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La Copa Sudamericana finisce in rissa. E' allarme Mondiali

Finale sospesa all'intervallo per rissa. Sotto accusa il servizio d'ordine brasiliano. E tra 18 mesi...

Una gomitata, quindi una rissa. Infine, un'aggressione in piena regola, da commando paramilitare. La finale della Copa Sudamericana 2012, l'equivalente dell'Europa League declinata alle formazioni dell'America del Sud, si è conclusa ieri in Brasile nel modo peggiore possibile.

L'arbitro dell'incontro, il cileno Enrique  Osses, ha decretato la fine della gara dopo il primo tempo, confermando di fatto il 2 a 0 maturato nella prima frazione di gioco. Il Tigre, la formazione argentina che si giocava il trofeo con i padroni di casa del San Paolo, non è infatti tornata in campo al termine dei primi 45 minuti, a causa, lo si saprà poco più tardi in diretta tv, di una vera e propria aggressione che avrebbero subìto i giocatori negli spogliatoi, malmenati da un gruppo di persone che farebbero parte del personale di sicurezza dell'impianto carioca.

Tutto sarebbe partito da una gomitata piuttosto violenta che avrebbe ricevuto nel primo tempo la stella di casa, il talentuoso trequartista Lucas, all'ultima presenza con la maglia del San Paolo prima di passare tra le fila del Paris Sanit Germain Autore del gesto che non è stato sanzionato dal direttore di gara, il 22enne difensore argentino del Tigre Lucas Orban. L'altro Lucas, il fenomeno del San Paolo, è stato costretto a chiedere l'intervento dei sanitari per un'evidente perdita di sangue dal naso.

La partita è così proseguita fino a quando non si è arrivati all'intervallo. Nel video che sta facendo il giro del mondo, si vede Lucas il brasiliano che sembra chiedere conto a Orban dell'intervento di cui è stato protagonista. E' la scintilla che fa esplodere una rissa che coinvolgerà praticamente tutti i componenti delle due squadre, tecnici e massaggiatori compresi. E' dovuta scendere in campo anche la polizia, per cercare di sedare gli animi e ricomporre la situazione.

Il peggio però è proseguito lontano dalle telecamere. Secondo lo staff del Tigre, è nello spogliatoio della squadra argentina che sarebbe avvenuta l'aggressione:

"Abbiamo trovato una ventina di bodyguard enormi che hanno iniziato a insultarci e a minacciarci - spiega il tecnico del Tigre, Nestor Gorosito - fino a provocare una rissa. Ci hanno malmenato e ci si è messa pure la polizia, che invece di intervenire in nostro aiuto ci ha presi a manganellate".

I giocatori argentini hanno denunciato l'accaduto poco dopo, presentandosi in sala stampa con i volti tumefatti e numerose escoriazioni. Da qui la decisione di non fare rientro in campo. E l'arbitro, regolamento alla mano, non ha potuto fare altro che dichiarare concluso il confronto. San Paolo in festa come se nulla fosse successo. Era una partita di calcio, è stata una delle pagine più basse del pallone sudamericano.

L'eco del disastro in terra carioca ha raggiunto rapidamente tutti gli appassionati di calcio del pianeta, provocando preoccupazione e perplessità per i prossimi grandi appuntamenti internazionali che faranno tappa proprio in Brasile. Tempo sei mesi e inizierà infatti da quelle parti la Confederations Cup, il torneo che rappresenta la prova del 9 per il Mondiale che si giocherà l'anno successivo, nel 2014. Per la serie, Brasile al centro del pallone internazionale nei prossimi due anni, ma con un carico grande così di dubbi circa le reali capacità di gestire e sostenere un evento che certo sarà ben più complesso della pur importante Copa Sudamericana.

Molte le domande, poche le risposte certe e sicure.

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Dario Pelizzari