Aleksander Ceferin presidente Uefa
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Chi è (e come la pensa) Aleksander Ceferin, nuovo presidente Uefa

Champions League, Superlega, razzismo, doping e Mondiale a 40 squadre: i piani dello sloveno erede di Platini

Il nuovo presidente dell'Uefa si chiama Aleksander Ceferin, avvocato di 49 anni proveniente dalla Slovenia, paese di cui ha guidato la federazione per due mandati. Outsider all'inizio della corsa alla poltrona che è stata di Michel Platini fino allo scoppiare dello scandalo Fifa che ha travolto il francese, Ceferin è stato eletto al primo tentativo con 42 voti contro i 13 dell'olandese Michael Van Praag, lo sfidante rimasto in corsa dopo il ritiro dello spagnolo Villar.

Un esito non a sorpresa. Da qualche settimana sul profilo di Ceferin c'era stata la convergenza di molte federazioni, con la Figc di Carlo Tavecchio in prima fila. L'Italia è stata una delle grandi elettrici dello sloveno. Lo ha appoggiato pubblicamente quando solo pochi movimenti del nord Europa lo spingevano e ne ha guidato l'elezione. Un successo politico che potrebbe portare benefici al nostro calcio che aveva già 'vinto' la corsa alla presidenza Fifa mettendosi in fretta al servizio di Gianni Infantino.

Chi è Aleksander Ceferin

Sloveno di nascita, classe 1967, Ceferin è un avvocato affermato in Slovenia e dal 2011 è stato il dominis della federcalcio locale. E' sposato con una proprietaria di galleria d'arte ed ex fotografa di guerra, ha tre figlie di 11, 14 e 23 anni ed è amante dello sport praticato (ha la cintura nera di karate) e dei viaggi. Anche recentemente ha ricordato con orgoglio di aver attraversato ben cinque volte il deserto del Sahara, quatto in auto e una in moto pur non avendone la patente.

Da tempo è un dirigente apprezzato all'interno degli organismi internazionali. Ha un ottimo rapporto con Gianni Infantino, attuale numero uno della Fifa che è stato segretario generale dell'Uefa, e non ha mai rinnegato l'amicizia con Michel Platini, caduto in disgrazia. La sua è stata una candidatura nata dal basso, nel senso che a parte Italia e paesi scandinavi ha dovuto lottare per conquistare il consenso nelle grandi federazioni europee. Ha idee precise sui temi fondamentali con i quali dovrà misurarsi nel corso della sua presidenza:

Superlega e voglia di fuga dei grandi club - Assoluta contrarietà alla nascita di una Superlega comandata dai grandi club. La ritiene "fuori questione" e la considerebbe una vera e propria "guerra dichiarata all'Uefa";

Nuova Champions League - Non è entusiasta della riforma che entrerà in vigore dal 2018 per il triennio fino al 2021 (quella che porterà l'Italia a tornare ai 4 posti fissi nei gironi), ma la considera un compromesso necessario. Difficilmente si metterà di traverso, anche se l'associazione delle leghe di 22 paesi ha chiesto di fare un passo indietro. Ascolterà anche le istanze dei piccoli, ma molto pragmaticamente eviterà scontro e scissione con i grandi;

Fair Play finanziario - E' la grande eredità lasciata da Platini e non sarà cancellata. E' destinato a diventare meno rigido, ma il processo di adattamento agli investimenti che vengono dall'Oriente è già in corso e non sarà fermato;

Calcioscommesse, doping, violenza e razzismo - Battaglie condivise con Platini e con la maggior parte delle federazioni europee. Ha promesso che creerà un dipartimento per la protezione del gioco del calcio e, forte dell'esperienza difficile dell'Europeo 2016, che proverà a scrivere norme più funzionali per combattere la violenza intorno ai grandi eventi. Ha detto: "L'Uefa non può continuare a far finta che la violenza non sia un suo problema";

Format di Europeo e Mondiale - Entusiasta dell'Europeo a 24 squadre che è stato sperimentato nell'edizione 2016 in Francia: non lo toccherà anche perché regala spazio e visibilità (e di conseguenza porta consenso) alle realtà meno grandi. Non convinto sul Mondiale a 40 squadre che, invece, rappresenta un cavallo di battaglia della Fifa sia con Blatter che con Infantino. Ma dovrà lottare per aumentare il numero di 13, attuale (scarso) contingente di nazionali provenienti dalla Uefa che hanno un posto nel Mondiale;

Calcio femminile - Vuole investire per svilupparlo e ritiene paradossale che il Vecchio Continente, in cui il calcio è nato, resti in posizione di retroguardia nel mercato femminile superato dagli Stati Uniti e dai paesi del Nord America;

Limiti ai mandati politici - Ha promesso che userà i primi mesi per scrivere nuove regole. Pensa a un massimo di tre mandati per il presidente Uefa e per i membri del Comitato Esecutivo. Non vuole inserire, invece, paletti legati all'età di candidati e nominati.


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Giovanni Capuano