Final 8: Milano contro Sassari è la rivincita di Coppa Italia
Savino Paolella
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Final 8: Milano contro Sassari è la rivincita di Coppa Italia

L'EA7 supera Brindisi in semifinale e si gioca il trofeo contro il Banco di Sardegna, che nel 2014 la eliminò al Forum davanti al suo pubblico

Definizione scontata ma inevitabile: anche se diversi protagonisti sono cambiati, la finale di Coppa Italia di domani sera al PalaDesio (ore 19, diretta RaiSport) tra EA7 Milano e Banco di Sardegna Sassari sarà quella della rivincita. La scorsa stagione fu infatti proprio la squadra di coach Meo Sacchetti a eliminare l’Armani, incrinandone anche qualche certezza fino ai successivi playoff, nella Final 8 del Forum che da pronosticata passerella si trasformò in disastrosa sabbia mobile. E a dire il vero anche quest’anno, di nuovo investita dagli onori e oneri del ruolo di favorita, l’Olimpia ha trovato trappole e ostacoli nel cammino verso l’ultimo atto della Coppa Italia: dopo la vittoria all’ultimo tiro con Avellino, anche contro l’Enel Brindisi i milanesi hanno dovuto fare i conti con una supremazia sul parquet molto meno netta di quanto dica l’attuale classifica in Campionato e il 76-65 finale.

L’EA7 nel segno del guerriero Moss
Rispetto ai quarti, però, in semifinale gli uomini di coach Luca Banchi hanno mostrato tutto un altro atteggiamento e in questo senso il tuffo finale di Hackett (12 punti, 7 assist) per un impossibile recupero a vittoria ormai acquisita - oltre che a uso del pubblico - è parso un netto segnale alla squadra in vista di una finale la cui conquista è rimasta a lungo in bilico.

A far pendere l’inerzia a favore dell’EA7 non sono stati tanto i punti di Brooks (top-scorer con 14, ma con un 5/15 al tiro frutto forse anche della curiosa intermittenza con cui è stato messo sul parquet), quanto invece l’impatto sull’uno e sull’altro fronte di un David Moss che da solo mette insieme più di un quarto della valutazione di squadra (25 su 92), con 12 punti frutto di un 5/6 dal campo, più 5 rimbalzi e altrettanti assist, oltre a 3 palloni recuperati nei momenti-chiave. E con uno spirito guerriero talmente efficace in difesa, dove non si limita a mandare in tilt la regia e le percentuali di Pullen, da riuscire a contagiare anche un Kleiza in evidenza non solo per i 10 punti a referto (con 1/1 da due e 2/2 da oltre l’arco), ma anche per alcune giocate difensive che nel finale hanno definitivamente spento le velleità di una Brindisi che al 34° minuto era comunque ancora solo a due canestri di distanza (65-61), crollando poi con il crollo delle percentuali da tre a dispetto di una superiorità a rimbalzo che le ha regalato spesso una seconda o addirittura una terza possibilità.

Il film delle semifinali


Non è serata per i James
Proprio sotto canestro sono state denunciate le maggiori carenze di Milano, con Samardo Samuels dal buon tabellino (13 punti), ma dalle pessime percentuali (4/11) e con troppi minuti di inferiorità fisica rispetto alla coppia di centri costituita da Eric (8 punti e altrettanti rimbalzi, ma utilizzato con parsimonia da coach Bucchi) e Mays (7 punti e 5 rimbalzi). Completamente fuori dai giochi invece Shawn James, che coach Banchi ha immediatamente tolto dal parquet dopo meno di due minuti, anche se il tutto potrebbe essere ricondotto a una questione di bioritmi negativi di famiglia, visto che dall’altra parte il fratello Delroy è rimasto sì in campo per 32 minuti, ma con un solo punto su tiro libero e un eloquente 0/6 dal campo. Molto meglio per l’Enel Denmon (17, bomber dei suoi), mentre i 12 di Pullen e i 10 di Harper nascondono percentuali non propriamente efficaci (4/13 il primo, 4/9 il secondo) e anche qualche canestro siglato a partita ormai chiusa.

Per Sassari l’instancabile Sanders e il poliedrico Kadji
Venticinque minuti di punto a punto tra Reggio Emilia e Sassari, poi per la Grissin Bon (che ha avuto in attacco 21 punti da Kaukenas, 14 da Polonara e 16 da un Cinciarini spentosi però alla distanza) si è aperto difensivamente il rebus Kadji: tenerlo lontano dal pitturato lasciandogli spazio dal perimetro o fare l’opposto, rischiando così di ritrovarselo in zona schiacciata? Il problema per gli uomini di coach Menetti, qualsiasi fosse la scelta messa in atto, è consistito nel fatto che la risposta del poliedrico camerunense (come certifica il 5/5 dal campo nel tabellino finale, per 12 punti totali) è risultata sempre la stessa: infilare il pallone nel canestro avversario per un break intorno alla metà del terzo quarto che ha di fatto segnato una volta per tutte l’inerzia della partita da lì alla sirena finale.

E quando Kadji è stato richiamato in panchina da coach Meo Sacchetti, sono stati l’infaticabile Sanders (13 punti in 31’ sul parquet, il più utilizzato di tutti) e Logan (16 punti, 4 assist) a continuare a far correre il Banco verso il 77-65 finale e la sua seconda finale di Coppa Italia consecutiva. Quella della rivincita per Milano (che potrebbe risollevare il trofeo dopo 19 anni) o della riconferma per Sassari, che potrebbe bissare il sucesso della scorsa stagione al Forum.

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Paolo Corio