Fifa, lo scandalo della corruzione preoccupa gli sponsor. Fuga da Blatter
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Fifa, lo scandalo della corruzione preoccupa gli sponsor. Fuga da Blatter

Visa, Coca Cola, Nike, Adidas e altri grandi marchi che legano il proprio brand a Zurigo vogliono la svolta. In nome di trasparenza e business

A taccuini chiusi sono molti gli analisti pronti a giurare che non cambierà nulla, perchè il business del calcio mondiale è un mercato troppo ricco e globale per essere abbandonato per motivi etici. Di sicuro, però, lo scandalo che sta travolgendo Blatter e la Fifa allarma le multinazionali che hanno legato il proprio brand e buona parte delle proprie fortune commerciali al governo del pallone di Zurigo. Un'onda che si va ingrossando con il passare delle ore e che prende spunto dallo scenario di corruzione e mancanza di principi disegnato dalle inchieste dell'Fbi e delle autorità svizzere. Ufficialmente si tratta solo di richiami alla trasparenza destinati al colonnello Blatter: "Noi vigiliamo sul cambiamento che ci deve essere". Altrimenti...

La presa di posizione di Visa, Coca Cola e gli altri

Visa, Coca Cola, Mc Donald's - solo per citare i marchi che si sono mossi per primi - hanno pubblicamente esternato la propria posizione. Preoccupati che la reputazione dello sponsor possa essere macchiata dal giudizio che gli sportivi di tutto il mondo, consumatori dei loro prodotti, stanno esprimento su Blatter e su chi comanda il pallone a livello globale. "Ci aspettiamo che la Fifa compia passi rapidi e immediati per affrontare questi problemi all'interno della sua organizzazione, a partire da solide pratiche etiche" si legge nel comunicato della Visa, partner dal 2007 con un accordo da 130 milioni di dollari recentemente prolungato fino al 2022: "Se non dovesse provverdervi riesamineremmo la nostra sponsorizzazione". Di tenore simile i comunicati di Coca Cola e Mc Donald's, i cui marchi compiaono ovunque c'è un grande evento marchiato Fifa.

Sponsor e Fifa, un legame da 1,6 miliardi di euro

Al di là degli aspetti etici c'è l'ovvia considerazione del peso economico dei partner della Fifa che è un'organizzazione no profit dedicata allo sviluppo del calcio in tutto il mondo, ma che ha bilanci miliardari. Circa un terzo dei proventi (1,6 miliardi dal 2011 al 2014) provengono proprio dalla voce sponsor, seconda voce dopo quella dei diritti tv. Non è un caso che proprio queste due parti dell'attività commerciale del sistema Blatter siano state messe sotto la lente di ingrandimento dall'Fbi insieme all'assegnazione dei Mondiali e delle grandi manifestazioni che da sole valgono un business miliardario. L'edizione 2014 in Brasile ha portato fatturati complessivi per oltre 4 miliardi di euro, con margini di guadagno elevatissimi per la Fifa.

Come funziona il sistema di sponsor della Fifa

Blatter ha reso la Fifa un'autentica macchina da soldi, creando un sistema di sponsorizzazioni a più livelli che ha massimizzato i ricavi. Due delle aziende che si sono esposte per chiedere trasparenza (Visa e Coca Cola) fanno parte della ristretta cerchia di primo livello dei cosiddetti Fifa partners insieme ad Adidas (fino al 2030), Sony (che però nel 2014 ha annunciato il mancato rinnovo dell'intesa), Emirates (stesso discorso) e Hyunday (contratto fino al 2022). Da questi partner Zurigo riceve oltre 700 milioni di dollari all'anno che rappresentano l'introito più alto in assoluto. Già nei mesi scorsi - come Panorama aveva raccontato (CLICCA QUI) - c'era stata una fuga dovuta alle continue rivelazione della corruzione nell'assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar. Blatter si era detto non preoccupato, ma ora la catena rischia di allungarsi. Al secondo livello del rapporto commerciale con la Fifa ci sono i marchi che si legano ai singoli eventi: Castrol, Budweiser, Mc Donald's, Oi, Johnosn & Johnson, Yingli, Moy Park e Continental. Da soli valgono circa mezzo miliardo di dollari. Poi arrivano gli sponsor regionali per ciascuna area.

I richiami al rispetto dei diritti in Qatar

Per questa pletora di partner quanto sta accadendo in seno alla Fifa è estremamente preoccupante. Si tratta di aziende globali che hanno bisogno di avere un'immagine pulita ovunque nel mondo e non possono permettersi di essere legati a un brand oggi totalmente negativo agli occhi dell'opinione pubblica. Il problema, come detto, si era già posto in inverno con l'addio di Sony ed Emirates ma non solo. Proprio settimana scorsa Adidas, Coca Cola e Visa avevano preso posizione chiedendo alla Fifa di farsi parte attiva per il miglioramento delle condizioni di vita lavoro degli operai che stanno realizzando gli impianti per l'edizione 2022 in Qatar e che, come raccontato da diverse inchieste giornalistiche e indipendenti, vengono sfruttati alla stregua di schiavi. Un richiamo che Blatter aveva ricevuto e che ora è stato superato dall'emergenza del raid dell'Fbi.

Perché l'indagine poteva solo partire dagli Usa

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Giovanni Capuano