Pellè e basta. L'Italia vince a Malta (ma annoia)
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Pellè e basta. L'Italia vince a Malta (ma annoia)

Quarto successo su quattro per Conte. Possesso palla e ritmi lenti: delude Verratti

L'Italia passa a Malta per 1-0, consolida la buona partenza nel girone di qualificazione dell'Europeo 2016 e trova il gol del debuttante di serata, Graziano Pellè. Le buone notizie finiscono qui e se volete sorridere potete pure passare ad altro. Tutto il resto, infatti, è noia. Una melassa nella quale la nazionale di Conte, visto alla fine con lo sguardo cupo come non mai anche se ha deciso di difendere il gruppo, è rimasta invischiata partorendo una serata da sbadigli. Nulla che sia riuscito ad emozionare gli sfortunati inchiodati sul divano di casa e che ha annoiato anche Tavecchio e Lotito, pescati in tribuna con l'aria di chi avrebbe preferito una gita dal dentista allo strazio di Ta' Qali. No, così non va. Prendiamoci i tre punti e il prima nel girone in coabitazione con la Croazia (che ne ha dato 6 all'Azerbaigian che a Palermo di aveva fatto soffrire). Appuntamento tra un mese a San Siro con i croati. Servirà fare di più e Conte ne è consapevole, perché il pochissimo visto tra Malta e Azerbaigian potrebbe non bastare per restare a punteggio pieno.

Possesso palla senza sbocchi

Siamo andati lenti come fosse un'amichevole di agosto. Una via di mezzo tra il tiki taka e il torello d'allenamento, con un possesso palla quasi totale (76%) e una precisione assoluta nei passatti (91,3% su 699 tentativi). Dati che presi da soli potrebbero essere trionfali e che, invece, vanno letti con la cartina tornasole della produttività offensiva. E qui i conti non tornano, perché è vero che abbiamo colpito per quattro volte i legni della porta maltese, ma non si può non sottolienare che in tre occasioni sia capitato su cross e mischie (Pellè e Chiellini), oppure quasi per caso (Candreva). L'unica azione in verticale è stata del solito Giovinco, cui Conte ha concesso questa volta la bellezza di 25 minuti, sfruttati per provare a dare una scossa agli azzurri. 

Verratti bocciato da regista

Era la sera del talento del Paris Saint German e la prova è stata steccata. Non tanto per la quantità, perché Verratti è stato il cuore del gioco azzurro ed è sempre stato vivo nel centro dell'azione, quanto per la qualità messa in mostra. Scolastico, incapace di attivare le punte e sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti, Verratti ha avuto anche la penalizzazione di una coppia di esterni molto diversa da quella su cui Conte ha costruito le sue fortune alla Juventus. Pasqual e, soprattutto, Candreva sono arrivati poche volte sul fondo e raramente si sono offerti alle sovrapposizioni profonde che sono una delle caratteristiche richieste dal ct alle sue frecce sulla fascia. Anche Pirlo avrebbe sofferto dovendo muoversi in questo contesto, ma non c'è dubbio che Verratti abbia deluso e non meriti la sufficienza.

Sempre e solo 3-5-2

L'inserimento di Darmian sulla linea dei tre al posto di Ranocchia aveva fatto credere che si potesse vedere qualcosa di diverso dal 3-5-2. La precoce superiorità numerica (rosso esagerato a Mifsud) aveva creato le condizioni per tentare di togliere un difensore e far vedere la difesa a quattro, aggiungendo qualcosa a centrocampo e in attacco. Niente. Conte ha tenuto fede alle sue convinzioni anche a costo di veder un marcatore puro come Chiellini salire spesso a fare l'attaccante aggiunto per assenza di impegni difensivi. Si poteva fare meglio? Di sicuro poteva essere la serata giusta per sperimentare novità, anche in vista dei prossimi impegni. Occasione non colta e sarà per la prossima volta, a patto che Conte non si dimostri integralista come troppo spesso i suoi predecessori. La sua storia professionale indica l'esatto contrario. A Ta' Qali avrà avuto un passaggio a vuoto anche lui...

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Giovanni Capuano