L'ultimatum di Agnelli a Conte
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L'ultimatum di Agnelli a Conte

Mercato, programmi e contratto: così il presidente ha messo l'allenatore spalle al muro

La strana intervista di Andrea Agnelli concessa a Sky Sport, in gran parte ruotata intorno all’annuncio a sorpresa dell’incontro già avvenuto con Antonio Conte, merita di essere studiata. Quale messaggio ha voluto inviare il presidente della Juventus al professionista indeciso, visto che l’uomo-Conte rimarrebbe volentieri a Torino?

Ci sono due chiavi di possibile interpretazione. La prima è certamente l’ultimatum che Agnelli, pur col sorriso sulle labbra, ha voluto mettere dei paletti all’allenatore che ha costruito il doppio scudetto. Pochi ma contenuti. Intanto che la Juventus non potrà sostenere un mercato in competizione con le big d’Europa e che quindi non ci sarà la certezza di poter costruire una squadra subito all’altezza di Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid. Poi che il presidente considera già chiuso o quasi il confronto con Antonio Conte sul futuro e ritiene di avergli dato tutte le garanzie ed aperture che merita un professionista che si è guadagnato sul campo la stima.

Spiegare con dovizia di particolari che la chiacchierata si è tenuta nel salotto di casa sua e sullo stesso divano richiamato da Conte per ricordare il giorno che convinse Agnelli di essere ‘da Juve’, sottolineare come dopo poche ore il tecnico si sia incontrato con Marotta, Paratici e Nedved per “un chiarimento sulle strategie per il mercato” non sono messaggi da sottovalutare.

“Caro Conte, il tempo per pensarci è scaduto e la Juventus vuole andare avanti. Con o senza di lei anche se preferiremmo restasse” sembra dire Agnelli che poi fissa i paletti. Llorente? Un anno fa costava 37 milioni di euro “ora siccome viene a parametro zero…”. Top player? “Vidal, Pogba, Barzagli e Pirlo sono stati i nostri migliori acquisti per un investimento complessivo da 14 milioni di euro…”. Avvertimenti più che garanzie di un mercato con un budget europeo.

Del resto la chiave di lettura per nulla buonista delle parole di Agnelli l’hanno fornita i due quotidiani più vicini alla Juventus. Sia Tuttosport e che La Stampa hanno sintetizzato brutalmente: ‘Agnelli inchioda Conte’ e ‘La palla passa a Conte’. Fine dei sorrisi e delle strette di mano a favore di fotografi nella festa scudetto.

C’è, però, un’altra chiave di lettura che merita di essere analizzata e che per il numero uno della società rappresenta una sorta di nemesi. La sua uscita pubblica così in contrasto con il messaggio che, nelle stesse ore, Conte faceva trapelare legato all’attesa del faccia a faccia, ricorda molto il video con Alex Del Piero strappò l’ultimo rinnovo di contratto della sua carriera juventina.

Ricordate? Accese la telecamera e disse che avrebbe firmato in bianco senza porre condizioni. Il popolo era con lui, Agnelli non ebbe alternative ma non apprezzò la forzatura e un anno dopo non lasciò alcun spiraglio ad Alex annunciando addirittura ad ottobre la fine del rapporto.

Ora Agnelli potrebbe essere in entrambe le posizioni. La sua intervista potrebbe essere un modo per mettere Conte con le spalle al muro costringendolo a sciogliere senza troppe storie la riserva sul futuro o, allo stesso tempo, potrebbe essere una mossa molto simile a quell’applauso (non richiesto) sollecitato all’assemblea degli azionisti per accompagnare Del Piero alla porta. In ogni caso situazione fluida in casa bianconera. Conte alla fine resterà, ma non è detto che Antonio e Andrea continuino a capirsi come è stato fin qui.

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