Andrea Stramaccioni e Josè Mourinho, i gemelli diversi
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Andrea Stramaccioni e Josè Mourinho, i gemelli diversi

Per atteggiamenti, carica e idee il tecnico romano ricorda sempre di più l'allenatore portoghese del triplete

Al fischio finale del derby di Milano Andrea Stramaccioni ha sfogato tutta la sua gioia dirigendosi verso la curva Nord nerazzurra e indicandola con l'indice. Un gesto che a tutti ha ricordato quello di Josè Mourinho al Camp Nou dopo il passaggio del turno con il Barcellona nel 2010, l'anno del triplete. I testimoni presenti a San Siro giurano che il festeggiamento al fischio finale non sia stato l'unico atteggiamento che ha ricordato al popolo azzurro lo Special One. Dopo la fine della scorsa stagione non tutti gli interisti erano convinti della conferma dell'ex tecnico della primavera. Troppo inesperto, non convincente nelle ultime partite dello scorso campionato. Massimo Moratti invece non ha esitato: Stramaccioni non era un traghettatore ma parte integrante del nuovo progetto Inter.

Come per Josè Mourinho la proprietà gli ha permesso di sviluppare il mercato in base alle sue necessità di schieramento accontentandolo in ogni richiesta: Palacio, Pereira, Gargano in mediana e soprattutto Antonio Cassano. L'inizio difficile di questa serie A è stato seguito da polemiche e dai primi scontri con i giornalisti. Personalità in stile Josè, rispondendo senza timori a chi accusava la sua Inter di essere una provinciale. Dopo la sconfitta casalinga contro il Siena Stramaccioni non si è tirato indietro puntando tutto sul nuovo assetto tattico della difesa a tre, caricando la squadra e lavorando sodo alla Pinetina sui nuovi movimenti.

Dopo le convincenti prestazioni in Europa League ieri la stracittadina meneghina ha consacrato il tecnico romano, eletto ufficialmente erede dello Special One anche dal presidente nerazzurro: "Stramaccioni è una persona con cui si parla volentieri di calcio, mi piace sentirlo perchè è professionale, ci crede e lavora molto. Ho pensato di affidargli la panchina per le sue doti di intelligenza, che gli permettono di crescere. Questo lo fa assomigliare a Mourinho come la sua dedizione al lavoro: questi fattori lo porteranno lontano".

Lo scorso marzo era stato però proprio il tecnico ex Roma ad allontanare ogni paragone con il collega del triplete. "Non ha senso paragonarmi a Mourinho. Se mi ha chiamato? Forse non sa neppure chi sono". Stesso discorso che vale oggi, dopo la fondamentale vittoria nel derby in dieci contro undici. "Sono vittorie che valgono doppio, anzi direi triplo e nonostante l'inferiorità numerica abbiamo retto benissimo. Le parole di Moratti mi riempiono d'orgoglio, ma è un paragone che mi fa sorridere perché Mourinho ha vinto ovunque, io non sono nessuno rispetto a lui".

Le idee tattiche di "Strama" però sembrano sempre più funzionali e anche con il pubblico il rapporto sta diventando ogni giorno più "special": "Con il Siena mi avevano dedicato uno striscione facendomi capire che erano con me e questa cosa mi ha colpito molto perché io non avevo fatto ancora niente e a fine partita, dopo aver perso con l'ultima in classifica in casa, la curva ci aveva sostenuto. Queste cose non le dimentico. Vincere questo derby per noi era un piccolo modo per ripagare la fiducia anticipata". Ripagarla con un urlo infinito e un indice verso la curva, proprio come Josè.

Ps. Stipendio di Josè Mourinho all'Inter - 10 mln di euro l'anno. Stipendio di Stramaccioni 600 mila euro...

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Matteo Politanò