Moratti-Thohir, divorzio annunciato. Ecco le cause...
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Moratti-Thohir, divorzio annunciato. Ecco le cause...

Rapporti tesi e divergenze, fino allo scambio di battute con Mazzarri. I retroscena dell'addio dell'ex presidente

Il passo indietro di Moratti, che chiude un'era durata 18 anni con la coda di dodici mesi vissuti da separato in casa, può sorprendere solo chi era convinto che l'ex presidente e il nuovo proprietario, sbarcato proprio l'autunno scorso sul pianeta Inter, potessero convivere senza problemi. Nel calcio italiano non esistono società a due teste e, se ci sono, serve solo come periodo di traghettamento tra una gestione e quella successiva. L'Inter non poteva fare eccezione e l'epilogo della storia conferma che, cedendo la maggioranza a Thohir lo scorso mese di novembre, Moratti aveva di fatto accettato di uscire dal club che aveva contribuito a riportare in vetta all'Europa e al Mondo. Era solo questione di tempo e l'addio alla presidenza onoraria rappresenta semplicemente un capitolo della storia.

Lettera aperta ai tifosi dell'Inter


Che i rapporti fossero tesi, al limite della rottura, era noto da mesi. Thohir era entrato incidendo profondamente nel tessuto della società, cambiando dirigenti (il nome più in vista Branca), quadri e dipendenti che per anni avevano collaborato con Moratti. L'ex presidente non aveva gradito lo spoil system in atto, sia per forma (mancata comunicazione di alcune scelte), sia per contenuto, come l'allontanamento di Cordoba e lo strano contratto da vicepresidente 'studente' di Zanetti. Due mondi troppo lontani e due modi differenti di portare avanti l'Inter, che non avrebbero mai potuto incontrarsi e che, alla fine, sono implosi.

Massimo Moratti, dimissioni dall'Inter


La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state la parole del neo amministratore delegato Bolingbroke nelle ore dell'assemblea dei soci che ha certificato un passivo record (86 milioni di euro), solo limitato dall'operazione di cessione di un ramo virtuoso d'azienda da dare in garanzia alle banche: "Siamo pronti a raddrizzare ciò che è andato storto. Ci sono norme che eviteranno che il club venga gestito come in passato".

Un attacco durissimo e inevitabile. Moratti non ha gradito e in cuor suo pensa di aver ceduto l'Inter a poco prezzo proprio per garantirle un futuro. L'affondo del nuovo ceo, però, è suonato un po' come il benservito dato da Marchionne a Montezemolo nel mezzo della bufera Ferrari: un preavviso di sfratto. Poi sono arrivate le parole di Mazzarri (sprezzanti e sbagliate nella forma) a certificare l'assoluta inutilità del ruolo di Moratti.

L'addio non cancella, per il momento, la presenza in società come socio di minoranza al 29,5%. Non è difficile prevedere, però, che il terremoto porti in tempi medi anche alla soluzione di questo intreccio. Thohir ha costruito una nuova Inter che non ha più nulla a che vedere con quella di Moratti. Quest'ultimo ha la sgradevole sensazione di essere stato usato come parafulmine di alcune scelte non azzeccate, a partire dalla conferma di Mazzarri. I tifosi dell'Inter assistono impotenti, sperando che dopo la tempesta arrivi anche un vero progetto di crescita.


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Giovanni Capuano