Ancelotti esonero addio Bayern Monaco
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Ancelotti e il Bayern: addio. Tutti gli esoneri di Carlo tecnico dei record

Il club tedesco fa fuori l'allenatore che ha vinto la scorsa Bundesliga. Juventus, Milan, Chelsea e Real Madrid: gli altri suoi fallimenti

Il pessimo inizio di stagione costa a Carlo Ancelotti il posto di allenatore del Bayern Monaco. Un addio clamoroso perché maturato in un clima di tutti contro tutti nello spogliatoio bavarese e con la società che ha deciso di intervenire subito allontanando il tecnico delle ultime due Bundesliga.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sconfitta umiliante patita a Parigi contro il Psg. Non solo il risultato (3-0), ma anche il modo che ha fatto dire a Rummenigge, anima del Bayern, che quella vista in campo non era la vera squadra che domina il calcio tedesco.

Ma già dalla scorsa estate le cose avevano preso una piega pessima per il tecnico emiliano che è riconsciuto come uno dei top manager al mondo. Guardagna tantissimo (oltre 15 milioni di euro a stagione) e ha un record invidiabile essendo l'unico capace di vincere qualcosa in tutte le cinque nazioni guida del calcio europeo: Italia, Germania, Spagna, Inghilterra e Francia.

Trionfo Bayern Monaco, Ancelotti canta Renato Zero davanti ai tifosi | video

Una carriera tra successi ed esoneri

Eppure la carriera di Ancelotti non è fatta solo di trionfi e applausi. Spesso si è dovuto misurare con la realtà dell'esonero o della rescissione di contratto, formula elegante per dire che un allenatore viene allontanato dalla propria squadra. E soprattutto gli inizi della sua avventura in panchina sono stati complicati.

Alla Juventus di Moggi-Bettega-Giraudo non gli bastarono due secondi posti con punteggi elevati per ottenere il prolungamento della sua esperienza alla terza stagione. Era arrivato contestato dai tifosi e se ne andò con appiccicata l'etichetta del magnifico perdente.

Al Milan, subentrato in corsa alla meteora Terim nel novembre 2001, ha cancellato l'etichetta ma non si è salvato da un finale burrascoso, bersaglio delle critiche di Berlusconi e difeso strenuamente da Galliani. Otto lunghi anni con rescissione consensuale al termine dell'ennesima stagione tormentata e in anticipo rispetto alla conclusione del contratto.

Esonero anche dal Chelsea, pur portato a conquistare la Premier League al primo colpo nel 2010. A Londrà bastò un secondo posto con eliminazione ai quarti di finale della Champions League per far dire stop ad Abramovich (maggio 2011). Altro giro e altra serie di trionfi al Psg (ma anche un clamoroso campionato lasciato al Montpellier) e altra chiusura di rapporto lasciandosi senza troppi rimpianti.

Poi il Real Madrid cui regalò la Decima Champions League della storia nella finale derby di Lisbona contro l'Atletico, vittoria che gli valse la conferma da esonero sicuro, e l'addio solo un anno più tardi cacciato dal presidente Florentino Perez per non aver vinto nulla, colpa imperdonabile al Bernabeu e dintorni.

Infine il Bayern Monaco, preso dalle mani di Guardiola e riportato a vincere la Bundesliga che per i bavaresi rappresenta poco più di un optional. Dissidi interni allo spogliatoio gli sono stati fatali. Fine della storia, in attesa del prossimo capitolo.

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Giovanni Capuano