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Lifestyle

Rio 2016: ecco perché gli sponsor hanno abbandonato Ryan Lochte

Speedo e Ralph Lauren tagliano i finanziamenti alla medaglia d'oro dopo che gli atleti Usa erano stati inchiodati da un video

La storia di Ryan Lochte e dei nuotatori Usa accusati di aver spacciato la devastazione di una pompa di benzina per una rapina subita si arricchisce di nuovi colpi di scena. Aspettando la fine dei Giochi di Rio gli sponsor principali del medagliato hanno deciso di abbandonarlo. Prima Speedo (il marchio sinonimo di costumi da bagno ad alta performance sportiva ha reso noto che i 50mila dollari destinati a Lochte andranno a Save The Children per l'assistenza ai bambini bisognosi del Brasile) e poi Ralph Lauren si sono sfilati dalla lista dei sostenitori finanziari dell'atleta statunitense perché non ritenuto più altezza di rapresentare il marchio. Così, mentre il Cio e USA Swimming meditano se imporre sanzioni pesanti a tutti i nuotatori implicati nella vicenda, Forbes stima che sopratutto il nuotatore medaglia d'oro sarebbe quello a rimeterci di più: il nuotatore potrebbe perdere tra i cinque e i dieci milioni di dollari se tutti i brand che ne sostengono dovessero tirarsi indietro per violazioni degli impegni a rispettare un comportamento in linea con gli ideali olimpici. 

Il caso, scoppiato qualche giorno fa, aveva suscitato molto clamore quando, il capo della polizia brasiliana aveva accusato il campione americano di nuoto Ryan Lochte e i suoi tre compagni della squadra olimpica Usa di devastazione e non di essere delle vittime: "Si devono scusare con tutta la città di Rio de Janeiro". Dopo la denuncia degli atleti, che avevano raccontato di una rapina a mano armata subita a bordo di un taxi, un video ha svelato la verità. 

"Non c'è stata nessuna rapina e uno o più dei quattro nuotatori americani ha commesso un atto di vandalismo nel distributore di benzina di Rio de Janeiro per poi risarcire il responsabile del distributore con una bancoonota di 20 dollari e una di 100 reais". I protagonisti hanno confessato e Ryan Lochte ha pubblicato su Instagram una lettera di scuse: "Dovevo essere più sincero e responsabile, voltiamo pagina..."

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La versione iniziale dei nuotatori

Sabato notte, il plurimedagliato nuotatore Usa John Lochte e un gruppo di nuotatori Usa sarebbero stati rapinati, secondo i loro racconti, ad un distributore di benzina, di ritorno da una festa, da uomini con pistole e coltelli mentre si trovavano in un taxi intorno alle 4 di mattina. Le telecamere del villaggio olimpico li hanno però ripresi a tornare circa alle 7.

E invece ci sarebbe una rissa con la sicurezza del distributore alla base della controversa nottata dei quattro nuotatori. Secondo i media brasiliani, la polizia di Rio ha in mano il video del distributore da cui emerge che uno dei quattro avrebbe scatenato una rissa dopo aver danneggiato la porta del bagno al quale era andato.


Ryan Lochte era subito tornato in USA

Tra gli atleti coinvolti c'è Ryan Lockte, medaglia d'oro a Rio nella staffetta 4x200 stile libero maschile, che nonostante le raccomandazioni delle forze dell'ordine ha già lasciato il paese. Anche James Feigen ha lasciato il villaggio olimpico, in queste ore si cerca di capire se si trovi ancora in Brasile in un altro albergo oppure se sia tornato in Usa. Presenti durante la rapina altri due atleti americani, Gunnar Bentz e Jack Conger, che si trovano ancora in Brasile e che hanno già reso testimonianza alla polizia locale. 

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Le iniziali bugie di Lochte: "Un'avventura terrificante"

La prima a dare la notizia ai media americani è stata la madre del nuotatore, mentre la prima testata a fornire una ricostruzione di cosa è accaduto è stata USA Today. Secondo la ricostruzione, il taxi con a bordo il campione e un compagno di squadra sarebbe stato bloccato in una stazione di rifornimento e Lochte sequestrato dai suoi rapinatori. "Prima ci hanno fatto vedere un badge della polizia, poi ci hanno puntato le pistole intimandoci si sdraiarci a terra. Io mi sono rifiutato, ho pensato che non stessimo facendo niente di sbagliato, così non mi sono steso a terra: e mi hanno puntato la pistola alla testa" ha raccontato Lockte alla NBC. Una versione che non ha convinto la polizia brasiliana, brava ad indagare e a svelare la verità. 


Rio sempre più violenta, picco di rapine durante le Olimpiadi

Uuna lunga serie di rapine che hanno comunque rovinato il clima festoso dell'Olimpiade. A Rio de Janeiro le rapine sono all'ordine del giorno e numerosi giornalisti hanno denunciato di essere stati aggrediti, rapinati e minacciati per strada, anche nei dintorni del villaggio olimpico dove il presidio dovrebbe essere più forte. 

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Matteo Politanò