Il "calcio popolare" dell'Atletico San Lorenzo
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Il "calcio popolare" dell'Atletico San Lorenzo

Omonimo della squadra per cui tifa papa Francesco, sta per fare il suo esordio a Roma un club nato per volontà di un intero rione

Dall'elezione di papa Francesco, che ne è tifoso con tanto di tessera, l'Atletico San Lorenzo de Almagro - semplificato in San Lorenzo - è diventata una delle squadre di calcio più note nel mondo. E proprio a Roma il club argentino vanta ora un perfetto omonimo con la nascita lo scorso luglio dell'Atletico San Lorenzo : il plagio (per diretta ammissione dei soci) sta però solo in quell'Atletico, perché San Lorenzo è invece il nome del rione della Capitale in cui sta prendendo corpo questa realtà che - per genesi e finalità - potrebbe peraltro serenamente avere la benedizione (nel rispetto di tutte le fedi, non solo calcistiche) del pontefice.

Come si legge nello stemma, che effigia la porta del quartiere San Lorenzo, quest'Atletico - iscritto al Campionato di terza categoria - si propone infatti come un club di "calcio popolare". Dove l'aggettivo, insieme con i due martelli (che fanno da sempre parte dello stemma del rione) o il sostegno di realtà decisamente connotate (a partire dal Nuovo Cinema Palazzo), non vuole e non deve però far pensare a uno schieramento politico oltre che sportivo. Non lo scriviamo noi, ma ci tiene subito a precisarlo Ruggero Apruzzese, tra i fondatori dell'Atletico oltre che giocatore: "Popolare significa che nasce direttamente dalla gente del rione, indipendentemente dalle idee politiche o religiose. Mesi fa ci siamo resi conto che diverse realtà di San Lorenzo stavano pensando alla costituzione di una squadra di calcio e, anziché scatenare un derby di quartiere, abbiamo deciso di incontrarci per unire le forze e raggiungere l'obiettivo. Dopo un'assemblea aperta a tutti, e in cui tutti hanno potuto dire la loro, siamo così arrivati alla costituzione dell'Atletico".

La prima sfida era quella di reperire i soldi per avviare il tutto. "Abbiamo così lanciato una sottoscrizione popolare", prosegue Ruggero, "riuscendo subito a vendere 300 tessere a 10 euro l'una: 3 mila euro con cui siamo riusciti a iscriverci al Campionato di terza categoria e sostenere le prime spese societarie. Poi abbiamo promosso diverse altre iniziative, dalle cene allo Spazio Sociale 32 ad alcune serate a tema al Nuovo Cinema Palazzo ad altre manifestazioni in piazza, per raccogliere altri fondi: in tutte le occasioni abbiamo avuto un grande appoggio da parte dei sanlorenzini e questo - lo ripeto - perché la squadra è vissuta come un'espressione di tutto il rione".

La seconda sfida, altrettanto decisiva e per certi versi anche più ardua, vista la carenza di impianti nel nostro Paese, è stata quella di trovare un campo. Che - con un tocco di internazionalità - è arrivato niente meno che dagli States: "Ci alleniamo nel centro sportivo dei Cavalieri di Colombo, una fondazione cattolica con sede appunto negli Usa", spiega Ruggero, "che proprio grazie all'appoggio del rione siamo riusciti a convincere a darci una mano. La cosa particolare è che prima questa struttura non era aperta al quartiere, se non per un'attività calcistica di bambini fino a 11 anni, mentre ora è un impianto su cui - versando un contributo minimo - possiamo contare per quattro ore, due volte la settimana. Dalle 19 alle 21 ci alleniamo noi, mentre nelle due precedenti abbiamo intenzione di promuovere un'attività per i ragazzi del rione".

La decisione, in un club in cui anche i calciatori hanno loro rappresentanti nel consiglio direttivo, sarà presa dopo una serie di discussioni comunitarie all'insegna appunto del "calcio popolare". Formula che implica pure la volontaria rinuncia a uno sponsor sulla maglia (anche se diversi commercianti del rione hanno già dato un contributo) e la dichiarata volontà di ispirarsi a valori quali aggregazione, lealtà, rispetto (a partire dal "no" al razzismo) e trasparenza. Valori che il calcio-business ha ormai ampiamente smarrito per strada e che l'Atletico San Lorenzo è più che determinato a rimettere in gioco. Con la sfida che prende ufficialmente il via alle 18 di sabato 12 ottobre contro la Virtus Ri.Va. al campo Artiglio di via Boemondo 7 (zona stazione Tiburtina), dove il club ha trovato momentaneamente ospitalità per le partite interne. Non sarà il derby, ma nel rione la febbre sale...

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Paolo Corio