I fischi a Balotelli e le norme fuffa
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I fischi a Balotelli e le norme fuffa

Ieri a San Siro si è applicato il regolamento alla lettera. Morale: le partite (vere) non si fermeranno mai, e con essi i cori

Continua la lotta del calcio italiano contro il razzismo. Dopo i fatti di Busto Arsizio dello
scorso 3 gennaio la tolleranza zero verso la discriminazione razziale nello sport prosegue con
provvedimenti che fino a qualche anno fa erano invocati a gran voce ma inutilmente. Milan -
Roma è stata infatti sospesa per due minuti dal direttore di gara Rocchi dopo l'ennesimo coro
contro Mario Balotelli intonato dal migliaio di tifosi giallorossi presenti a San Siro. L'attaccante
rossonero, visibilmente stizzito, ha zittito la curva ospite. Già nel primo tempo lo speaker del
Meazza era dovuto intervenire per ammonire i tifosi della Roma ma al ritorno in campo, con la
ripresa dei cori, l'arbitro Rocchi ha sospeso il match richiamando le due squadre a centrocampo
secondo le direttive Uefa che danno all’arbitro il potere di interrompere le partite in caso di cori
razzisti e prevedono multe fino a 50mila euro ai club per comportamenti scorretti del pubblico. La
rabbia dei tifosi della Roma nei confronti di Mario Balotelli è stata riassunta nello striscione "non ti
insultiamo perché sei di colore, ma perché sei 'no stronzo senza onore".

Ma perché la partita di ieri non è stata definitivamente interrotta? In questo caso il
regolamento italiano va studiato nel dettaglio prendendo spunto dalle nuove direttive di Michel
Platini. "La Uefa invita le federazioni nazionali e le leghe a legiferare per rendere più pesanti
le sanzioni in merito agli episodi di razzismo e chiede agli organi disciplinari di applicare tali
sanzioni più pesanti in caso di comprovati episodi a sfondo discriminatorio e di cercare un modo
per obbligare i soggetti sanzionati a intraprendere azioni preventive. Soprattutto gli arbitri sono
chiamati a interrompere le partite in caso di episodi di razzismo". Detto, fatto. Per quel che si può
fare...

Un tempo i cori razzisti venivano semplicemente ignorati (ricordarsi il caso Zoro), oggi invece si
cerca di dare eco alla voglia di combattere il fenomeno e niente è più eclatante di una sospensione
che dura 120 secondi. In tanti si sono chiesti perché non si riesca ad interrompere definitivamente
le partite che vengono rovinate da episodi razzisti ma la risposta è semplice: il regolamento non
lo permette. Il direttore di gara non ha infatti il potere per sospendere definitivamente la gara, una
scelta che spetta al responsabile dell'ordine pubblico dello stadio che in ogni match viene designato
dal ministro dell'Interno. Il direttore di gara può far sospendere l'incontro oppure non fare iniziare la
partita ma non può sospendere e rinviare definitivamente l'incontro.

Nel frattempo si punta ad inasprire ulteriormente le pene per i tesserati e per le società accusate
di avere tifoserie "a rischio": squalifiche fino a 10 giornate per giocatori e dirigenti coinvolti in
episodi di razzismo mentre se la colpa è dei tifosi ci sarà la chiusura parziale dello stadio, prima
di arrivare alle gare a porte chiuse come successo in Europe League per la Lazio. In Europa si va
avanti decisi ma in Italia il regolamento parla chiaro: dai quattro punti in cui si affronta il tema del
razzismo si deduce che in futuro le sospensioni come quella di San Siro potrebbero aumentare così
come le squalifiche. Per vedere una partita rinviata o sospesa definitivamente a causa del razzismo
bisogna invece ancora aspettare chissà quanto.

Ecco le voci sull'argomento nel regolamento della FIGC.

2 bis) E' vietato introdurre e/o utilizzare negli stadi e negli impianti sportivi materiale pirotecnico
di qualsiasi genere, struemnti ed oggetti comunque idonei ad offendere, disegni, scritte, simboli,
emblemi o simili, recanti espressioni oscene, oltraggiose, minacciose o incitanti alla violenza
o discriminatorie per motivi di razza, di colore, di religione, di lingua, di sesso, di nazionalità,
di origine territoriale o etnica, ovvero configuranti propaganda ideologica vietata dalla legge o
comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.

3) Le società hanno l'obbligo di adottare tutti i provvedimenti idonei ad impedire che lo
svolgimento della gara sia disturbato dalsuono di strumenti che comunque rechino molestia, dal
lancio e dallo sparo di materiale pirotecnico di qualsiasi genere nonché di far rimuovere, prima che
la gara abbia inizio, qualsiasi disegno o dicitura in qualunque modo esposti, recanti espressioni
oscene, oltraggiose, minacciose od incitanti alla violenza o discriminatorie per motivi di razza,
colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuranti
propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.

5) L'arbitro, ove rilevi la completa assenza di responsabili al mantenimento dell'ordine pubblico,
può non dare inizio alla gara.

6) Il responsabile dell'ordine pubblico dello stadio, designato dal Ministro dell'Interno, il quale
rileva uno o più striscioni esposti dai tifosi costituenti fatto grave, ordina all'arbitro, anche per il
tramite del quarto ufficiale di gara o dell'assistente dell'arbitro, di non iniziare o sospendere la gara.

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Matteo Politanò