Juventus, cinque modi per sopravvivere all'Atletico Madrid
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Juventus, cinque modi per sopravvivere all'Atletico Madrid

Coraggio, ritmo, attenzione su ogni palla inattiva e i colpi di Tevez: così Allegri può battere Simeone e mettere la Champions in discesa

Il debutto è stato positivo e, considerati i precedenti, non era scontato. Buona la prima, ma la prova del fuoco passa per la notte del Vicente Calderon, snodo che aiuterà a capire da subito quanto la Juventus di Massimiliano Allegri è adatta all'Europa dopo aver vissuto due stagioni dell'era Conte sulle montagne russe. Non poteva esserci avversario più tosto dell'Atletico Madrid per aiutare a compilare la pagella bianconera: forte, esperto, indomito e leggermente in difficoltà. Con l'acqua alla gola, insomma, caratteristica che lo rende ancora più pericoloso e fa del test di Madrid una vera e propria prova di maturtà. Passarla significa allungare le proprie aspettative e prospettive ben oltre dicembre. Fallirla riaprirebbe vecchi discorsi che ancora vivono sotto pelle. Allegri lo sa e non a caso ha trascorso la vigilia dettando la strada ai suoi: giocare bene e con personalità, ma soprattutto portare a casa il risultato che serve. Le chiavi per leggere Atletico Madrid-Juventus sono molteplici e tutte rappresentano una prova del nove per i bianconeri. Eccole:

Affrontare con coraggio l'avversario

La personalità è quello che più di ogni altra cosa è mancata alla Juventus di Conte nelle sue precedenti avventure europee. Due gironi condizionati da passi falsi e cadute, uno rimediato in extremis e l'altro abortito in una folle due giorni a Istanbul dove, però, la squadra non è stata capace di essere superiore agli eventi. Alla Juventus di Allegri si chiede da subito di comportarsi diversamente. Sulla carta è più pronta di quella precedente ad affrontare le insidie della Champions, anche se vale la pena ricordare che a Londra contro il Chelsea e Madrid contro il Real anche il gruppo di Conte si difese bene. Per reggere il prevedibile urto degli uomini di Simeone - che hanno a disposizione solo la vittoria dopo essere caduti ad Atene nel giorno del debutto - bisognerà superare indenni le scosse che arriveranno. La strada è una difesa accorta e mai passiva, consapevoli che all'estero l'avversario non ha il timore fisico e reverenziale che la Juve incute in Italia.

Vincere i duelli a centrocampo

Pogba, Marchisio e Vidal da una parte, Arda Turan, Koke, Tiago e Raul Garcia dall'altra. Una buona fetta della sfida passa da qui, i 20 metri in cui le due squadre cercheranno equilibrio e di creare superiorità numeriche. Entrambe hanno incursori che partono da lontano e sono letali. Se la Juventus riuscirà ad annullare quelli di Simeone e non lasciare che accada il contrario, metà del gioco sarà fatto. Il resto viene dall'intensità e qualità che molti di questi protagonisti sono in grado di gettare nella partita. Gli interrogativi di Allegri sono due: cosa possa garantire Vidal a questi livelli e se Pogba darà ulteriore prova di crescita e maturazione. Due sì e la vittoria non sarà un miraggio.

Tevez formato Apache

La doppietta contro il Malmoe ha finalmente mandato in soffitta il conto dei giorni di astinenza dell'Apache dalla rete in Champions League. Non se ne poteva più ma, soprattutto, alla Juventus serviva come il pane un giocatore capace di spostare gli equilibri anche in partite di un livello superiore a quello della serie A. Contro gli svedesi (che si chiudevano ed erano fastidiosi come mosche), Tevez ha fatto la differenza e non solo dal punto di vista numerico. Adesso che ha scoperto quanto sia importante avere un top player da Champions, Allegri ha bisogno che l'argentino non si fermi e risponda presente anche nella gara sulla carta più difficile del girone. L'Atletico non ha più Diego Costa, che è stato sostituito da Mandzukic: due anni fa fece male alla Vecchia Signora con il Bayern, ma adesso potrebbe essere tutta un'altra storia.

Attenzione alle palle inattive

Quanti calci d'angolo concederà la Juventus all'Atletico Madrid? Non è una domanda banale, ma una chiave di lettura della sfida, perché i 'colchoneros' sono primatisti nella realizzazione da situazioni di gioco fermo. In questa stagione hanno trovato la via della rete così 9 volte su 11 di cui 7 sugli sviluppi di corner. Godin, Miranda, Koke, Mandzukic e Raul Garcia fanno paura, ma a fare la differenza non è la loro abilità sui palloni alti quanto la meticolosità con cui Simeone ha preparato schemi e modelli di gioco per ogni situazione. La Juventus, al contrario, non è impermeabile a queste altezze e non può permettersi di regalare nulla. Quindi meglio giocare d'anticipo ed evitare che si crei l'occasione. Contate gli angoli per l'Atletico: meno saranno, più chance avranno i bianconeri.

Senza Pirlo si può: e quando torna?

L'architetto della Juventus non è ancora tornato a disegnare calcio. Lo farà (forse) nel match scudetto contro la Roma e anche per questo è stato lasciato ulteriormente a riposo in Champions League. La squadra di Allegri ha trovato un suo equilibrio anche senza, mettendo Marchisio a fare da regista e costruendo un calcio meno geometrico e con qualche muscolo in più. In passato Andrea è stato fondamentale proprio in serate come questa. Adesso la Juve sta imparando che si può anche stare senza e, semmai, i dubbi sorgeranno dopo. Con Pirlo l suo posto i bianconeri sapranno essere ancora così concreti come adesso? Domanda destinata a rimanere senza risposta. Almeno per altre 48 ore.

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Giovanni Capuano