro Malta macava Balzaretti e Maggio è stato messo da parte dopo la pessima prova di Sofia. Cassani e Peluso ci hanno provato ma siamo lontani dalle garanzie fornite ai suoi tempi (non un'era geologica fa) da Zambrotta. Il più affidabile rimane ancora Balzaretti che nel 2014 avrà, però, 33 anni compiuti.

BARZAGLI-BONUCCI vs NESTA-CANNAVARO - I due centrali juventini compongono con Chiellini e Buffon una difesa collaudata e questo è un vantaggio. Le alternative Ogbonna e Astori al momento non sono ritenute da Prandelli all'altezza di insidiarli. La generazione precedente era di un livello superiore: Nesta, Cannavaro e Materazzi si fanno rimpiangere anche per carisma.

NOCERINO vs GATTUSO - Il ricambio generazionale tra guerrieri è riuscito nel Milan mentre deve ancora dare i suoi frutti con continuità in nazionale. Nocerino è giocatore abile a inserirsi negli spazi come piace a Prandelli, ma Gattuso pesava molto di più sul centrocampo azzurro. La nuova nazionale ha il vantaggio di poter disporre di Marchisio ormai maturo.

DIAMANTI-GIOVINCO vs DEL PIERO-TOTTI-CASSANO - Nel biennio verso gli Europei del 2012 l'Italia ha giocato senza trequartista. A Prandelli non piace ("Giocando come giochiamo noi il trequartista non va bene. Voglio giocatori che attacchino la profondità: se avessi quattro Pirlo giocherebbero quattro Pirlo") e sarà presto accantonato. Il problema, però, è che non ci sono quattro Pirlo e nemmeno una replica di Totti o Del Piero o dello stesso Cassano che, da seconda punta, è stato uno dei perni della prima nazionale di Prandelli. Oggi è il turno di Giovinco e Diamanti. Domani chissà...

POLI-VERRATTI E LE POCHE ALTERNATIVE - La panchina sembra corta. A tratti cortissima. Al gruppo visto a Modena vanno aggiunti i malati Balzaretti, De Rossi, Montolivo, Balotelli e Chiellini, alcuni dei quali destinati a una maglia da titolare. Però altri nomi visti a Coverciano e portati come riserve non paiono all'altezza dei fratelli maggiori: Acerbi, Giaccherini, Poli e Borini. Attenzione, il problema si è già manifestato nell'Europeo dove Prandelli è stato costretto a spremere per un mese i soliti noti arrivando alla finale sulle ginocchia con l'aggravante dell'età che passa accorciando l'autonomia di Pirlo e degli altri.

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Giovanni Capuano