Cainero ed Errigo, donne "in armi"
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Cainero ed Errigo, donne "in armi"

Le medaglie d'oro di Chiara nel tiro a volo e di Arianna nella scherma hanno un valore per lo sport in rosa che va oltre il risultato

Più povero di tutti gli altri, meno trasmesso di tutti gli altri, lo sport italiano femminile non può permettersi colpi a vuoto se vuole continuare a sopravvivere nell'attenzione del grande pubblico, strappando in estate - quando le discipline minori hanno i loro appuntamenti più importanti - quella manciata di visibilità che i mass media sono disposti a dare in cambio di una medaglia. 

Ecco allora che non sbaglia un colpo Chiara Cainero, che ai Campionati europei di Suhl (Germania) vince l'oro nel tiro al volo presentandosi in pedana al quinto mese di gravidanza ("mentre sparavo, sentivo il bambino muoversi", la sua analisi tecnica del post-gara). E in pedana non sbaglia un colpo - inteso come assalto - nemmeno Arianna Errigo, che dopo aver cambiato tutto nella sua vita (residenza, fidanzato, allenatore) rivendicando una nuova indipendenza non solo come atleta, sale per la prima volta sul gradino più alto del podio in una manifestazione internazionale conquistando il titolo nel fioretto ai Mondiali di scherma di Budapest.

Chiara e Arianna: donne "in armi" (non solo per la disciplina, ma anche perché arruolata nella Guardia Forestale la Cainero e nei Carabinieri l'Errigo) che quest'estate hanno combattuto con tenacia e determinazione davvero tutte al femminile per tutte le donne impegnate con sacrificio e passione nella tante discipline senza sponsor e telecamere a ogni angolo. 

Se in futuro continueremo a parlare e sentir parlare di sport in rosa, lo dobbiamo anche e soprattutto a loro e alle donne come loro. Le altre, anche al di fuori dei campi di gara, possono sempre prenderne esempio.

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Paolo Corio