Quei "last minute" del Milan tra colpi e delusioni
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Quei "last minute" del Milan tra colpi e delusioni

Gli affari di fine mercato sono uno dei marchi di fabbrica di Galliani: attendendo Torres, ecco quando hanno funzionato e quando no - Il tabellone del calciomercato

Il 29 agosto 2010 Zlatan Ibrahimovic con in mano la maglia (senza numero ma con nome ben in vista) del Milan arringava la folla dal centro del prato di San Siro: “Ricordati, sono viniuto a vincere e questo anno vinciamo tutto“. Promessa mantenuta a metà, ma con grande godimento da parte di un popolo che in quelle ore aspettava anche il sì di Robinho per una doppietta da sogno. Il 29 agosto 2014 Adriano Galliani attende con ansia il via libera del Chelsea per Torres. Questione di soldi altrui, visto che a Milanello non ci sono fondi per finanziare l’ennesima scommessa low cost e in chiusura di mercato, il colpo che dovrebbe riavvicinare la gente convincendola magari a sottoscrivere l’abbonamento per evitare lo choc di chiudere sotto quota ventimila (oggi ancora lontana).

E’ una specialità di Galliani la trattativa in volata. Quattro anni fa cambiò la faccia a un Milan un po’ depresso ma, certamente, con infinita qualità in più rispetto a quello consegnato a Pippo Inzaghi. Da lì in poi il giochino è stato tentato con ossessionante ripetitività tutte le volte e con esiti spesso incerti. Nel 2011, ad esempio, l’ultima settimana di mercato portò Aquilani in prestito – mai riscattato – e Nocerino, regalato da Zamparini e che ballò per una sola stagione. E a gennaio toccò a Muntari (proprio in chiusura il giorno 31) e Maxi Lopez, dopo parcheggio in un albergo di piazza Repubblica in attesa che il ‘capo’ tornasse dall’infruttuoso viaggio a Londra per scambiare Pato con Tevez.

Nel 2012 la fine dell’estate significò le firme di Niang, Bojan e De Jong, mentre a gennaio (sempre il 31) fu la volta di Balotelli. Nessuno ha lasciato un segno indelebile sulla storia del club. Un anno dopo – agosto 2013 – il superamento del preliminare Champions stappò la bottiglia del mercato rossonero: dentro Matri e Kakà (“Sono partito per Madrid senza nemmeno un appuntamento con Perez” ha raccontato poi Galliani) e fuori Boateng. Poi nel cuore dell’inverno le operazioni Essien e Taarabt, fatte di fretta sotto la regia di Seedorf appena subentrato ad Allegri. Comprare last minute, insomma, non è per forza garanzia di successo. E’ un marchio di fabbrica, certo, uno dei motivi per cui passeranno alla storia le estati del geometra di Milanello insieme alle trattative in bermuda sulla spiaggia di Forte dei Marmi. Un cult.

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Giovanni Capuano