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Emilio Andreoli/Getty Images
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La scommessa di De Laurentiis: così il Napoli è da scudetto

Big tutti confermati, Sarri accontentato e altri giovani da inserire nella rosa per colmare il gap dalla Juventus

E' la squadra che si è mossa meno tra le grandi della Serie A, ma non per mancanza di mezzi o per errori di trattativa. Quella del Napoli di De Laurentiis è stata una scelta dopo l'estate dell'addio di Higuain e dei tanti giovani imbarcati nel progetto.

Questa volta la parola d'ordine è continuità. Lo ha chiesto Sarri e De Laurentiis ha scelto di accontentare il tecnico del record di punti, gol e bel gioco. Tutti insieme per cercare di scalare la montagna dello scudetto. Confermati i big, contratti allungati e resi più pesanti perché a nessuno venisse la tentazione di andarsene.


Un piano che, se sarà rispettato sino al termine della sessione di calciomercato, regalerà al Napoli un vantaggio nei confronti delle avversarie: conoscere lo spartito di Sarri e dover lavorare solo per migliorarlo.

Soprattutto all'inizio dovrebbe essere il propellente per un avvio di stagione di corsa. Serve anche per saltare l'ostacolo del preliminare di Champions League ed evitare la beffa del 2014, quando l'Athetic Bilbao rovinò subito la festa.

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Perché il Napoli può sognare lo scudetto

Il punto di partenza sono gli 86 punti della passata stagione dopo gli 82 di quella del debutto di Sarri. Bottino ancor più di valore perché raggiunto senza i gol di Higuain e dovendo fare a meno a lungo anche di Milik, il prescelto per sostituire il Pipita.

Il Napoli ha vinto l'Oscar del bel gioco, che non porta trofei ma legittima l'idea di non smontare il giochino limitandosi a cercare di migliorarlo nel punto debole, ovvero la difesa. E' vero che non va dato per scontato che Mertens e Insigne replichino l'annata di grazia appena conclusa, ma la scommessa è affascinante.

Gruppo stabile e rodato - Sarri ha preteso la conferma di tutti i suoi giocatori, si fida di loro e conta anche sulla volontà di fare l'ultimo passo verso il sogno. Un anno fa le motivazioni sono state benzina sul fuoco: c'era da cancellare Higuain e il gruppo si è compattato. Oggi il collante è la sfida alla Juventus.

Lavoro sulla fase difensiva - L'anno scorso il Napoli ha incassato tanti gol (59 in 58 partite di cui 38 in campionato) pur non essendo la squadra con la media tiri concessi più alta della Serie A. Un lato su cui il tecnico toscano si è ripromesso di lavorare alzando la concentrazione dei giocatori e sistemando gli ultimi dettagli della fase difensiva. Il salto di qualità potrebbe essere raggiunto anche così, senza investire sul mercato.

La crescita dei giovani - Anche perché fisiologicamente è lecito attendersi una stagione in crescita dai giovani che hanno fatto l'anno scorso il primo anno al Napoli. Zielinski, Diawara, Rog a centrocampo avranno quell'esperienza che può essere utile e che in alcuni passaggi è mancata.

Rosa più lunga e di qualità - Dal mercato arriveranno altri come loro, necessari per dare minuti di riposo ai titolarissimi e, in prospettiva, per garantire una seconda e terza fase del ciclo partenopeo. Ounas dal Bordeaux, schierabile sia come vice-Callejon che come vice-Hamsik, Berenguer anche lui esterno alto e Mario Rui, pupillo di Sarri, sono scelte funzionali e di prospettiva.

Poi c'è la sfida personale di Sarri. Il gioco del Napoli ha incantato, ma per vincere serve anche altro e cioé riuscire a portare a casa i tre punti anche nelle giornate un po' così. Serve un piano B che deve passare dal rilancio di Milik e da qualche variante tattica.

Impensabile confinare il polacco al ruolo di panchinaro fisso contando sulla conferma di Mertens come cannoniere. Il nuovo Napoli potrà anche vestire un abito differente rispetto al 4-2-3-1 o farlo, se necessario, nelle occaasioni in cui servirà cambiare spartito per non perdere terreno dalla Juve.

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Giovanni Capuano