Horror Italia: la Costa Rica ci batte. Mondiale a rischio
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Horror Italia: la Costa Rica ci batte. Mondiale a rischio

Figuraccia degli azzurri contro i centroamericani (già qualificati agli ottavi). Male Balotelli, inutili gli ingressi di Cassano, Insigne e Cerci - Sondaggio: ci qualifichiamo?  - Le altre sconfitte clamorose - Lo speciale Brasile 2014

Non doveva accadere e, invece, è successo. Niente bis di vittorie mondiali e dura lezione dalla Costa Rica che, a sorpresa, è la quarta squadra qualificata agli ottavi di finale dopo Olanda, Cile e Colombia mentre gli azzurri dovranno vivere 90 minuti da incubo martedì contro l'Uruguay. L'unica consolazione è che ci basterà pareggiare per andare avanti, probabilmente da secondi visto che l'Inghilterra - ufficialmente eliminata - difficilmente opporrà resistenza a Campbell e soci. La sintesi si ferma qui, le sensazioni negative superano di gran lunga quelle positive perché gli azzurri hanno chiuso fisicamente in ginocchio, travolti dalla fisicità dei centroamericani e incapaci di far valere palleggio e qualità tecniche. Una disfatta storica, paragonabile al pareggio contro la Nuova Zelanda in Sudafrica nel 2010 o alla sconfitta contro la Corea del Nord nel '66. Questa Costa Rica è certamente superiore a quelle due storiche avversarie, ma non esisteva alcun presupposto per gettare al vento l'occasione di monetizzare la vittoria contro l'Inghilterra.

E' stata una lunga sofferenza senza che gli azzurri riuscissero mai a trovare il filo del gioco. Primo tempo lentissimo (noi) e feroce per pressing e determinazione (la Costa Rica). Occasioni col contagocce e una sola fiammata nostra poco dopo la mezz'ora, quando Balotelli - altrimenti abbandonato a se stesso in mezzo ai due centrali Duarte e Gonzalez - si è trovato prima a tu per tu con Navas, sbagliando il pallonetto, e poi col destro libero al limite dell'area di rigore. Due colpi nel deserto di una gara senza le illuminazioni di Pirlo, marcato strettissimo dagli avversari. Italia messa male in campo, con dieci uomini dietro la linea di metà campo e SuperMario davanti, da solo, a cercare di tirare su i compagni e a prendere botte. La Costa Rica, che ha preparato benissimo la sfida, non ha subito il fascino della squadra di rango superiore. Anzi, l'ha sfidata cercando di chiudere tutte le linee di passaggio e ripartendo con contropiede sanguinosi ad ogni pallone recuperato, liberando le conclusioni di Bolanos e i tagli degli esterni. Da una di queste situazioni (44') è arrivato il gol: traversone di Diaz dalla sinistra e colpo di testa di Ruiz, dimenticato da Chiellini. Palla sotto la traversa e non è servita nemmeno la Goal Technology per accorgersi che aveva varcato interamente la linea. Un campanello d'allarme era suonato pochi istanti prima su liscio di Chiellini e volata di Campbell, messo a terra con un'andata perdonata dal cileno Osses tra le proteste dei costaricani.

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Nella ripresa Prandelli le ha provate tutte, pescando dalla panchina ogni carta alternativa. Dentro subito Cassano per uno spento Thiago Motta e 4-2-3-1 con Antonio a fare da '10' alle spalle di Balotelli. Un paio di occasioni firmate Darmian (destro messo da Navas in angolo) e Pirlo su punizione, poi il pressing della Costa Rica ha ricominciato a martellarci e a cancellare le nostre poche certezze. L'Italia ha finito con un 4-4-2 offensivo, Insigne e Cerci larghi (fuori Candreva e Marchisio) per cercare di creare spazi per Balotelli e Cassano. Tutto inutile. Il taccuino delle occasioni è rimasto desolatamente vuoto e gli azzurri si sono spenti lentamente come un cerino bagnato, privi di gamba, fiato, idee e carattere. Sarà stato il caldo di Recife (che però c'era anche per la Costa Rica), oppure la convinzione inconscia di poter fare un sol boccone di una squadra nettamente inferiore sul piano della qualità, come testimoniato dal 28° posto nel ranking Fifa.

Sarà stato tutto questo, oppure improvvisamente la luce si è spenta e le smagliature del modulo rivoluzionato da Prandelli a un mese dal Mondiale sono venute fuori all'improvviso. La difesa continua a essere fragile e ha incassato gol per la decima partita consecutiva, amichevole comprese. A centrocampo - preso in mezzo Pirlo - è mancata una seconda fonte di gioco e il tiki-taka tricolore è in fretta diventato uno sterile camminare per il campo. Davanti Balotelli ha sofferto di solitudine e mancato le uniche due occasioni avute, guarda caso le due volte in cui Pirlo è riuscito a giocare la palla di prima oltre la linea dei difensori costaricani che hanno tenuto un baricentro altissimo per accompagnare il pressing dei centrocampisti e che hanno pescato gli attaccanti e gli esterni azzurri in fuorigioco per ben undici volte.

Adesso Prandelli ha quattro giorni a disposizione per cambiare il destino di questo Mondiale. E' un problema, visto il modo in cui abbiamo chiuso. Meno di cento ore per capire se a centrocampo c'è ancora forza fisica da spendere, se Balotelli non è in riserva, condannato a un gioco dispendioso e poco proficuo, e se il 4-1-4-1 con il tiki-taka sia davvero la risposta giusta ai problemi italiani, che sono tanti e ci portano a una serata da brividi: dentro o fuori, vivere o morire. Sono le situazione in cui di solito diamo il meglio di noi. Speriamo.

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Giovanni Capuano