Juve di Champions: 3 motivi per essere contenti (e 3 no)
Getty Images Sport
Lifestyle

Juve di Champions: 3 motivi per essere contenti (e 3 no)

Qualificazione quasi raggiunta e il ritorno di Lichtsteiner fanno sorridere, ma ci sono anche ombre nella notte di Moenchengladbach

La Juventus è tornata da Moenchengladbach con in tasca ben più di metà pass per gli ottavi di finale di Champions League. Lo dice l'aritmetica, perchè la contemporanea caduta del Siviglia contro il Manchester City ha allungato la classifica e gli 8 punti dei bianconeri valgono praticamente la qualificazione. Basterà non perdere contro il Manchester City, ma Allegri potrebbe anche perdere contro gli inglesi a patto che il Siviglia non batta il Borussia Moenchengladbach. E anche andasse male nel prossimo turno, ci sarebbe tempo per rimediare nella sfida diretta con la squadra di Emery.

Insomma, motivi per essere contenti di ritorno dalla Germania non mancano. E' vero che il sorpasso del Manchester City mette a rischio il primato nel girone, fondamentale per avere un buon sorteggio a dicembre, però non è il caso di sottilizzare e in tanti avrebbro firmato per trovarsi in questa situazione. In più c'è qualche buon segnale da gioco e singoli. Ci sono, però, anche i lati oscuri della prestazione di Moenchengladbach, campanelli d'allarme che suonano e non vanno sottovalutati.

COSA VA - Per un tratto si è rivista la vera Juve

La luce si è accesa sul finire del primo tempo, ha prodotto il pareggio di Lichtsteiner e poi illuminato anche l'inizio della ripresa. Fino all'espulsione folle di Hernanes. In questi 20-25 minuti si è rivista la Juve bella e spietata della passata stagione, capace di dominare il campo e creare occasioni a ripetizione. Padrona del gioco e con la partita in mano, tanto che la serata sembrava essersi messa in discesa.

E' un segnale positivo, perché in questa sfortunata annata raramente Allegri ha avuto risposte convincenti sul piano del gioco dalla sua rosa. Eppure il Borussia aveva cominciato bene e stava facendo resistenza mettendola sul ritmo. Quei 20 minuti di vera Juve sono la cosa più preziosa che il tecnico si è riportato a casa dalla Germania insieme al punticino che vale quasi la qualificazione.

COSA VA - Pogba, giocate da numero 10

L'assist di Pogba per la rete di Lichtsteiner ha ricordato le aperture di Pirlo oltre la linea dei difensori, quelle che spesso hanno spaccato le partite contro le squadre tatticamente meglio disposte. Un passaggio intelligente e da vero numero 10, quale Paul ha cercato di essere a lungo nella notte di Moenchengladbach, sostituendosi anche alla pochezza di Hernanes e sfiancandosi nella doppia fase. Nel momento più difficile è sttao visto abbozzare da solo il pressing sulla linea centrale del tedeschi e provare anche recuperi profondi pur di non lasciare sola la propria difesa.

COSA VA - La bella storia di Lichtsteiner

La storia di Lichtseiner è troppo bella per non essere racontata e messa tra i ricordi dolci della serata. Lo svizzero ha temuto fortemente per la sua carriera e aveva voglia di scendere in campo in fretta per scacciare i fantasmi. Aveva alle spalle solo un paio di allenamenti con il gruppo, ma è stato lo stantuffo infaticabile di sempre e ha ritrovato anche la corsia di destra che tante volte, sia con Conte che con Allegri, gli aveva permesso di decidere le sfide. Ritrovato.

COSA NON VA - Troppa sofferenza e rinuncia a giocare

L'ultima mezz'ora, seppure con l'alibi dell'uomo in meno, è stata inquietante. D'accordo che il Borussia aveva preso campo e spingeva alla ricerca di una vittoria indispensabile, però i bianconeri hanno smesso di giocare e si sono rintanati in un catenaccio esagerato. Palloni lanciati via a casaccio, azzerata la fase di ripartenza e, col passare dei minuti, anche lo stesso reparto d'attacco che ha chiuso con il solo Cuadrado a fare la punta.

Allegri ha dato un segnale di paura che la squadra ha recepito in pieno e senza i miracoli di Buffon e la traversa finale di Hazard saremmo qui a parlare di un finale diverso. I vice campioni d'Europa non possono temere così una rivale non di primissimo piano.

COSA NON VA - Hernanes, un disastro che viene dal mercato

Prima di farsi cacciare per l'entrata esagerata su Dominguez il brasiliano era stato comunque impalpabile: 18 palloni toccati nel primo tempo (solo Buffon ne aveva meno) e 23 in tutto. Prestazione da 4 in pagella a prescindere dal cartellino rosso che ha messo in ginocchio i compagni. Hernanes è un caso conclamato e la caparbietà con cui Allegri prova a farlo giocare trequartista conferma che la Juve pensata in agosto è diversa da quella ereditata dal mercato di cui proprio il Profeta è il simbolo negativo. Difficile a gennaio poter correggere l'errore, ma urge un chiarimento perché così le parole di Marotta ("Sapevamo di non aver preso un fenomeno") rischiano di essere fin troppo leggere.

COSA NON VA - Ancora un errore individuale in difesa

Il modo con cui Chiellini ha spalancato la strada a Johnson in occasione del vantaggio del Borussia ha ricordato troppe vicende di questa stagione. La difesa su cui Conte e Allegri avevano costruito i loro successi continua a regalare troppo. Errori individuali, come nel caso di Moenchengladbach, oppure di reparto: cosa non funziona? Le gerarchie sono scolpite nella pietra e, ad esempio, Rugani non trova spazio mai. Ma i titolari ogni tanto si distraggono. Troppo spesso, anzi...

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano