Napoli: la leggenda di Mazzarri, polemico a rigori alterni
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Napoli: la leggenda di Mazzarri, polemico a rigori alterni

Espulsioni e battaglie contro arbitri e colleghi. Ogni tanto giura di non parlare più di loro, poi ci ricasca. E i direttori di gara non lo sopportano più

Forse il suo vero cruccio è che il 'maestro' Mou è ancora inarrivabile. Digiti su Google le parole 'Mourinho contro arbitro'? Un milione e 300 mila pagine. Ci provi con 'Mazzarri contro arbitro'? Solo (si fa per dire) 706 mila. In confronto allo Special One, Walter da San Vincenzo provincia di Livorno è ancora un dilettante o quasi. Però migliora con gli anni e di questo passo può anche sperare di arrivarci. Anche perché, a differenza del portoghese, è uno specialista assoluto dell'inversione a U sulla strada della polemica. Mou attacca sempre e comunque. Walter no. Dipende.

Un esempio? Autunno 2011, torrido e non solo per le temperature. Il Napoli pareggia in casa contro la Fiorentina (25 settembre) e recrimina per un fallo di mano non visto. Mazzarri fa il saggio: "Il calcio è fatto di episodi. Poteva essere quello che ci apriva la partita". Passa una settimana e a San Siro Rocchi ne combina di tutti i colori facendo infuriare Moratti. Walter fa un po' il furbo: "Vittoria limpida. Gli episodi ci sono stati anche in altre partite".

Polemiche a non finire, poi a Cagliari il Napoli pareggia (23 ottobre) e lui sbotta: "Non commenterò più le valutazioni arbitrali". Mai più fino al 29 ottobre, addirittura 6 giorni. A Catania espulso Santana: "Episodi che hanno condizionato gravemente il risultato. Montella? Non l'ho salutato perché mi girava aver perso in questo modo". Poi Napoli-Lazio (19 novembre): "Non commenterò più una decisione arbitrale. Ho detto ai ragazzi che per me hanno vinto 4-0". Solo che in campo era finita pari.

Irascibile, polemico nato, incapace di stare zitto. A Marassi è stato espulso su chiamata del quarto uomo. "Credo ci sia stato un fraintendimento" ha spiegato. Ma sul rigore 'fasullo' di Hamsik che ha deciso la partita di nuovo buonista: "Fallo a cavallo dell'area quindi giusto fischiarlo. Basta il contatto con la linea per decretare il rigore". Mah. Ritrovava Tagliavento, giudice di porta a Pechino, la gara dopo la quale (espulso) Mazzarri ha raccontato di "aver pensato alle dimissioni" e di "aver avuto voglia di smettere".

Inizio di una stagione faticosa. Alla prima a Palermo rigorino non dato ai siciliani. Lui zitto, Sannino onesto: "C'era ma sarebbe finita 1-3". Poi il Parma e un gol di Cavani con sospetto fuorigioco. Donadoni velenoso: "Non commento ma vorrei che chi invece di solito parla sottolineasse anche i vantaggi ricevuti". La risposta? "L'anno scorso a Parma dissi che avevamo vinto ma il Parma aveva giocato meglio". Certo, con omissione che la rete di Lavezzi era stata un metro in fuorigioco.

Poi Napoli-Lazio e l'autodenuncia da 'libro cuore' di Klose. Che fa Mazzarri? Abbozza: "Bravo, ma bravo anche chi ha fatto le nuove regole". Come dire che, senza la certezza della prova tv e della squalifica, il tedesco non si sarebbe mai sognato di confessare.

Così come Walter non confesserà mai di avere un debole per la rissa (verbale) con i colleghi. Si è attaccato con molti. Allegri (che è di Livorno quasi come lui)? "Vuole un arbitro all'altezza. Lo scelga lui" gli manda a dire prima di un Milan-Napoli decisivo per lo scudetto e finito 3-0 con rigore spacca-partita contestato: "Il fallo di Ibra su Cannavaro prima del mani era netto". No, l'arbitro non l'aveva portato lui. Montella non l'ha salutato a Catania, Ferrara ha dovuto spiegare di "non aver fatto la spia", Conte e Carrera non lo sopportano dalla finale di Pechino quando mandò anche due spie all'allenamento di rifinitura (poi beccate dalla security).

Leggendario il rosso preso a Vila-Real nella gara decisiva per la qualificazione agli ottavi in Champions. Spinge via Nilmar e non si può (ovvio). Espulso. "Serviva una scossa e i ragazzi mi hanno capito" racconta lasciando intendere di aver fatto apposta. Dice anche: "Non penso di meritare la squalifica". La merita e ciao Chelsea. E imperdibile lo sfogo dopo un Napoli-Brescia (6 marzo 2011): "Se ci sono due pesi e due misure basta dirlo". Chiedeva due rigori ed era stato espulso. Una settimana prima c'era stata la sfida contro il Milan e ancora non l'aveva digerita: "Ho detto che non avrei parlato di arbitri perché altrimenti finisco sotto processo ma la verità è sotto gli occhi di tutti". Appunto.

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Giovanni Capuano