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Basket, pre-Olimpico: l'Italia batte prima la tensione e poi la Tunisia

Azzurri bloccati all'inizio dal nervosismo, poi tutto cambia per il 68-41 finale. Bargnani top-scorer - video highlights

Il tempo è il miglior medico (o meglio psicologo) per l’Italia, nel senso che solo i minuti sul parquet del gremitissimo PalaOlimpico di Torino riescono a far sciogliere la tensione che imballa gli azzurri all’esordio contro una semplice, ma proprio per questo efficace Tunisia, già “orfana” del centro Nba Mejri (Dallas Mavericks) e priva per un infortunio dell’ultimo momento anche dell’ala forte Romdhane.

Senza mai strafare e limitandosi a giocare di sponda sugli errori dei nostri, i nordafricani chiudono all’intervallo sotto di soli 5 punti (32-27) e il rischio è quello che la mente degli azzurri continui a limitarne giocate e percentuali al tiro pure nella seconda parte. Ma l’intervallo, e sicuramente una terapia d’urto messa in atto da coach Messina nello spogliatoio, restituiscono alla partita tutta un’altra squadra, tanto in difesa quanto in attacco. E anche e soprattutto tutto un altro Bargnani, che dopo un inizio a sua volta in preda alla tensione (come confessato ai microfoni di Sky a fine partita), contribuisce pesantemente al 22-2 con cui l’Italia chiude di fatto il match nel terzo quarto.


Con il “Mago” a mettere insieme il bottino da top-scorer (15 totali, con 7/12 dal campo), si aprono quindi spazi dal perimetro per Aradori (13, con 3/4 nelle triple), al quale Belinelli (11 a referto, con 3/5 dalla lunga) passa idealmente il testimone da oltre l’arco dopo il riposo. Messo così un trentello di sicurezza (59-29 al 31° proprio con tripla di Aradori), ci sono quindi spazio e canestri per tutti nell’Italia, che vede comunque languire il tabellino di Danilo Gallinari (6 punti in 19 minuti di impiego) nel vittorioso 68-41 finale.

Archiviato un successo praticamente obbligatorio, martedì sera (ore 21, diretta Sky) è già ora di affrontare la Croazia in quella che è di fatto la sfida-chiave del gironcino. Senza star su a pensarci troppo, ovviamente.

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Paolo Corio