Juve, contro il Borussia il primo match point Champions
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Juve, contro il Borussia il primo match point Champions

Allegri può ritrovarsi già qualificato alla seconda fase vincendo a Moenchengladbach. E sarebbe un via libera anche in campionato...

Ha ragione Allegri quando ricorda che la Juventus non è ancora stata capace di infilare due vittorie consecutive e, quindi, non può partire con i favori del pronostico contro una squadra in serie positiva da 6 in Bundesliga. Però la sfida di Moenchengladbach ha risvolti da bivio per la stagione bianconera e le motivazioni a fare bene e vincere, dando continuità al successo in extremis nel derby, sono forti.

Con tre punti e la contemporanea afferamazione del Manchester City a Siviglia (non semplice ma nemmeno impossibile), Allegri potrebbe trovarsi già qualificato agli ottavi di finale della Champions League con 180 minuti d'anticipo e sarebbe un trofeo da esibire con orgoglio, considerato il pessimismo in agosto al momento della pesca nell'urna di Nyon. Basta questo per spingere la Juventus nella tana di Moenchengladbach, gettandosi alle spalle le perplessità che nemmeno la zampata di Cuadrado al minuto 93 della sfida contro il Torino ha cancellato.

Torna la coppa d'attacco Mo-Ma

Due settimane fa a Torino la Juventus andò a sbattere contro il muro tedesco. Colpa dell'arbitro in almeno un paio di occasioni, ma anche di una certa difficoltà a concretizzare la gran mole di lavoro svolto. Poi è arrivato il Sassuolo a distruggere le poche certezze e, quindi, la resa dei conti prima del derby. Ora è una squadra diversa quella volata in Germania, consapevole però del rischio di ricadere subito in depressione.

Dybala, che a Torino aveva preso il posto di Morata nel finale suscitando polemiche a non finire perchè più pericoloso lui degli altri, seppure in pochi minuti, tornerà quasi certamente a sedersi in panchina. Allegri preferisce affidarsi al MoMa, al secolo Morata e Mandzukic che in Europa hanno più esperienza, centrimetri, gol e chili degli altri attaccanti bianconeri. Non una bocciatura per Paulo, ma l'indicazione che oggi le gerarchie sono queste per la Champions League.

Ritorno al (finto) 3-5-2

Anche come modulo, la Juve non si discosterà molto da quella delle ultime settimane. Sulla carta sarà un 3-5-2 con Hernanes regista basso ed Evra e Cuadrado sugli esterni. Però non bisogna farsi trarre in inganno, perché potrà diventare un 4-3-3 semplicemente arretrando di qualche metro il raggio d'azione di Evra e alzando quello di Cuadrado, oppure anche in un 4-4-2 in fase di non possesso palla.

Insomma una Juve camaleontica per cecare di non dare punti di riferimento al Borussia e, magari, colpire anche negli spazi che fatalmente Schubert dovrà aprire agli avversari; non è pensabile una partita come quella dell'andata con i neroverdi dietro la linea della palla dall'inizio alla fine.

Le motivazioni e il lavoro psicologico

Una settimana nel frullatore dell'autoterapia non ha esaurito, però, del tutto il tema psicologico. Nella vigilia è rimerso la divisione, almeno a parole, tra giovani e vecchi. L'ha rievocata Bonucci parlando della scossa che i senatori hanno cercato di dare al resto del gruppo nel ritiro pre-derby per spiegare cosa significhi essere alla Juventus e quanto pesi la maglia indosso.

La storia di questa stagione dice che non è nelle notti di Champions che i bianconeri corrono il rischio di addormentarsi. E' anche vero, però, che tra tutti gli appuntamenti del girone questo è il più ostico tatticamente e quello meno affascinante come appeal. Insomma, qualche trappola sul percorso di Allegri è comunque stata messa. Dare una risposta positiva significherebbe fare altri due passi fuori dal tunnel. 

Tornare dalla Germania con la qualificazione in tasca, infine, avrebbe anche il duplice vantaggio di consentire uno sforzo extra in campionato. Dove l'ultima giornata ha consegnato alla Juventus un inatteso +2 sulla vetta della classifica. Che resta lontana, ma con davanti un paio di mesi a testa libera potrebbe anche tornare d'attualità.

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Giovanni Capuano