Germania show: Brasile, resa umiliante!
Ansa
Lifestyle

Germania show: Brasile, resa umiliante!

Si schianta la Selecao: 1-7 contro i tedeschi. La disperazione di un popolo. Klose re dei gol mondiali - Il dramma dei brasiliani - I tifosi se ne vanno dopo 29 minuti - Le pagelle - La diretta su Twitter  - Il Mineiraço sui giornali

Una sconfitta epocale, umiliante, definitiva. La fine di un mito e un giorno che i brasiliani porteranno per sempre scolpito nell'anima, quello della vergogna di Belo Horizonte. Il giorno in cui la Germania distrusse la gioia di vivere e giocare di un intero popolo scrivendo una pagina di calcio indimenticabile ed entrando nella finale mondiale del Maracana col piglio deciso del dominatore, anche se difficilmente troverà di fronte un avversario più morbido del Brasile che al Mineirao si è squagliato prima ancora di cominciare. Brasile-Germania 1-7. Belo Horizonte, 8 luglio 2014. Chi c'è stato potrà raccontarlo per sempre, gli altri lo studieranno sui libri di scuola. Come sia possibile che i verdeoro si siano consegnati senza lottare ai tedeschi potranno spiegarlo gli psicologi; quello che è certo è che la partita non c'è mai stata e la mattanza dei primi 29 minuti è stata la conseguenza di una differenza di approccio mentale evidente sin dall'ingresso in campo.

Da quasi un secolo il Brasile non prendeva una suonata simile (0-6 contro l'Uruguay nel settembre del 1920). Raramente nell'ultimo secolo aveva presentato una Selecao così modesta dal punto di vista tecnico e sconclusionata tatticamente. I segnali c'erano già stati - evidenti - nelle prime uscite del Mondiale, mascherati da qualche aiutino (contro la Croazia), dalla buona sorte contro il Cile e dai numeri di Neymar, leader di una squadra appesa alla stella del Barcellona. Un castello che è venuto giù tutto in un colpo con l'infortunio di Neymar, anche se a mancare è stato soprattutto l'ordine di Thiago Silva, capitano squalificato per un fallo inutile, spalla che aveva tenuto su anche David Luiz che senza il punto di riferimento è tornato in un soffio il difensore un po' svagato che Mourinho ha lasciato partire con destinazione Parigi incassando lo stratosferico assegno da 60 milioni di euro.

David Luiz, istrionico, motivatore, leader emozionale di una nazionale fragile. Poteva essere lui l'uomo del destino? No, non poteva. Che poi sia stato lui a spalancare la strada a Mueller, dimenticandolo sull'angolo di Kroos (11'), oppure a non chiudere a tempo sull'incursione di Klose (23') è solo un dettaglio. Il Brasile non è mai entrato in partita, consumato dall'attesa di un popolo intero, schiantato dall'assenza dei suoi punti di riferimento, così legato a Neymar da non riuscire a staccarsi dalla sua immagine nemmeno una volta sceso in campo con la maglia numero '10' stretta in mano e mostrata in mondovisione come un feticcio. Una specie di coperta di Linus che le geometrie e la potenza tedesca hanno lacerato senza pietà. Mueller, Klose, doppietta di Kroos e Khedira: cinque fendenti in 29 minuti. Il resto è stato solo noia, puro esercizio di stile e psicodramma di un popolo che si è risvegliato bruscamente dal sogno. In campo c'è stato un tentativo di reazione, poi Schurrle ha fatto il reasto (69' e 79'), Oscar ha fatto il punto dell'1-7 e chiuso la pratica tra un fischio e l'altro a seppellire Fred e compagni.

Il crollo emotivo, oltre che tecnico, della squadra di Scolari non deve nascondere i meriti della Germania di Loew. Superlativa, quadrata, matura, fisicamente a posto e con un giocatore destinato a fare la storia numerica dei Mondiali. E' un paradosso che, nella notte in cui Klose ha superato Ronaldo diventando il marcatore più prolifico di sempre nella manifestazione iridata (16 gol dal 2002 al 2014 contro i 15 del Fenomeno), a rubare la scena sia stato soprattutto Thomas Mueller. E' un classe 1989 e ha davanti a sé almeno altri dieci anni di carriera ad altissimo livello. la sua volée di sinistro ha aperto la mattanza e lo ha spedito in doppia cifra come nessuno mai alla sua età: 10 gol e 5 assist in 12 partite mondiali. Mostruoso. Loew lo ha messo in condizione di rendere al meglio e la Germania è parsa da subito molto meglio disegnata sul campo rispetto al Brasile, con Lahm largo a destra e il trio Khedira-Schweinsteiger-Kroos a fare da diga con licenza di inserimento. 

Il risultato è stato un dominio totale, di cui si era avuta avvisaglia subito, quando i brasiliani avevano approcciato con disordine la partita tentando di cavalcare l'onda emozionale di uno stadio interamente colorato di giallo: due palle recuperate e due contropiede abortiti quasi per caso, lanciati a velocità vertiginosa sull'asse di destra Lahm-Mueller che ha sovrastato la coppia Marcelo-Hulk costringendo Luiz Gustavo a chiusure disperate e inutili. C'è un dato statistico che fotografa lo squilibrio del confronto: nella prima mezz'ora il 52% degli attacchi tedeschi si è sviluppato su quel fronte e la quasi totalità ha prodotto danni. Loew si è potuto permettere anche il lusso di cominciare a preparare la finale del Maracana con un'ora di anticipo, togliendo Hummels e Klose per evitare colpi e sforzi. Ora ci sono 120 ore per preparare l'assalto al Mondiale. Sarebbe la prima volta di un'europea in Sud America. Per il Brasile è un altro Maracanazo, impossibile da dimentica. Un giorno qualcuno troverà una spiegazione.

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano