La mia intervista al gruppo Trieste Blucerchiata: il danno e la beffa

La mia intervista al gruppo Trieste Blucerchiata: il danno e la beffa

Segui Blucerchiando su Facebook e Twitter Per Realsamp.it, il portale che gestisco dedicato al tifo doriano, ho avuto l’opportunità di intervistare Alessandro Martelli, portavoce del gruppo Trieste Blucerchiata, partito questa mattina alle 10 insieme ad altri gruppi blucerchiati dell’estremo …Leggi tutto

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Per Realsamp.it, il portale che gestisco dedicato al tifo doriano, ho avuto l’opportunità di intervistare Alessandro Martelli, portavoce del gruppo Trieste Blucerchiata, partito questa mattina alle 10 insieme ad altri gruppi blucerchiati dell’estremo Nord Est e costretto a fare ritorno a casa alle 12 quando il pullman era nei pressi di Vicenza. Tanta amarezza per una vicenda che lascia pesanti perplessità su come è stata gestita tutta la vicenda di Sampdoria – Inter.

Quanti danni vi ha portato il (doppio) rinvio di Sampdoria – Inter?

Non è facile portare 55 persone a Genova per una partita che di fatto non ha grosse aspirazioni ma la nostra è una scelta fatta per amore. La cosa che ci ha dato più fastidio non è stato che 50 persone non vengano prese in considerazione, sappiamo che le cose che contano in questo calcio sono altre. La cosa più avvilente è la sensazione di essere schiavi di un sistema che ci considera niente di più che un satellite di squadre con un peso minore. Il problema non è l’allerta meteo, ho parlato con tanti amici di Genova che han detto che non c’è questo allarme. Se hanno finito la Milano Sanremo non penso fosse impossibile, se qui a Trieste mettessimo un’allerta meteo per ogni cosa faremmo tre mesi di vacanza. Ciononostante nessuno sta sindacando sull’allerta, il problema è sapere benissimo che la motivazione dello spostamento di martedì sera è stato fatto sapendo già dell’allerta meteo potenziale. Sembrava quasi che fosse tutto in linea con le dichiarazioni di Stramaccioni. Questa è una delle poche volte che mi sono vergognato di fare quello che sto facendo, noi siamo solo tifosi che per piacere personale investono sulla Samp e si sbattono, una realtà difficile a 600 chilometri da Genova. Come me altre persone che mi danno una mano, ripeto, il senso di avvilimento non è il fatto di non giocare, dei soldi buttati, delle giornate di ferie buttate. La gente era pronta a seguire la Samp lo stesso, ciò che fa male è capire di essere vittime di un sistema che non cambierà mai, stesso modo di approccio che si ha con il mercato, quando la Sampdoria sembra un supermercato low cost. Se l’atteggiamento nostro e della società è questo è normale che le cose non cambino mai.

Come è stata la vostra giornata?
Noi sapevamo che oggi alle 9 si sarebbe discussa la situazione in Comune e che sarebbe stata presa una decisione alle 10. La Federclub e amici di Genova ci hanno detto che alle 10 non c’era ancora nulla di nuovo quindi siamo partiti alle 10 da Trieste. Ci siamo svegliati questa mattina e abbiamo guardato i siti di meteo e si dava percentuale di pioggia inferiore ai 30 millimetri, abbiamo reputato che questa cosa non potesse precludere una partita di calcio. Ripeto, non voglio sindacare su questioni di sicurezza, ma stando alla situazione attuale e guardando anche la Milano – Sanremo ritengo che sia tutto un po’ strano… Possono dire tutto ciò che vogliono, a chi mi dice che ci sono state una serie di coincidenze sfavorevoli non ci credo. Non voglio sindacare le scelte ma quello che salta agli occhi è che è stata una scelta scriteriata dare una possibilità all’Inter di modificare la data della partitaspostandola in una data d’allerta di cui erano tutti consci.

Partita spostata alle 20,45 di martedi 2 aprile, che ne pensi?
Non ne capisco il senso, perché è una partita di cartello e spostarla al martedì non ha senso. Non parlo per noi 50 che non cambiamo nulla ma avere 3/4 mila spettatori in meno sono soldi. Ma poi si parla di ingaggi che per 100.0000 euro non si rinnovano i contratti. Credo che una decisione di questo tipo porti comunque un danno economico sensibile. Se non si vuole tenere conto dell’aspetto umorale dei tifosi allora parliamo di soldi, la Samp a giocare al martedì sera ci perde. Se l’Inter gioca l’Europa League sono problemi suoi. Se fanno l’Europa League e non hanno giocatori sono affari loro, se vogliono una mano allora si dividono gli utili dell’Europa League. Purtroppo è un sistema di business che ci rende meno importanti delle solite squadre, è questo che a noi dà più fastidio di tutto. Non ci sono speranze per il futuro di poter crescere come società perché saremo sempre presi come una società satellite. La società Sampdoria doveva dire di no al rinvio.

Quando avete saputo del rinvio?
Lo abbiamo saputo alle 12 che eravamo a Vicenza. Abbiamo perso una giornata, ci pagheremo il pullman. Abbiamo pranzato insieme in modo goliardico ma la decisione è stata presa due ore e mezza dopo di quello che era stato preventivato. La decisione doveva essere presa entro le 10 (il Comune si riuniva alle 9). Sbaglio anche nostro non aspettare ma siamo a Trieste, dovevamo partire. Se ce ne fregasse di meno della Sampdoria, se fossimo meno attaccati alle sorti della nostra amata non saremmo partiti ma abbiamo deciso di partire comunque, ci siamo riorganizzati nonostante il primo rinvio, solo per la Samp. Però sapendo che saremmo tornati alle 4 di notte tutti hanno preso ferie per domani, ferie che la gente paga, che non si possono chiedere sempre.

Cosa vi dà più fastidio?
Se fossimo partiti in una situazione normale e ci fosse stata una condizione meteo drammatica non avremmo battuto ciglio. Il problema di questa storia è che sembra costruita ad arte per dare un aiuto all’Inter. Per dare ragione a Sky regalandogli una partita in più da mostrare al suo pubblico. Senza tenere conto di noi.  La Sampdoria ha fatto sapere di aver dato il suo benestare: questo benestare si poteva dare o meno. So che la Sampdoria non vuole creare frizioni con altre società, lo capisco, ma nel momento in cui c’è una richiesta come questa palesemente rivolta a favorire una società ai danni di un’altra bisogna dire di si. A parti invertite si sarebbe giocato a San Siro alle 15, di questo siamo tutti sicuri. Siamo tifosi, più che di una squadra di un’idea. Purtroppo oggi è uno di quei momenti in cui quest’idea risulta meno romantica di come la viviamo noi.

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Matteo Politanò