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Quegli atleti indipendenti prima delle Olimpiadi di Rio 2016

Il Cio ha aperto i prossimi Giochi anche agli sportivi rifugiati, quindi senza un Paese. Ma non si tratta proprio di una prima volta: i precedenti

Tra le novità di Rio 2016, come recentemente annunciato dal Cio (il Comitato Olimpico Internazionale), ci sarà anche l'apertura ai profughi, che potranno così gareggiare con lo status di "atleti rifugiati". In realtà, però, già in passato furono ammessi alle Olimpiadi campioni dello sport "orfani" del loro Paese...

Quei tiratori (e non solo) di Barcellona ‘92
Le Olimpiadi di Barcellona, caratterizzate mediaticamente dalla presenza del Dream Team statunitense di basket, si svolsero in pieno conflitto dei Balcani. Motivo per il quale gli atleti di Serbia, Montenegro e Macedonia - nazioni non ancora riconosciute ufficialmente dall'Onu e quindi dal Cio - furono ammessi alle gare sotto la bandiera bianca con i cinque cerchi, propria appunto degli atleti indipendenti. Furono 58 gli atleti olimpici che presero così parte alla manifestazione, 39 uomini e 19 donne, in 13 differenti discipline.

Tra loro ci furono anche un argento e due bronzi: tutti, per certi versi beffardamente alla luce delle vicende storiche, nel tiro a segno. A iscrivere i loro nomi negli albi d'oro furono i serbi: Jasna Šekarić, argento nel tiro a segno nella pistola ad aria 10 m donne; Aranka Binder, bronzo nel tiro a segno con il fucile 10 metri donne; Stevan Pletikosić, bronzo nel tiro a segno con il fucile 50 metri uomini.

Sidney 2000: i campioni da Timor Est
Due edizioni dopo Barcellona, nei Giochi che aprono il nuovo millennio a Sidney, c'è un altro caso di "atleti indipendenti": quelli provenienti da Timor Est, ex-colonia portoghese e quindi provincia dell'Indonesia, che ai tempi non aveva ancora concluso il suo percorso per divenire Stato indipendente. La "spedizione" comprendeva due maratoneti, un pugile e un sollevatore di pesi, che gareggiarono senza bandiera (e senza grandi risultati), ma che poterono così comunque vivere la magia dei Giochi.

Londra 2012: un maratoneta in fuga
Alle ultime Olimpiadi furono iscritti come "indipendenti" quattro atleti di tre discipline, tre provenienti dalle Antille Olandesi e uno dal Sud Sudan. Curiosamente, i rappresentanti delle Antille Olandesi furono oggetto di una sorta di colonialismo al contrario: ottenuta l'indipendenza, la loro nazione nel 2010 fece infatti richiesta per tornare a essere governata direttamente dai Paesi Bassi, ma con rinoscimento giuridico solo nel 2013...

Diverso invece il caso di Guor Marial, maratoneta sudanese fuggito negli Stati Uniti a causa della guerra civile: anche se nel 2011 il Sud Sudan (di fatto il suo Paese) era già indipendente, non aveva però ancora un Comitato olimpico nazionale. Piuttosto che gareggiare sotto la bandiera del Sudan (dal quale il Sud Sudan si era appunto distaccato), Guor Marial chiese e ottenne dal Cio di poter gareggiare sotto quella con i cinque cerchi.

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Gianpaolo Ansalone