Fiorentina capolista, elogio di Paulo Sousa (il gobbo che non volevano)
Ansa
Lifestyle

Fiorentina capolista, elogio di Paulo Sousa (il gobbo che non volevano)

I viola volano con il portoghese, nuovo simbolo di una squadra costruita tra le difficoltà. E contestata dai tifosi...

La serie A va al riposo (sosta della nazionale che ci dovrà portare a Euro 2016) con una capolista nuova di zecca e, per quanto visto sin qui, più che mai meritata. La Fiorentina che ha asfaltato l'Atalanta nella prima mezz'ora di gioco salendo in un battito di ciglia a quota 18 su 21 è la faccia bella di un torneo cui manca ancora il punto di riferimento definitivo. Può essere che lo sia la stessa Viola, come ha detto Paulo Sousa, oppure che le altre grandi siano destinate a ritornare rapidamente in corsa scudetto: certamente la solidità e bellezza della Fiorentina non è un caso passeggero.

Se i della Valle sono gli artefici del progetto e sono stati capaci di rigenerarsi dopo l'addio di Montella, subito più che voluto, di sicuro il portoghese arrivato dalla Svizzera è l'architetto di una squadra che gioca un calcio al momento perfetto. I numeri gli danno ragione: 7 vittorie su 7 in casa, 11 delle ultime 12 in serie A in coabitazione con il predecessore, record di punti nel 2015 (58) davanti anche alla Juventus, nessun gol subito al Franchi e nessuno nei primi 45 minuti di gioco.

Ci sarebbe anche il ricorso storico secondo il quale mai la Fiorentina è stata capace di vincere 6 delle prime 7 partite di una stagione in serie A, nemmeno nelle annate bellissime e che sono un ricordo ormai sbiadito. Più che le statistiche, però, è bello soffermarsi sull'immagine di Paulo Sousa e ricordarsi come a giugno era stato accolto con diffidenza e fischi. Su qualche muro di Firenze era comparsa anche la classica scritta contro il 'gobbo' venuto da Torino, come se il resto della carriera di Sousa non contasse nulla.

Se serviva una conferma della necessità per i club di portare avanti le proprie strategie fregandosene della pancia dei tifosi, eccola servita. Un po' come il 'maiale' Ancelotti ripudiato dagli juventini o Capello che doveva farsi perdonare le frasi da romanista. Paulo Sousa è un signore e merita tutto quello che si sta costruendo settimana dopo settimana, Firenze vola e sogna. Chissà se una mano pietosa ha cancellato quella scritta sul muro...

Il punto sulla 7a giornata

* Alle spalle della Fiorentina capolista resiste l'Inter. La squadra di Mancini esce con un pareggio (1-1) da Marassi dove la Samp prima domina e spreca e poi soffre. Proteste per un rigore negato nel finale ai nerazzurri. Solite incongruenze tattiche dei nerazzurri - in orrenda maglia gialla - su cui Mancini dovrà lavorare: la squadra sembra giocare sotto ritmo.

* La Juventus trova il primo successo casalingo in campionato (3-1 sul Bologna). La paura iniziale per il gol di Mounier indica che non tutto il male è passato, ma Morata-Dybala e Khedira si sono confermati pilastri su cui fare affidamento nella ricerca della continuità.

* Il paradosso della Roma: a Palermo doveva salvare la panchina di Garcia e ne è uscita con un successo che la rilancia nelle zone altissime, a 2 soli punti dall'Inter che pareva irraggiungibile. Handicap iniziale quasi cancellato, segnali di ripresa e qualche crepa preoccupante in difesa: incassati altri 2 gol (2-4 il finale).

* Anche la Lazio vola: contro il Frosinone successo sofferto (1-0) che significa quarta vittoria consecutiva, compresa l'Europa League, Pili saldissimo sulla panchina e improvvise prospettive di gloria in una stagione che sembrava dover essere di transizione.

* Il Milan di Mihajlovic non si è ancora visto. Non può essere quello di San Siro che è stato maltratto dal Napoli e che ha regalato ancora in fase difensiva (imbarazzante l'ennesimo errore di Zapata). Qualche numero: 5 punti in meno rispetto ad Inzaghi che aveva segnato il doppio (16 contro 8) e incassato 10 reti contro le 13 di questa stagione. Malissimo, considerato che il serbo era considerato l'aggiustatutto della fase difensiva.

* Tra l'altro il pubblico finalmente numeroso di San Siro non ha gradito nemmeno l'impegno dei rossoneri, invitati (eufemismo) a dare di più in campo. Cade un altro dogma di Sinisa sergente di ferro. La sosta servirà per fare riflessioni.

* Il Napoli ha cambiato modulo e faccia. I numeri sono impressionanti in positivo, ma quello più importante è il singolo gol incassato nelle ultime 6 partite disputate. Poi ci sono Higuain, in forma straordinaria, e Insigne che sotto gli occhi di Conte ha dimostrato di essere ormai pronto per qualsiasi prova.

* Il Genoa è rinato settimana scorsa contro il Milan e a Udine ha recuperato in extremis un pareggio che sta addirittura stretto per il gioco visto in campo. L'Udinese comincia a preoccupare: fatica oltre il previsto e il nuovo stadio non sembra portare né carica né fortuna.

* Il Sassuolo è caduto alla settima giornata perdendo la sua imbattibilità (che durava da 12 partite considerando anche il finale della passata stagione). Forse Squinzi e i suoi proclami scudetto hanno portato sfortuna. L'Empoli (1-0 gol di Maccarone) rivede la luce.

* Anche il Torino si è perso nella notte che avrebbe potuto consegnargli per qualche ora il primato in classifica: prima storica vittoria del Carpi in serie A (2-1) e bagno d'umiltà per i granata che restano, comunque, una delle realtà più belle.

* Il derby di Verona è stato sufficientemente noioso. Il Verona è nelle retrovie ma l'alibi per gli infortuni regge e Mandorlini saprà risollevarlo quando avrà ritrovato almeno parte dei suoi uomini.


I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano