Il ruggito di Biaggi: ''Vinco perché sono un sognatore''
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Il ruggito di Biaggi: ''Vinco perché sono un sognatore''

Max a cuore aperto dopo il titolo Superbike: "L'amicizia? Nelle gare non esiste. Non ho mai avuto un motivatore. Vado avanti alla giornata"

Si è preso la rivincita sul tempo e sul destino. Una scivolata sembra avergli precluso il secondo titolo mondiale Superbike, poi il sogno si è avverato e Max Biaggi è tornato il Corsaro capace di tenersi tutti dietro anche a 41 anni, età in cui in pochi (forse nessuno) affrontano ancora i rischi delle gare in moto.

Max, hanno scritto che sei un vecchietto...

"Hanno scritto il giusto"

Non te la prendi?

"No perché è la verità"

Emozioni come quella di Magny Cours allungano o accorciano una carriera?

"E' stato bellissimo. Per mezzo punto si poteva andare in paradiso o all'inferno... Non guardo nè avanti nè indietro ma vivo il presente perché è una bellissima favola sia per come è iniziata che per come finirà, sapendo che potrebbe essere oggi o tra un anno o, chissà, tra due"

Chi ti ha seguito a partire da tuo padre ti ha pregato di non farlo più soffrire così...

"Gli ho levato una decina di anni di vita, poverino. Sono stati davvero momenti difficili e adesso possiamo dirlo che non è importante vincere per dieci punti. Quel mezzo punto è stato sufficiente per consacrare un sogno"

A 41 anni ha un gusto particolare vincere con ragazzi che potrebbero essere tuoi figli?

"La differenza qual è? Nello spirito e nella voglia di affrontare la quotidianità. Io non ho mai avuto motivatori perché mi sono sempre auto-motivato. Sono un vincente perchè sono un sognatore che non ha mai smesso di sognare; dal primo giorno che inseguivo un titolo mondiale nel 1994 adesso la favola si ripete"

Quante volte ti sei sentito dire che eri vecchio e avevi già dato il meglio?

"Sinceramente mai e quindi non l'ho sofferto. Ma anche se l'avessero detto mi sarebbe scivolato sulla pelle perché non è così"

Spesso nello sport chi ha una carta d'identià pesante viene messo da parte...

"Forse, ma a me piace guardare alla mia storia che è una storia particolare e spero non unica"

Quanti messaggi di complimenti hai ricevuto?

"Davvero tanti come è normale nelle grandi occasioni. Poi bisogna saper leggere tra le righe quali sono più sentiti e quali meno"

Quanti amici hai nel paddock o nel mondo del motociclismo?

"Di facciata o di immagine sono tutti amici, tutti bravi, tutti si vogliono bene. Poi alla prima miccia che si accende tutti vuotano il sacco, non ti ho mai sopportato. Siccome sono venti anni che corro ne ho viste di tutti i colori. Nello sport la vera amicizia, se sei un rivale, non può esistere. Non puoi essere amico come tanti vogliono far sembrare. E' nel Dna se sei uno che compete"

C'è un po' di ipocrisia...

"L'amicizia è il contrario della competizione"

Ti sono arrivati i complimenti di Valentino Rossi?

"No, lui non me li ha fatti"

Con lui non c'è stata ipocrisia. Non siete mai stati amici...

"Esatto"

Ti infastidisce l'etichetta di campione antipatico?

"Dipende da cosa si intende per amicizia o antipatia. Se ne potrebbe parlare per ore, ma a volte le cose sono diverse da come appaiono"

Questa Superbike è più competitiva per un pilota rispetto alla ultima MotoGp che si è un po' normalizzata?

"E' una categoria diversa. Sono stato lì per quindici anni e mi sono sempre trovato bene. Non vedo competizione anche se come tra campionato e Champions c'è chi guarda l'altro dall'alto al basso. Le corse di moto sono apprezzate da tutti e hanno il loro pubblico"

Ci riprovi?

"Qualche giorno e poi ci siederemo a un tavolo. Vivo alla giornata perché non avendo più una tenera età al massimo posso guardare mese per mese"

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Giovanni Capuano